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Andrew risponde al nostro applauso con una serie di gorgoglii e parole incomprensibili che lo rendono adorabile. Assomiglia molto a papà, anche se ha il carattere curioso ed esuberante di Patricia.Sono venuta qua ieri sera per aiutarli ad addobbare tutta la casa per accogliere degnamente amici e parenti. Nonna aveva proposto di dare un party, ma papà si è rifiutato categoricamente preferendo una festicciola qua in giardino. Malek ha portato Hope in un adorabile vestito da fatina luccicante che ha letteralmente stregato mia madre. Scatto alcune foto ricordo, mentre il fumo della candelina si disperde intorno a mio fratello. Patricia lo passa a papà e comincia a tagliare la torta. Uno alla volta i piattini di carta passano di mano in mano ai loro destinatari. Vedo nonna guardare la sua forchettina di plastica con un moto di disgusto immaginando l'argenteria che avrebbe sfoderato se gliene avessero dato modo. «Queste vacanze di primavera sono meravigliose», dice Malek con la bocca piena sedendosi sul prato vicino a me.«Hai proprio ragione.» So che allude al bel tempo. Abbiamo avuto delle giornate particolarmente calde.«Sei pronta per le ultime settimane di università?» mi chiede dandomi di gomito. So quanto le sarebbe piaciuto frequentare Yale, ma una gravidanza all'ultimo anno di liceo è incompatibile con certi progetti.«Ormai il peggio è passato», sorrido.«Non per tutti.» Scoppia a ridere e indica Alfie, intento a chiacchierare con nonno. Gli occhiali gli ricadono sul naso ostinati nonostante lui cerchi sempre di rimetterli a posto. Ha la faccia stravolta e sembra anche dimagrito. Fare il professore al college è più prosciugante di quanto pensassi.«Mamma mi sono sporcata!» urla Hope venendo verso di noi. Il suo bellissimo abito ha una macchia di cioccolato sul petto. Malek sospira rassegnata. «Quando saremo a casa gli faremo fare un tuffo in lavatrice. Adesso vatti a divertire.»«Chissà cosa direbbe Isabelle se ti vedesse adesso», la provoco.«Probabilmente niente perché le infilerei una scarpa tacco dodici in bocca per farla tacere», sbuffa Malek. «C'è qualcuno per te», aggiunge poi.Dall'altra parte della strada c'è Zack, appoggiato alla sua macchina. Indossa un paio di jeans e una camicia a maniche corte che lo rendono splendido. Sento il cuore accelerare i battiti mentre le farfalle si agitano nel mio stomaco. Mi vede, ma non sembra intenzionato a raggiungerci, quindi capisco che devo andare io. «Scusami un attimo», dico alla mia migliore amica alzandomi e uscendo dal giardino.Zack infila le mani in tasca. «Ciao», mi dice.«Ciao», ribatto io, bloccandomi di colpo quando vedo che non vuole un contatto. «Possiamo fare due passi?»«Adesso? C'è il compleanno di Andrew, perché non vieni a prenderti una fetta di torta e parliamo dopo?»«Ho un aereo dopo», ribatte duro.«Ma sei appena arrivato», sgrano gli occhi.Lui fa qualche passo sul marciapiede e non mi resta che seguirlo. All'inizio camminiamo in silenzio, poi finalmente tira fuori la verità.«Quando pensavi di dirmelo?» domanda.Mi guarda dritta negli occhi, ma il suo sguardo è tormentato.«Per quanto ancora credevi di riuscire a nascondermi che Connor è vivo?»Trattengo il fiato. «Chi te l'ha detto?» Ma non ho bisogno che risponda. È stato John.«Mio padre mi ha fatto un discorso assurdo sulla vita e la sincerità e un altro mucchio di cazzate! E poi salta fuori che Connor Brown è vivo e che tu lo sapevi.»«Sì, lo sapevo. L'ho saputo per caso dal professor Heisenstoff.»«Quello della clinica?»«Aveva delle foto di Connor appese al muro insieme ad altri pazienti.»Trattengo le lacrime. Ho sbagliato a non dirgli niente, ma non sono ancora pronta a fare questi discorsi con lui.«Per questo sei strana? Per questo ti chiedo di venire a Stanford e tu mi dici che devi pensarci? Non centra niente la tua vita, centra lui!»«Di che diavolo stai parlando?»«Sei ancora innamorata di lui!»Zack urla e si porta le mani alla testa prima di girarsi su sé stesso e allontanarsi verso il parco. Una lacrima alla fine riesce a prendere il volo scivolando sulla mia guancia. Lentamente lo raggiungo. È seduto su una panchina, il volto nascosto.«La notizia mi ha sconvolta, lo sai, puoi capirmi. Ero confusa e non volevo affrontare con te la cosa prima di aver fatto chiarezza.»«Sui tuoi sentimenti?» domanda senza alzare la testa.«Su tante cose, Zack.» Gli poggio una mano sulla spalla. «Ho amato immensamente Connor al liceo, la sua morte ha annientato parte della mia vita, pensavo che non sarei più stata in grado di rialzarmi fino a che sei arrivato tu.»«Ottimo, adesso che sei di nuovo in piedi, corri pure da lui. Torna tra le sue braccia, tanti auguri.»Mi guarda e vedo le lacrime velargli lo sguardo. Non lo avevo mai visto così.«Connor è vivo, ma non ha fatto niente per cercarmi, per mettersi in contatto con me. Come potrei voler tornare da lui?» dico, ma la mia voce è quasi un sussurro.Zack trattiene il fiato. «Stai dicendo che non lo vuoi cercare?»«Ci ho pensato. Per qualche folle istante ho pensato di mettermi sulle sue tracce, vederlo sul serio con i miei occhi, chiedergli spiegazioni, ma ho capito che non servirebbe a niente.» Gli prendo la mano. «Sono andata avanti. Ho rinunciato a tutto quello che stavo costruendo perché finalmente non ho più quel peso addosso.»«Per questo hai rinunciato all'incarico con mio padre?»«E lui non l'ha presa molto bene», sorrido in imbarazzo.«Mason è furioso, Rachel. Credo tu l'abbia fatto arrabbiare sul serio.»«Non ho paura di tuo padre e gliel'ho detto. Lo facevo per una causa che ritenevo nobile, che mi stava aiutando a superare un lutto. Ma non c'è nessun lutto, perché non è morto nessuno ed è gusto che adesso io pensi alla mia vita, a quello che voglio, e a come voglio viverla. John Mason e la Mason Enterprise non ne fanno più parte.»«Ed io non mi sono accorto di niente.» C'è un profondo dolore nella sua frase.«Come avresti potuto?» Adesso sto piangendo. «Viviamo lontani, passiamo il tempo a discutere, siamo presi dalle nostre vite. Era impossibile che te ne accorgessi.» Non voglio che si senta tutte le colpe addosso. I nostri errori ci appartengono.«Io non voglio più starti lontano, Rachel, lo capisci.» Improvvisamente si alza in piedi e mi stringe in un abbraccio. «Non ce la faccio, ho bisogno di te. Ho una paura fottuta di perderti e non voglio che accada. Non posso legarti a me se non per tua volontà, ma non ci sarà azienda che valga la pena di rinunciare a noi.»Mi rilasso in questo suo abbraccio. Sento il suo cuore prima furioso calmarsi a ogni respiro e mi sembra la musica migliore del mondo. È vero, mi piacerebbe rivedere Connor, ma servirebbe solo a riaprire cicatrici saturate, a sentire l'eco di un male indescrivibile. Non avremmo niente da dirci. Niente che non poteva essere detto in questi anni di silenzio. Ed io sono stufa di privarmi del bene per rincorrere l'impossibile. Il mio futuro è con Zack.

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now