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«Sei stanca?» mi chiede Zack mettendo in moto la macchina.

È quasi l'ora di pranzo e siamo entrambi in piedi da più di ventiquattrore. Abbiamo accompagnato papà a casa per aiutarlo a preparare una borsa per Patricia e il bambino, siccome li terranno in ospedale per qualche giorno ancora.

Papà era emozionato e totalmente fuori di sé. Non faceva altro che abbracciare me e Zack, ci ha chiesto se volevamo fermarci a pranzo, ma sinceramente l'unica cosa che voglio adesso è tornare al campus e buttarmi sul letto a dormire.

«Un po'», rispondo con un sonoro sbadiglio.

Ridiamo.

«Mi dispiace di averti coinvolto in questa cosa», dico perché mi sembra giusto così. In realtà sono felice di aver condiviso con lui questo momento. «Sicuramente ti saresti divertito di più al falò con i tuoi amici. La serata poteva finire sicuramente in maniera più proficua», commento guardando fuori dal finestrino, l'immagine della sua accompagnatrice bene in mente.

Per tutta risposta Zack mi poggia una mano sul ginocchio, procurandomi una scossa elettrica in tutto il corpo. «Sono dove voglio essere», si limita a dire.

Il respiro accelera perché non so come interpretare questa cosa. Sta solo flirtando con me per divertimento, oppure anche lui non capisce cosa sta succedendo tra di noi?

«Accosta!» urlo a un tratto.

Zack frena di colpo e il motore si spegne. «Che succede?»

«Scusa devo fare una cosa», dico distratta armeggiando con la portiera e precipitandomi fuori. «Signor Brown!» urlo correndo nella sua direzione.

Dickon Brown si guarda intorno prima di vedermi. Si ferma vicino alla sua macchina parcheggiata davanti al cancello d'ingresso.

«Salve, signore, si ricorda di me?» domando col fiatone per l'adrenalina a mille.

Lui mi guarda per un lungo istante. «Ciao Rachel», dice infine. «Che ci fai qui?» mi chiede poi.

«Ero passata qualche tempo fa, ma Muriel mi ha detto che si è trasferito.»

«E cosa eri venuta a fare?»

«Ero venuta a trovarla, signore», ammetto sincera.

Adesso una ruga di sorpresa si materializza sulla sua fronte. «A trovare me? In cosa posso esserti utile?» domanda.

«Avevo bisogno di parlare con qualcuno che potesse capire come mi sentissi io. Parlare di Connor agli altri diventa sempre più difficile. Nessuno sa quello che si prova», spiego.

La sua espressione diventa dura. «Non voglio parlare di Connor», dice secco.

«Neanche io, signore», mi affretto a spiegare. «Non più», aggiungo. «Non lo so in realtà perché mi sia fermata. L'ho vista e ho agito d'istinto. Voglio solo sapere come sta, tutto qui.»

Il signor Brown volta lo sguardo alle mie spalle. Mi giro e vedo Zack a pochi passi da me. I due si studiano per un lungo istante.

«Salve», dice Zack.

Il signor Brown stringe la mascella in un modo che mi ricorda tanto Connor.

«Lui è il padre di Connor», dico a Zack a mo' di spiegazione.

Lui si limita ad annuire e mi si avvicina con fare protettivo.

«Mi ha fatto piacere vederti Rachel, ti auguro una buona vita. Ora se vuoi scusarmi.»

«Aspetti!» fermo il signor Brown prima che possa andarsene. «Lo so che lei non ha mai tollerato che fossi la ragazza di Connor. So anche che i vostri rapporti non erano dei migliori.»

«Mi piacerebbe rimanere qui ad ascoltare in quanti modi mio figlio adolescente si divertiva a dipingermi come il padre cattivo, ma ho davvero delle cose da sbrigare e un aereo da prendere nel pomeriggio.» Ha l'aria infastidita.

Decido di arrivare al dunque. «Connor mi aveva detto la verità», sparo infine.

Lui si ferma e mi guarda. «A che proposito?»

«Connor sapeva che lei non era il suo padre biologico», dico. Brown sgrana gli occhi, tutto s'immaginava meno che un giorno io mi sarei presentata a parlare di questo. «Aveva preso contatto un avvocato che gli desse informazioni sul suo vero padre», continuo.

«E le aveva trovate?»

«Non ha fatto in tempo», mi si spezza la voce.

«Mi dispiace per lui», commenta il signor Brown quasi con sollievo. «Spesso le bugie fanno meno male della realtà», dice. Poi punta di nuovo lo sguardo su Zack. «Mia moglie ha fatto un errore, niente d'imperdonabile. Ma abbiamo fatto in modo di cancellare quel pezzo di storia. Connor era mio figlio a tutti gli effetti. Che gli piacesse o no.»

«Io voglio finire il lavoro», dico. Mi sto innervosendo. La mia voce non è ferma come vorrei, ma la sensazione di disagio che provo non mi piace per niente. Dickon Brown non mi piace per niente.

«E cosa vuoi dimostrare?»

«Lo faccio per lui.»

«Per lui?» ride. «Connor è morto Rachel e metterti alla ricerca di suo padre ti farà solo perdere tempo.» Guarda Zack, poi me. «E ti farà molto male.»

«Era il suo ultimo desiderio, l'ultima cosa che mi ha detto di voler fare il giorno della consegna dei diplomi. Glielo devo. Voglio scoprire chi è il suo vero padre e basta, non farò nient'altro, ma almeno io saprò la verità.»

Brown apre il cancelletto della villa. «Ti auguro buona fortuna.» Se lo chiude alle spalle e si allontana verso la porta d'ingresso.

Zack mi poggia una mano sulla spalla e come se avesse schiacciato un interruttore mi metto a piangere. Mi copro il viso tra le mani e mi lascio scuotere dai singhiozzi. Lui mi porta a sé, mi stringe in un abbraccio e mentre mi lascio avvolgere e sento il suo calore, lascio che tutto il dolore esca dal mio corpo.

«Devo sembrarti un'idiota», singhiozzo.

«Sei bellissima», sussurra lui.

E senza pensarci un secondo di più, mi sollevo sulla punta dei piedi, lo afferro per la maglietta e lo bacio. Lui prima s'irrigidisce, poi si lascia andare. Afferra il mio viso tra le mani e ricambia il bacio con passione, come se volesse nutrirsi di tutta me stessa. Avvicino di più il mio corpo al suo, presa da un'ondata di desiderio che non avevo mai provato così prorompente. Chiudo gli occhi perché voglio solo assaporare le mille sensazioni che il mio corpo sta provando in questo momento. Non m'importa che siamo in mezzo alla strada, davanti casa di Connor. Ho attraversato quella linea invisibile che mi teneva ancorata al passato. Davanti a me c'è solo il futuro, adesso. 

BETWEEN (The Again Serie #3)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon