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«Quindi questo è un dormitorio femminile», dice Timothy guardandosi intorno nella sala comune.

Non me la sono sentita di usare la mia camera, non volevo dare a lui e alle ragazze un'impressione sbagliata. Certo non abbiamo la stessa privacy con tutto il via vai, ma almeno c'è un discreto silenzio per poter lavorare.

«Non farti idee strane», commento con il viso immerso nei fogli che mi ha portato. «Quindi? Che dobbiamo fare?»

«Questi sono alcuni degli articoli storici che ho recuperato. Dobbiamo scegliere un argomento e raggrupparli»

«Alcuni? Saranno almeno duecento», gli faccio presente.

«Non dobbiamo usarli tutti», precisa. «Ho già provveduto a suddividerli per argomento, vedi la scritta in alto? Pensavo che, avendo a disposizione tre numeri, potremmo scegliere tre macro argomenti e concentrarci su quelli scartando gli altri. Magari restando tra i quindici e i venti articoli.»

«Questo mi sembra un buon argomento», dico alludendo agli studenti meritevoli. «Fa parte della storia del college ed è anche gossip, ci sono dei nomi molto curiosi e interessanti di cui non sapevo nulla.»

«L'avevo pensato anch'io», annuisce Timothy prendendo il fascio di fogli e infilandoli ordinatamente in una cartellina.

«Rachel, ti ho restituito il libro che mi avevi prestato. È sulla scrivania», ci interrompe Carly.

«Ottimo», sorrido.

Lei si ferma e ci guarda incuriosita. «Che state facendo?» domanda.

«Carly, lui è Timothy il direttore del nostro giornale», faccio le presentazioni.

Lei gli stringe calorosamente la mano regalandogli un sorriso smagliante, lui risponde alzandosi in piedi con un'espressione da pesce lesso. Carly è molto provocante, indossa un paio di pantaloncini, una maglietta comoda a maniche lunghe e ha i capelli lunghi ancora umidi di doccia. È almeno una spanna più alta di Timothy.

«Ci stiamo occupando di una rubrica richiesta dal rettore, dobbiamo decidere alcuni articoli», riassumo.

«Sembra interessante.»

«Vuoi darci una mano?» domanda il mio capo.

Lo guardo sollevando un sopracciglio. Cosa? Lui che non si fida neanche dei suoi redattori si farebbe aiutare da Carly?

«Perché no? Mio padre ha frequentato quest'università e mi ha sempre raccontato un sacco di aneddoti interessanti», dice alzando le spalle.

«Mi è venuta un'idea», esclama Timothy raggiante.

«Del tipo?»

«Potremmo riservare qualche pagina di questa rubrica per delle interviste.»

Entrambe lo guardiamo senza capire.

«Che lavoro fa tuo padre Carly?»

«Il chirurgo plastico. È molto famoso, fa un sacco di conferenze in giro per il paese, comparsate in televisione e tiene anche corsi universitari.»

«Potremmo fare una sorta di intervista generazionale. Estrapolare questi personaggi, verificare se a loro volta hanno figli che frequentano il college, chiedere di intermediare per ottenere un'intervista, capire come ce l'hanno fatta e i loro figli che tipo sono.»

«Volete intervistarmi?» chiede Carly arrossendo notevolmente. «Non credo sia il caso.»

«Pensi che tuo padre si lascerebbe intervistare?» chiedo io. L'idea non mi sembra male per niente.

«Credo di sì. Gli piace stare in primo piano.», dice lei. «V'interessa sapere come hanno fatto a ottenere il successo o che tipo di persone sono diventate nonostante il successo? Perché papà sarebbe contentissimo di chiacchierare tutto il tempo di mia madre. Quei due sono innamorati in maniera imbarazzante. Però davvero non so quale contributo potrei darvi io.»

«Sapere che tipo di influenza ha esercitato tuo padre su di te. Se questo era il tuo sogno o una sua imposizione. Se vuoi seguire le sue orme o prendere una strada indipendente. Un confronto generazionale», riassume Timothy. «Dai, vediamo un po' che nomi bazzicano in questi articoli.»

«Potrei chiedere al nonno se conosce qualcuno», aggiungo io. Darei qualcosa di succoso da fare alla nonna. Ne sarebbe felice.

«Sarebbe incredibile riuscire a strappare un'intervista al signor Mason.»

Alzo la testa di scatto. «Di cosa stai parlando?»

«John Mason, della Mason Enterprise, il colosso dell'informazione. Studi lettere, dovresti conoscerlo», mi dice Timothy paziente.

«So benissimo chi è Mason», ribatto piccata.

«Il rampollo di casa Mason frequenta questo college e sono più che sicuro che non avrebbe niente in contrario a farsi intervistare anche se mi domando che tipo d'informazioni potrebbe darci oltre all'elenco delle ragazze che si è portato a letto. Il difficile sarà convincerlo a chiedere a suo padre.»

Mason. Davvero potrei avere l'occasione di incontrare il signor Mason? Improvvisamente il mio cuore comincia a battere più forte e sento una strana agitazione invadermi tutta.

«Fammelo fare», dico senza pensare.

«Cosa?»

«Timothy affidami questo lavoro», dico afferrandogli la mano.

«Non hai mai scritto un articolo», mi ricorda con calma.

«Ma voglio fare la giornalista e voglio lavorare per Mason, è il mio obiettivo, non sarei qui altrimenti. Non posso farmi sfuggire un'opportunità simile», stringo la presa. «Affidami questa rubrica, fammi fare le interviste, mettimi alla prova. Non ti deluderò.»

«E se lo fai?»

«Non lo farò.» Spero riesca a leggere la determinazione e il bisogno dietro il mio sguardo.

«Sarà un grande impegno. Notti in bianco, tempi ristretti. Un lavoraccio.» Timothy prova a dissuadermi, ma non mollo. «D'accordo», annuisce. «Ma se non ti dimostrerai all'altezza sei fuori dal giornale», sentenzia. «Terremo questo numero per ultimo, prima faremo uscire gli altri due così guadagneremo un po' di tempo», mi concede.

Sorrido quasi commossa dalla gioia.

«Comunque non farti illusioni», continua. «Lavorare da Mason è difficile, se non impossibile. I suoi dipendenti sono il fiore all'occhiello del giornalismo. Passano un sacco di tirocinanti dalle sue aziende e sicuramente è utile per il curriculum. Ma da lì a farti assumere...»

«Vado a chiamare mio padre», dice Carly per darmi una mano.

«Domani mattina manderò una mail alla Mason Enterprise per sondare il terreno e, intanto, vedrò di far recapitare un messaggio all'erede al trono.»

«Non ti sta molto simpatico», dico.

«Per niente. Un pallone gonfiato, un figlio di papà. Veniva in ufficio solo ad amoreggiare con le dipendenti.»

«Hai lavorato per la Mason Enterprise?» Sgrano gli occhi.

«E di chi pensi che stessi parlando per la storia del tirocinio?»

«Oh Timothy!» esclamo gettandogli le braccia al collo. «Non hai idea di quante nuove prospettive mi hai appena dato», dico.

«Adesso possiamo tornare al lavoro?» chiede sistemandosi gli occhiali sul naso. 

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now