42.

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"Sei un maschio o una femmina?"

"Asociale"

"Sola"

"Fai ribrezzo"

Il cerchio di persone si stringeva sempre di più, mi mancava l'aria, respiravo a fatica.

"Ma ti sei vista?"

Spostavo velocemente gli occhi da una persona ad un'altra, soffermandomi su una in particolare. Niall.

"Fai schifo, vomito solo a toccarti" ride.

La sua risata rimbombava nella mia testa, le lacrime scendevano copiose sul mio viso, il cerchio si stringeva sempre di più. Mi coprii il viso con le mani, urlavo per sovrastare le loro risate, le loro voci che mi opprimevano.

"Fai schifo" ancora la sua voce.

"Sparisci da questo mondo" sempre più vicina e più opprimente.

Urlai.
Avevo il respiro affannato, tutto intorno a me era nero, l'unica luce proveniva dalla sveglia che si trovava sul comodino che segnava le 3:52 della notte.
Il cuore mi batteva all'impazzata, avevo le guance bagnate dalle lacrime.

Era solo un incubo.

Mi tremavano le mani, avevo bisogno di un bicchiere d'acqua. Mi alzai da letto, mi sentivo le gambe mollicce e mi reggevo a stento in piedi.
Mentre camminavo respiravo profondamente per far calmare il mio cuore. Scendendo le scale notai la luce della cucina accesa, mi bloccai sui miei passi.
Non sentivo alcun rumore, probabilmente ieri sera hanno dimenticato di spegnerla.

In realtà c'era Niall seduto con la testa china attorno alla penisola. Alzò la testa di scatto sentendomi arrivare.
Teneva nelle mani una tazza da cui usciva del fumo.

"Hey" mormorò con voce roca. Mi vennero i brividi.

"Avevo bisogno di un bicchiere d'acqua" cerco di giustificarmi, anche se non ce n'è bisogno.

"E' nel frigo, fai come se stessi a casa tua"

Dopo il mio incubo non volevo affatto vederlo né sentirlo. Era solo un sogno o le pensava davvero quelle cose?
Con la mano tremolante tentai di bere.

"Fa schifo questa roba"

Mi cadde il bicchiere dalle mani sentendo quelle parole. Mi girava la testa, mi appoggiai al bancone accanto ai fornelli per non cadere.
Lo sentii alzarsi dallo sgabello e nel momento in cui me lo ritrovai vicino le scene del sogno tornarono tutte alla mente, come se lo stessi vivendo al momento.
Arretrai.

"Hey ti senti bene?" chiese preoccupato, allungando un braccio per toccarmi. Mi scansai, il respiro tornò a farsi pesante e la vista sempre più offuscata.

"Non... non riesco a..."

Stavo tentando di dirgli che non riuscivo a respirare, con uno scatto si avvicinò a me e mi sostenne per non farmi cadere. Mi portò in salotto dove mi fece sedere sul divano, accese la luce.

"Niall, non... respiro" strinsi il suo braccio spaventata. Sentivo le forze venirmi sempre meno e la voce di Niall che arrivava ovattata alle mie orecchie.

"Med, riesci a capirmi?" mi scuote per farmi parlare. Annuisco iniziando a piangere.

"Tranquilla, è un attacco di panico, devi prendere dei respiri profondi"

Mi stava tenendo il viso tra le mani, le mie erano strette alle sue braccia nude. Mi guardava negli occhi e mi incitava a respirare insieme a lui.

"Non ci riesco, non ci riesco Niall" piansi ancora più forte, non riuscivo a fare respiri lunghi quanto i suoi.

"Insieme a me, dai"

Lo vedevo prendere aria con il naso ed espirare poi con la bocca. Lo imitai, il mio corpo tremava e non sapevo spiegare se era per l'attacco di panico o per gli occhi di Niall fissi nei miei per tutto questo tempo.

"Bravissima, così" mi incitò a farlo ancora, una sua mano aveva preso ad accarezzarmi la guancia, asciugandomi dalle lacrime.

"Brava, sei stata bravissima" mi sorride sollevato. Si siede accanto a me, lo sento gemere dal dolore nel muoversi.

"Ti era già capitato altre volte?"

Scuoto la testa, ancora impaurita. Mi passa un braccio attorno alle spalle e mi stringe al suo petto. Mi bacia i capelli e chiudo gli occhi.

"Che ti è successo?"

"Ho fatto un brutto sogno"

"Ti va di raccontarmelo?" chiese dolcemente, accarezzandomi il braccio. Annuisco appena.

"C'erano i miei compagni di scuola attorno a me, mi stavano insultando e man mano che parlavano si facevano sempre più vicini. Mi sentivo intrappolata, poi di colpo sei apparso tu, ridevi e..."

Sospirai.

"E mi hai detto che faccio schifo, che vomiti solo a toccarmi e che devo sparire da questo mondo" mormoro a testa bassa.

La sua presa si stringe maggiormente al mio corpo. Ricambio l'abbraccio poggiando il mento sulla sua spalla.
La sua pelle emanava un buon profumo, non sapevo dire esattamente di cosa, ma era buonissimo.

"Era solo un sogno Med, stai tranquilla"

Annuisco per convincere me stessa. Poi penso a lui, all'orario e alla tazza che teneva in mano precedentemente.

"Tu come mai sveglio a quest'ora?" sciolgo l'abbraccio dopo essermi tranquillizzata un po'.

"Il dolore al ginocchio non mi fa dormire" si porta una mano sul viso, strofinandolo.

"Mettici del ghiaccio" proposi.

"No, serve solo un antidolorifico, me li ha presi in farmacia Mark ma hanno un sapore disgustoso"

Ridacchio vedendo la smorfia buffa sul suo viso.

"Non credo mi alzerò da qui" sospirò battendo una mano sul cuscino che aveva accanto. Teneva la gamba dolorante allungata, cercò una posizione comoda in cui mettersi.

"Posso stare qui con te?" gli chiedo.

Avevo bisogno di guardarlo, di sentire il suo calore, di ascoltare il suo respiro calmo e pacato. Volevo approfittare di questi momenti, prima che le vacanze estive giungano al termine.

"Certo, accendi la tv se vuoi"

Mi alzo per andare a spegnere tutte le luci, prendo il telecomando e mi siedo dall'altro lato del divano. Abbasso il volume, per evitare di svegliare Sam e per permettere a Niall di addormentarsi.
Distolgo l'attenzione dal televisore e lo guardo. Ha posato la testa di lato, ha una mano sulla guancia che sicuramente lascerà il segno domattina.

Spengo la tv e mi avvicino a lui. Fanculo alla timidezza, dopotutto non è più arrabbiato con me, o almeno non sembrava.
Porto le gambe al petto che cingo con le braccia. Mi prendo tutto il tempo necessario per guardarlo, anche se al buio. Ha il viso rilassato e un piccolo sorriso sul volto.
Dopo averlo guardato a lungo mi sistemo al suo fianco. Mantengo la posizione seduta, con le gambe al petto, e poso la testa sulla sua spalla.
Mi addormento con il suo respiro di sottofondo.

ikigaiall

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È un capitolo di passaggio, so che non succede un granché ma dovevo scriverlo.

Belong; njh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora