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«Sono il secondo di cinque fratelli», mi dice Matty al nostro appuntamento "solo come amici".

«Cinque?» ripeto.

«Già. I miei genitori si sono dati parecchio da fare», sorride.

«Io sono figlia unica», rispondo. Poi mi viene in mente Patricia. «Ancora per poco», mi correggo.

Matty mi guarda con aria interrogativa.

«La seconda moglie di mio padre aspetta un bambino», dico mettendo in bocca una patatina fritta.

«Be è una bella cosa, no?» domanda.

«Non saprei», dico alzando le spalle. «Per la verità non ci ho ancora pensato sul serio.»

Provo a immaginarmi con un bambino piccolo in braccio, a cullarlo mentre piange o a dargli il biberon prima di metterlo a letto. No. Non fa proprio per me.

«Parlami un po' di voi», dico a Matty per sviare il discorso da me.

La serata sta andando bene. Mi ha portato in un posto carino, niente di appariscente ma neanche una bettola. Ci sono famiglie e coppie in ugual numero, il giusto chiasso e nessuno che si tiene la mano scambiandosi sguardi languidi.

«I miei si sono conosciuti che erano già grandi e non hanno perso tempo. Papà era divorziato e senza figli, mamma invece si era dovuta prendere cura dei nonni e questo le aveva fatto saltare un matrimonio già organizzato. Il loro è stato un colpo di fulmine.»

«Carino», dico.

«Carino fino a quando mamma non era sempre incinta e la casa sempre un casino», fa una faccia buffa. «Il primo è stato Alex, adesso vive in Canada con la moglie e le figlie e ci vediamo due volte l'anno. Poi, dopo due anni sono arrivato io», spiega alzando la mano come all'appello. «L'anno dopo è stato il turno di Henry, dopo altri due anni è arrivato Owen e per ultimo, ma non meno importante, dopo quattro anni è toccato a Gabriel», tiene il conto con le dite. «In meno di dieci anni hanno sforzano cinque maschi.» Sembra orgoglioso.

«E andate tutti d'accordo?»

«Quanto possono andare d'accordo cinque ragazzi sotto lo stesso tetto», beve un sorso della sua cola. «Da piccoli era un disastro, col senno di poi mi domando come abbia fatto mamma a non impazzire. Giocavamo sempre alla lotta, cioè litigavamo dal mattino alla sera, e spaccavamo tutto. Poi crescendo ci siamo calmati fisicamente, ma sono sorti altri problemi: ci litigavamo le ragazze», dice compiaciuto.

Faccio finta di essere molto colpita. Lui scoppia a ridere.

«E come sei arrivato qua?» domando poi, intendendo il college.

«L'alternativa era di entrare nella ditta di mio padre», dice. «Sai: lavoro sicuro, niente pensieri per la testa.»

«Non mi sembra una brutta prospettiva», gli faccio presente.

«Non mi fraintendere», mette le mani avanti. «Non era il lavoro adatto a mio fratello e non è quello adatto a me. Magari con uno degli altri sarà più fortunato.»

«Posso chiederti di cosa si occupa?»

Abbozza un sorriso imbarazzato. «Gestisce un'impresa di pompe funebri», dice.

Sgrano gli occhi presa in contropiede.

«Una bella attività», comincia a balbettare. «Molto curata. Ci tiene ai congiunti dei suoi clienti. Funerale personalizzato in ogni dettaglio. Vuoi la banda? L'avrai. Vuoi che siano sparati i fuchi d'artificio. Detto e fatto. Abbiamo un ottimo servizio di aroma cremazione.»

BETWEEN (The Again Serie #3)Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα