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«Era estasiato, Rachel, credimi», dice nonna al colmo dell'entusiasmo. «Non ha fatto altro che riempirti di complimenti con tuo nonno e, fidati, da John non è una cosa facile.»

«È stata un'intervista interessante», dico calma, tagliando l'arrosto nel mio piatto.

«Mason è maledettamente bravo con gli affari, uno dei numeri uno nel suo mestiere. Ho guadagnato più soldi con lui che con tutti gli altri miei clienti messi insieme.» Il tono di nonno è decisamente compiaciuto.

«Sono sicura che otterrai quel tirocinio, Rachel.»

«Mason mi ha detto chiaro e tondo che non assume gente solo perché raccomandata da amici, quindi se speri che nonno possa insistere sulla mia causa, ti sbagli», le spiego.

Nonna si mette dritta come se l'avessi offesa. «John Mason ti prenderà in azienda solo se ha visto in te del potenziale, non certo perché glielo chiede tuo nonno. Ma poiché sappiamo che te lo meriti allora ci mettiamo in mezzo. Se fossi stata un'incapace tuo nonno non avrebbe perso tempo umiliandosi a sponsorizzarti inutilmente.»

Lancio un'occhiata a mamma e papà che seguono la conversazione in silenzio. Prego mamma con gli occhi di intervenire.

«Allora Patricia», esclama interrompendo il silenzio teso. «Quando organizziamo il baby shower?»

«Non vado matta per quelle cose», risponde Patricia con una smorfia.

«Stai scherzando?» sgrana gli occhi mamma. «E davvero vorresti rinunciare a una mega festa per il bambino dove riempirci di bibite analcoliche e collezionare tutine striminzite fino a farne strabordare i cassetti?» Sorride. «Se mi dai un elenco di amiche da invitare mi occupo di tutto io. Vedrai sarà fantastico, te lo garantisco-, insiste mamma»

«Porta male festeggiare il bambino prima che sia nato», interviene nonna.

Nella sala cala il gelo.

«Mamma che cosa dici?» chiede papà.

«La verità. Lo sai quante cose possono succedere negli ultimi mesi di gravidanza? Per non parlare del parto. Basta una minima complicazione e sai dove te le puoi ficcare quelle tutine?»

Patricia si alza di scatto dalla sedia, lo sguardo fisso sul tavolo, serio. Il labbro trema. «Chiedo scusa», dice prima di uscire dalla stanza.

«Spero che vorrai scusarti», sbotta papà alzandosi a sua volta. «La cena per noi finisce qui» e segue Patricia fuori.

Mamma fa le sue solite smorfie che non possono nascondere quello che sta pensando, mentre Mike è rimasto praticamente zitto tutta la sera.

«Sei pronta per le vacanze di primavera, Rachel?» chiede nonno dal nulla.

«Sì», annuisco ancora in imbarazzo per l'accaduto. «Me ne andrò al mare qualche giorno».

Nonna è impassibile. È incredibile come possa trasformarsi in una persona spregevole in un attimo.

«Mike ed Io abbiamo trovato un appartamento», annuncia mamma. «Ci trasferiremo a Brooklyn alla fine del mese, così potrei tornare a essere l'unica padrona di casa», sorride incoraggiante.

Chissà perché la cosa non mi fa nessun effetto. L'idea di poter lasciare il campus e tornare a casa non mi esalta come avrei creduto. Eppure per due anni quell'appartamento è stato la mia casa, il mio rifugio dal mondo. Adesso che il mondo ho cominciato ad assaporarlo di nuovo, però, comincia a piacermi.

BETWEEN (The Again Serie #3)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora