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"Med" mi chiama di nuovo, con più voce. Posso percepire il suo sorriso.

Mi giro a guardarlo, sapevo che mi sarei persa in questo viaggio, sapevo che sarei stata inghiottita dall'oceano che aveva negli occhi.
Torno nella posizione precedente, vorrei mettermi le mani davanti gli occhi ma gli occhiali me lo impediscono. La mano mi trema, non lo sto guardando.
Le mani mi vanno a finire sulla bocca, coprendo anche il naso. Chino leggermente la testa e inizio di nuovo a piangere.

Non so cosa sta facendo Niall, lo sento solo armeggiare con un qualcosa. Inizio a sentire di colpo caldo e mi accorgo che Niall mi sta abbracciando.
Inizio a singhiozzare e con una mano gli stringo il tessuto della manica della maglia.

"Non piangere"

Mi giro completamente verso di lui, ancora tra le sue braccia, per poterlo abbracciare meglio. Avvolgo le braccia al suo collo e poso un lato della testa contro la sua.
Lui cerca di calmarmi, sta strofinando la mano sulla mia schiena, quel tocco mi provoca milioni di brividi nel corpo.

"Scusami, non volevo piangere"

Sciolgo l'abbraccio per prima, se non lo facevo ora non lo avrei fatto mai più.

"Va bene, tranquilla" mi sorrise.

"Vuoi un po' di acqua?" mi domandò Louis. Annuii prendendo un respiro profondo.

Mi asciugai le lacrime e cercai di regolarizzare il respiro. Louis mi lanciò una bottiglietta e la presi al volo. La portai alle labbra ma stavo tremando talmente tanto che rinunciai a bere.
Posai la bottiglietta al mio fianco e i due ragazzi risero.

"Abbiamo visto molte ragazze piangere e tremare tra le nostre braccia, ma poi sono andate via. Con te vedremo anche i postumi e la cosa è nuova anche per noi" notò Louis.

"Ti avevo detto di svegliarmi prima dell'arrivo" si rivolse Niall a Louis.

"Eri stanco e mi dispiaceva svegliarti"

"Mi dispiace avervi fatto fare questo viaggio all'improvviso" parlai timida io.

"Non è un problema" sorrise Niall.

Si sistemò gli occhiali.

"Come mai questa cosa?" domandò Louis sistemandosi meglio sul sedile.

Io abbassai lo sguardo. Mi vergognavo a dire ciò che era successo. Mia madre stava per uccidersi, una cosa da tutti i giorni, no?
Niall mi fece segno di togliermi il parka. In effetti qui faceva molto caldo.
Nonostante tutto non potevo non pensare che stavamo volando sopra le nuvole. Nessuna sicurezza sotto di noi. È asfissiante.

Non riuscivo a parlare. Louis stava aspettando una mia risposta e lo sguardo insistente di Niall su di me non aiutava affatto.
Aprii qualche volta la bocca ma in nessuna di queste riuscii a dire qualcosa.

"Scusate" sussurrai infine, serrando le labbra.

"È successo qualcosa?" chiese Niall dolcemente. Dal suo sguardo capii che quel qualcosa era inteso come i miei compagni di scuola. Scossi la testa.

"Non di ciò che pensi"

Ripensai frettolosamente alla frase appena detta. Ripetendola nella mia mente non aveva alcun senso.
Questo ragazzi mi fanno sentire in difficoltà anche sul formulare una frase.

"Ce lo dirai dopo, se vuoi" mi tranquillizzò Louis. Lo stavo per ringraziare ma Niall parlò.

"Io voglio saperlo adesso"

"Niall non essere palloso" lo sgridò Louis. Lui gli fece il dito medio, riportò i suoi occhi azzurri nei miei e con un solo sguardo mi incitò a parlare.

Louis stette in silenzio, probabilmente sapeva che non sarebbe riuscito a far cambiare idea al suo amico. Ci rinunciai.

"I miei stavano litigando" risposi in maniera generale.

"Oh piccola, beh capita no? Stai tranquilla, qualsiasi cosa sia si risolverà" disse Louis. Forzai un sorriso.

"Capita un po' troppe volte" mormorai scrollando le spalle.

"Per quel motivo ti sei disconnessa da Skype?"

Annuii a Niall. Non volevo fare la difficile ma volevo passare in buona compagnia queste ore, volevo divertirmi, non pensare ai miei genitori.
Era più o meno un'oretta e mezza circa di viaggio. Non so cosa avremmo fatto una volta atterrati a Londra, avevo sconvolto la  loro serata, come loro la stavano sconvolgendo a me.

-

Presi un respiro profondo e seguii Louis e Niall scendendo dall'aereo. Ero a Londra.
Un'auto nera dai vetri oscurati ci stava aspettando nel piazzale isolato, a quanto pare esisteva un parcheggio, se così si può chiamare, riservato alle star.

"Ragazzi voi andate con Scott, io ho la macchina dall'altro lato" li informò Basil.

Si salutarono con un abbraccio, si augurarono buon anno e non potei fare altro che ricambiare anche io. Lui mi sorrise e mi diede una leggera pacca sulla spalla.  
Salimmo sul suv, c'erano due sedili spaziosi uno di fronte l'altro. Io mi misi accanto a Louis solo perché lui stesso mi fece segno di sedermi lì.
Non sapevo esattamente cosa dire, per me era tutto così strano, stando con loro mi sentivo anche io una celebrità. Era strana la loro vita, avevano tutti questi modi di vivere lontani dai nostri comuni e poveri esseri umani.
Sono molto legata a loro, non credo che smetterò mai di amarli. Forse l'unica cosa che non mi piace è proprio questa, la celebrità. Ma sono famosi, grazie a me e grazie al resto delle fans, e se non fossero diventati famosi non saprei proprio che piega avrebbe preso la mia vita. Però tutto questo lusso, queste cose riservate come i viaggi e le auto, avere sempre qualcuno che ti accompagni ovunque tu vada, svegliarsi al mattino con la consapevolezza di essere nelle menti di mezzo mondo e spendere soldi come se fossero spiccioli, questa cosa proprio la odiavo.  
Questa è la loro vita di tutti i giorni, nella mia invece ci sono troppe persone che a malapena arrivano alla fine del mese con il loro stipendio.
Ovviamente non è colpa loro, anzi, non spendono soldi per stupidaggini, come molte altre celebrità. È una brutta vita, che però tutti vogliono fare.

ikigaiall

Sono stata cattiva nello scorso capitolo, lo so.

Belong; njh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora