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«Com'è andata?» mi chiede Timothy.

«Molto bene», rispondo con un sorriso mentre spengo il PC.

Le vacanze di Natale sono passate sotto un leggero clima di tensione. La notizia della gravidanza di Patricia è arrivata come un fulmine a casa Anderson e nonna ne ha fatta una tragedia, litigando con papà. Anche mamma è rimasta sorpresa, ma si è limitata a sincere congratulazioni. Da parte mia non vedevo l'ora di rientrare al college e riprendere in mano la routine universitaria.

«Tieni», mi dice Timothy porgendomi un fascicolo.

«Cos'è?» domando.

«Tutte le informazioni che sono riuscito a recuperare sul figlio del signor Mason. Me lo hai chiesto tu», mi ricorda.

«Grazie», dico. «Devo trovare un modo per convincerlo a sottoporsi a quell'intervista.» Stringo i denti. «Adesso scappo, Carly e Olivia mi aspettano per il pranzo.»

Quando raggiungo il cortile incrocio il tizio biondo. Trattengo il respiro mentre i nostri sguardi s'incrociano e per un secondo sono tentata di far finta di niente e proseguire per la mia strada. Ma lui non è dello stesso parere.

«Sei di fretta?» mi chiede afferrandomi per un polso.

«Hai bisogno di qualcosa?» domando guardando la sua mano sulla mia.

«Sai, ogni volta che t'incontro non riesco a non domandarmi perché mi odi tanto», dice andando dritto al sodo.

«Non ti odio», rispondo rapida arrossendo.

«Be', non si può dire che ti stia simpatico.»

«No, non si può dire», rispondo sincera.

Lui abbozza un sorriso. «Ce l'hai ancora con me perché mi sono intrufolato in camera tua?» La sua faccia più che incredula e divertita.

«No. Ce l'ho con te perché sei quel classico personaggio che crede di conoscere tutti sulla base di niente», provo a spiegargli scandendo bene le parole come si farebbe a un bambino.

Lui per tutta risposta scoppia a ridere.

«Okay me ne vado», dico pronta a voltarmi.

Lui mi si para davanti. «Dai aspetta», mi blocca. «D'accordo forse sono un po' superficiale», ammette. «Ma non lo faccio mai con cattive intenzioni e scappando non risolverai la questione.»

«Non abbiamo niente da risolvere e di certo non sto scappando. Non voglio avere niente a che fare con te. Tutto qui. La cosa ti sconvolge?»

Io guardo lui e lui guarda me e non ho nessuna intenzione di abbassare lo sguardo per prima.

«Cos'hai lì?» mi domanda alludendo alla cartellina.

«Niente. Cose di lavoro», dico.

«Posso vedere?» mi chiede e la prende prima che possa sottrargliela. «Che roba è?» chiede poi.

«Informazioni.»

«Lavori per l'FBI?»

«No, per il giornale.»

«Davvero?» Adesso sembra sinceramente interessato.

«Sì. Stiamo preparando una rubrica tra ex alunni di successo e i loro figli iscritti al college.»

«Che noia», ribatte con un finto sbadiglio.

Lo fulmino con un'occhiataccia. «Devo riuscire a convincere questo tizio a collaborare, ma sembra proprio ci reputi inferiori alle sue ambizioni.» Faccio una smorfia.

«Di chi si tratta?»

«Mason. Lo conosci?»

«Tutti conoscono la famiglia Mason», adesso la smorfia la fa lui.

Sospiro. «Il fatto è che lavorare per il Gruppo Mason è uno dei miei obiettivi e sarebbe una grandissima occasione questa. Ho chiesto di potermi occupare di questa rubrica solo per conoscere meglio Mason da vicino», spiego. Poi m'irrigidisco domandandomi perché io mi stia spiegando con questo ragazzo. «Comunque è tutto inutile perché suo figlio se la tira troppo e quindi rovinerà il mio futuro», sbotto. «Adesso devo andare.»

E me ne vado prima che lui abbia il tempo di aggiungere altro. 

BETWEEN (The Again Serie #3)Where stories live. Discover now