20.

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29 dicembre

"Pronta per domani?"

"No"

Lo sentii ridere, alzai la testa puntando lo sguardo verso lo schermo del mio computer. Stavo preparando la borsa in cui avevo messo un vestito decente per la serata e quel poco che mi serviva per due soli giorni fuori casa.

"Niall non sto scherzando, guarda, sto tremando"

Fermai la mano a mezz'aria, tremavo da far paura. Sbuffai e chiusi lo zainetto che mi sarei portata domani.
Non sono mai salita su un aereo né tanto meno ho messo piede in terra straniera. È la prima volta per me, dovrò affrontare il mio primo volo, la mia prima uscita dalla mia nazione, il mio primo capodanno senza familiari e il mio primo incontro con i miei idoli.

"Med guardami"

Il tono dolce della sua voce mi fece sospirare, mi sedei sul letto e incrociai le gambe. Lo guardai, i capelli ben pettinati sulla fronte gli davano un'aria innocente.

"Sono qui, sono io, abbiamo già parlato altre volte" cercò di tranquillizzarmi.

"Non sei qui Niall, sei lì, e quando ti avrò davanti agli occhi in carne ed ossa sarà tutt'altra cosa"

Sobbalzai quando un tuono irruppe nella stanza.

"Piove lì?"

Annuii lievemente.

"Dai che ci divertiremo" tentò di distrarmi con quel suo sorriso.

Sentii mia madre urlare, corrucciai la fronte ma subito dopo sbarrai gli occhi.

"Ehm, Niall devo andare"

Corrucciò la fronte, annuì appena.

"Va bene, allora ci sentiamo dopo?"

Annuii freneticamente, ero pronta a chiudere la chiamata sperando che Niall non stesse sentendo i miei litigare.

"Med aspetta"

Mi richiamò sperando di fare in tempo, mi fermai, lo guardai negli occhi e non potevo neanche immaginare cosa avrei fatto domani guardandolo davvero in quei suoi occhi azzurri.
Esitò qualche istante, speravo dentro di me che si sbrigasse.

"Ti voglio bene Med"

È la prima volta che me lo dice, me lo aveva detto in precedenza ma era in maniera ironica, ora invece me lo sta dicendo davvero.
Mi sorride dolcemente, io non riesco a ricambiare, sto ancora elaborando la frase.

"Anche io te ne voglio Niall" mormoro imbarazzata.

Mi affretto ad agitare la mano e spegnere definitivamente il computer.
Corsi verso le voci e finii in cucina, mio padre stava tenendo in alto le braccia, lei piangeva, aveva in mano un coltello e un po' di sangue sulla camicia da notte bianca.
Mi bloccai a quella vista.

"Tu mi vuoi portare alla disperazione!" urlò lei puntando il coltello verso mio padre.

"C'è nostra figlia, non fare scenate" lo disse a tono basso.

Guardai il papà in cerca si spiegazioni, lui ignorò il mio sguardo. Mi avvicinai tremante a mia madre.

"Mamma, calmati" dissi con cautela.

Il sangue era causato dalla mano di mio padre, si doveva essere ferito precedentemente.

"No, lui deve andare via di casa, non voglio più vederlo!"

"Se ne andrà" dissi annuendo, lentamente le tolsi il coltello dalle mani. Volevo farla calmare.

Di colpo la mamma svenne, la presi per le braccia mentre il papà venne in mio soccorso. La prese per la schiena e con le prime lacrime che mi scendevano sul viso la portammo in salotto.
La facemmo stendere sul divano.

"È pazza" sbottò mio padre.

Sobbalzai. Capitava spesso che la mamma e il papà litigassero e spesso capitava anche che la mamma andava fuori di sé, ma mai era arrivata a tanto. 
Senza neanche pensarci corsi in camera, aprii l'armadio e presi dallo scaffale più alto il barattolo dove tenevo alcuni spiccioli.
Infilai di fretta il cappotto, non mi preoccupai neanche di mettere sciarpa e cappello. Presi lo zaino e l'ombrello e uscii di casa.
Il papà mi raggiunse fermandomi per un braccio, lo strattonai e senza dire nulla ripresi a camminare.

"Dove vai?" mi urlò dietro.

Continuai a camminare, sono sempre stata una ragazza timida e riservata, probabilmente rientrò in casa perché sapeva che stavo andando dalla mia amica.
Ma si sbagliava.

Mi riparai sorto la fermata dell'autobus, doveva passarne uno di qui a poco. Era quasi ora di cena, avrei mangiato qualcosa non appena sarei arrivata in aeroporto.
Dovrò passare tutta la notte e mezza giornata lì, ma non ne potevo più dei loro litigi. Mi hanno rovinato il compleanno e ora anche la fine dell'anno.
Mio fratello ha fatto bene ad andarsene.

Mio fratello.
Doveva venire per Natale ma il lavoro glielo ha impedito. Mi ha promesso però che verrà il prossimo fine settimana.

Le immagini di qualche minuto fa mi tornarono alla mente. Cosa voleva fare? Uccidersi?
È una codarda.
Non vuole accettare il fatto che il matrimonio sta andando in frantumi. Di questi tempi sono più le persone che si separano che quelle che si sposano, quindi qual è il problema?
Ci si rifà una vita, forse migliore della precedente.
Non voglio finire ad avere genitori separati, ma se questo vuol dire non sentirli più litigare allora è la scelta migliore.

Salii su un autobus, era vuoto a quest'ora. Sotto gli occhi attenti dell'autista mi andai a sedere.
Decisi di scrivere a Louis, potrei chiedergli se potrebbero anticipare il volo, sembrerebbe sgarbato?

Io: Lou, potete venire a prendermi domani mattina?

Louis: Come mai questo cambio di programma? Credo di si, non dovrebbero esserci problemi :)

Io: Lunga storia

Louis: Vuol dire che me la racconterai durante il viaggio
Louis: Hai preparato tutto?

Io: In verità sto già andando in aeroporto

Louis: Cosa?

Io: Dormirò lì

Louis: Sei davvero così ansiosa di vederci?  Hahah

Io: Magari fosse questo

Louis: Senti posso chiamare il nostro pilota e dirgli se potremmo partire adesso, due ore e saremo lì

Io: No Lou, aspetterò, tranquillo

Louis: Lo paghiamo per essere a nostra disposizione
Louis: Chiamo Niall, ci prepariamo e arriviamo :)

Io: Lou!

Louis: Lo so che mi ami

ikigaiall

Capitolo un po', ehm... tragico (?)
Come sempre mi scuso se ci sono errori, quando pubblico dal telefono potrebbe capitarne qualcuno.

Nel prossimo capitolo si incontreranno NON SIETE EMOZIONATE?

Belong; njh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora