66.

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Niall

Il film è finito, stanno scorrendo i titoli di coda quando abbasso lo sguardo su Meredith. Si è addormentata con le mani strette sulle mie, poggiate sulla sua pancia.
Libero una mano e la porto sulla sua guancia.

Devo svegliarla.

"Med" sussurro vicino al suo orecchio. "Med, piccola"

Aggrotta le sopracciglia e mugola contrariata. Sorrido. Passo una mano tra i suoi capelli e piano piano apre gli occhi.

"Hey" le sorrido, lei non ricambia ma è troppo assonnata da non capire persino con chi stia parlando.

"Dai alzati, devo riportarti a casa o tua madre mi ucciderà"

"Ho sonno" mormora con poca voce. Si sistema tra le mie braccia e riposa la testa sulla mia spalla chiudendo di nuovo gli occhi.
È dolcissima e resterei fino a domattina a cullarla tra le mie braccia, ma per terra è un po' scomodo dormire e lei deve tornare a casa.
Di alzarsi non ne vuole proprio sapere.
Potrei farla restare qui ma questa stanza d'albergo non è molto spaziosa, ha solo un bagno e un letto, ovviamente. Non è una suite. Ma a me piace, mi fa sentire... Niall. Il Niall che ho dentro di me e che in pochi riescono a vedere, quel Niall che viene soffocato dalla fama.

"Tesoro, vuoi dormire qui?" mantengo il tono di voce basso. Lei annuisce senza dire nulla.

"Dovresti alzarti ugualmente. È scomodo dormire con questo vestito addosso, ti presto qualcosa io"

Sospira e apre di nuovo gli occhi. Si alza e la seguo a ruota, alzandomi però troppo velocemente e con un movimento troppo brusco per il mio ginocchio.  

"Auh" reprimo la voglia di dire parolacce. A Meredith sembra passare del tutto il sonno.

"Niall!" esclama avvicinandosi. Mi appoggio a lei, mette tutta la sua forza per aiutarmi a raggiungere il letto. Mi siedo e strizzo gli occhi, tenendo la gamba il più possibile ferma.

"Ti fa male?" chiede preoccupata. Non le rispondo, mi aiuto con le mani e mi sistemo in modo da allungare entrambe le gambe sul letto. Piego quella con il ginocchio buono e poso la schiena alla spalliera del letto, rilassando il corpo e sospirando.

"Va meglio?" posa una mano sulla mia gamba. Forzo un sorriso e annuisco.

"Vai a cambiarti, prendo il tuo telefono per avvertire tua madre che resti qui"

"È nella borsa"

La vedo sparire nel bagno. Allungo una mano per avvicinare la borsa e la apro.
Non mi piace ficcare il naso nelle cose altrui.
Ci trovo di tutto all'interno della borsa: caramelle, borsellino, fazzoletti, chiavi di casa, assorbenti, un pacchetto di post-it, filo interdentale, lucida labbra, delle salviette igieniche, salviette struccanti, deodorante, pasticche per il mal di testa.
Finalmente trovo il telefono.

Ah, donne. Si portano tutta la casa dietro.

Prendo il telefono per poi aprire la casella dei messaggi.
Mi rendo conto solo ora che non so una parola di italiano.

"Cavolo" mormoro.

"Cosa c'è?"

Volto la testa di scatto, cammina verso di me e cerca di tirarsi giù la maglia. Le sta benissimo.

"Scrivi tu a tua madre, devi insegnarmi qualcosa di italiano"

Si siede sul letto, non riesco a togliere gli occhi dalle sue gambe. Dopo aver fatto posa il telefono sul comodino, rovista nella borsa e ne tira fuori delle salviette struccanti.

Belong; njh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora