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Malek mi porge l'ennesimo fazzoletto.«E il professore non ha potuto spiegarti?»Scuoto la testa. «No. Nonno mi stava aspettando e non volevo si preoccupasse vedendomi in quello stato.»Singhiozzo per la milionesima volta. Ho trascorso il resto della settimana a piangere su questa vicenda. Sapere che Connor è ancora vivo mi ha completamente sconvolta e ho una quantità infinita di domande che chiedono risposta. «Rachel, ma tu sei sicura?»Malek mi poggia una mano sulla spalla.«Se non lo avessi visto nella fotografia, non ci avrei creduto.»Non ho parlato con nessuno. In tutti questi giorni mi sono trascinata nelle mie incombenze come un automa, la testa completamente assorbita altrove. Non ero in grado di avere una conversazione, di mangiare, di dormire. Gli incubi mi svegliano la notte, quegli stessi incubi che non facevo da anni. L'odore di gomma bruciata, la luce delle ambulanze, la macchina distrutta. «Mi sembra tutto così assurdo.» Malek si allontana per sistemare alcuni libri sullo scaffale - a quest'ora la libreria è vuota - . «Non dirlo a me», biascico. «Mi sembra di essere impazzita. Come se mi si fosse fuso il cervello.»La mia amica è l'unica a cui l'ho detto, l'unica che avrebbe capito realmente l'entità della cosa. «É resuscitato dal regno dei morti», dice.«No, non c'è mai andato.» Di nuovo le lacrime mi assalgono.«Non ha senso. Per quale motivo il signor Brown avrebbe dovuto inscenare la morte di un figlio?»Non lo so. «É stata tutta una bugia», dico.Malek mi abbraccia. «Rachel giuro che non riesco a immaginare quanto tu possa essere sconvolta da questa faccenda.»«Non so proprio cosa pensare.»Ho incontrato Dickon Brown in altre occasioni e non ho mai pensato che Connor potesse essere vivo, non mi ha mai dato modo di credere che suo figlio fosse scampato all'incidente. Adesso mi chiedo cosa diamine nasconda tutto ciò. «Torna dal professore. Sono certa che c'è una spiegazione.»«E quale potrebbe essere?»«Be' forse era in coma e le sue condizioni erano così disperate che abbiamo capito fosse morto. Magari non lo era. Poi suo padre si è trasferito e nessuno ci ha più pensato.»«Io ci ho pensato, Malek», sbotto. «Io ci ho pensato per mesi, per anni.» Un male sordo mi attanaglia il petto. «Ho sprecato un sacco di lacrime per lui, Malek, mi sono sentita in colpa ogni volta che gli occhi di qualcuno si posavano su di me, obbligando me stessa a non interessarmi a nessuno. Ho impostato la mia vita alla ricerca di suo padre, mi sono fatta assumere da Mason solo per commemorare una sua volontà. E lui è vivo?»La verità è che sono furiosa. Ecco, lo ammetto. Passato lo sconvolgimento iniziale per l'assurdità della cosa, il dolore è diventato rabbia, e fa ancora più male. «Per tutto questo tempo lui era vivo e non mi ha mai cercata! Non mi ha mai detto che stava bene. Non mi ha mai liberata da un peso eccessivo. Mi ha costretta a tenere una parte di me legata a lui.»Le lacrime m'inondano il viso. Per quale motivo Connor è stato così crudele? Perché volermi male fino a questo punto?«Ci deve essere una spiegazione, Rachel. Ne sono sicura. Forse Connor non ha potuto.»«O non ha voluto», la correggo.«Connor ti amava.»Nascondo il viso nel fazzoletto. Sono così confusa. Come si fa a razionalizzare qualcosa che sembra impossibile? Come si fa a credere che ci sia una ragione a qualcosa che non dovrebbe esistere?Poche cose sono chiare: Connor è vivo e non mi ha cercata. Il signor Brown lo sa, lo deve sapere per forza, e non mi ha detto niente.«Zack cosa dice?»Guardo Malek.«Non glielo hai detto?»«Perché dovrei?»«Rachel, il tuo ex ragazzo è vivo e non glielo vuoi dire?»Poi il suo sguardo cambia.«Non dirmi che vuoi andare a cercarlo.»«Non lo so cosa voglio fare.»«Rachel lascia correre. A volte le cose è meglio non saperle e se Connor voleva comunicare con te avrebbe trovato mille modi. La tua vita è diversa adesso. Stai con Zack, stai cercando di costruirti un futuro», mi dice. «Se lo ami, Zack merita di sapere la verità. Merita di essere coinvolto nelle tue decisioni. E poi non hai detto che lo conosceva? Sicuramente la cosa lo sconvolgerà.»«E se lo sapesse?»La consapevolezza mi colpisce come un fulmine.«Che lo conosceva l'ho scoperto per caso, non me lo aveva voluto dire», dico. «E se Connor ha fatto riabilitazione nella clinica sponsorizzata da suo padre, vuol dire che Mason sa di Connor, perché Zack non dovrebbe saperlo?»«Sarebbe un colpo davvero basso.»Già. Se fosse vero, la mia storia con Zack non potrebbe continuare.«Se lui lo sapesse, non ti avrebbe mai mandata lì. Se lui lo sapesse, non avrebbe mai chiesto a suo padre di intercedere per far inserire tuo nonno nella lista dei pazienti. Zack non può saperlo.» Malek sembra così sicura e decido di crederle. «Devo andare adesso, devo prendere un aereo.»«E hai intenzione di volare in queste condizioni?»«Mi darò una sistemata in taxi», mi tampono gli occhi e abbraccio di nuovo la mia amica. «Da' un bacio a Hope da parte mia e saluta Alfie, digli che sei una donna meravigliosa e lui è un uomo fortunato.»***Mi sforzo di essere normale. Non voglio rovinare i giorni con Zack con le mie paranoie. Forse ha ragione Malek, è meglio lasciare le cose come stanno. Certo le coincidenze non aiutano e più ci penso più mi vengono in mente un sacco di cose che non quadrano. Ma Zack mi ha chiesto come fosse andata la seduta del nonno, gli ho anche detto che mi sono presentata al professor Heisenstoff e non ha mostrato nessun cenno di ansia o cedimento. Se avesse nutrito dei sospetti, sicuramente, me ne sarei accorta. È sempre preso dal lavoro, passa moltissimo tempo in azienda ed io ho cercato di tenermi occupata a casa portandomi avanti con alcuni documenti del giornale. Le vicende degli ultimi giorni mi hanno portata a chiedermi se abbia senso continuare a lavorare alla biografia. Il comportamento di John verso la sua famiglia non mi piace, sono sempre più a disagio quando c'è Ivy nei paraggi, ma la verità è che improvvisamente non lo voglio più fare. Lo so che è una bellissima opportunità, che dovrei infischiarmene e pensare al mio futuro, ma se sono arrivata sin qui è stato perché volevo seguire la strada di Connor, volevo rintracciare suo padre. Ma lui è vivo, ed io non voglio più vivere la sua vita, voglio capire da dove poter far ricominciare la mia. «Ti ammiro», mi dice Zack di ritorno dalla cena per il suo compleanno. «Pensare di andare contro mio padre non è da tutti.»«Non voglio andare contro di lui, ma mi sono resa conto che lavorare per lui non mi piace.»«Vorrei avere la tua stessa determinazione.»«Determinazione a fare cosa? Rovinare il mio futuro? Lo sai benissimo che non mi assumerà più nessun altro.»«Mio padre è meno vendicativo di quello che sembra. Magari, anzi, apprezzerà la tua schiettezza.»«Penserà che aveva ragione e che non valgo niente.»«Sa che sei una giornalista in gamba. Credeva solo che volessi approfittarti di me per fare successo e licenziarti è una bella dimostrazione di forza d'animo e determinazione.»Mi prende la mano. Come posso non amare un ragazzo come lui, che crede sempre in me più di quanto riesca a fare io?«Il problema è che non so cosa voglio fare dopo.»«Intendi dopo la laurea?»Annuisco. «Non posso lavorare nell'azienda di mio nonno, l'ho affidata a mio padre e non ho le competenze per farla prosperare.»«Sono sicuro che troverai la tua strada. Devi solo capire cosa ti piace veramente.»«Non sono mai stata brava a capirmi.»Sono sempre stata un disastro in realtà. «Per il viaggio in Europa hai pensato a un itinerario? Lo sai che ti porterò ovunque desidererai.»Sorrido. «Ci penserò. Dammi il tempo di mettere ordine nella mia vita e poi cercherò di fare chiarezza su tutto.»«C'è qualcosa che mi devi dire?» mi chiede a un tratto.«No, perché?» rispondo troppo in fretta.«Perché da quando sei arrivata sei strana. Sembra che hai la testa altrove.»«Mi dispiace sarà il troppo lavoro. É un periodo davvero stressante. Poi avere nonno a casa non aiuta.» Che cosa orribile da dire.«Se ci fosse qualche problema, me lo diresti?»Lo guardo. I suoi occhi azzurri dietro le lenti degli occhiali sono dolci e determinati insieme. «Se quel problema diventasse un problema, te lo direi», rispondo criptica.Lui fa per dire qualcosa, ma il cellulare vibra.«Scusa, è Andy, sarà il lavoro», mi dice.Si allontana per parlare al telefono mentre io mi mordo il labbro. Ho visto Andy in un paio di occasioni e mi è sembrata magnifica come sempre, provocante e schietta al punto giusto. Non si può proprio dire che mi stia simpatica ma credo che il sentimento sia reciproco.«Che voleva a quest'ora?» domando quando torna.«Comunicarmi una buona notizia», sorride. «Aspetta un bambino, oggi ha fatto una visita e il dottore le ha suggerito di comunicarmelo.»«É incinta?» chiedo sbattendo le palpebre. «Ma se suo marito è venuto a casa in licenza per le vacanze di Natale, chi è il padre?»

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now