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Niall

Io non la capisco, davvero. Mi rifiuto di capirla.
Louis ha suonato incessantemente alla porta della mia camera d'albergo questa mattina, mi ha raccontato della sua conversazione con Meredith e della decisione che lei ha preso.
Io avevo deciso di seguire il consiglio di Louis, ma lei mi ha anticipato nel modo sbagliato.
Si sente sempre sbagliata, sempre di troppo, ha paura di dare fastidio, di essere giudicata anche da un cane! La deve smettere di essere pessimista, è questo il motivo per il quale non ha amici.

Neanche io sopporterei una persona del genere al mio fianco.

Ma so che non è colpa sua, so che sono le persone che ha intorno a renderla insicura, per questo motivo avevo deciso di rimanere. Volevo aiutarla, farle dimenticare di cosa si prova ad essere insicuri.
Questo suo comportamento mi ha fatto innervosire, ma nonostante tutto prendo il telefono e digito il suo numero di telefono, portandolo poi all'orecchio.

Louis mi guardava insistente, era anche colpa sua. Se avesse tenuto la bocca chiusa ora starei ancora dormendo tra le braccia della mia ragazza.
Sappiamo tutti quanti di quanto sia problematica quella ragazza, dobbiamo imparare a tenere alcune cose per noi se vogliamo davvero aiutarla.

Sbuffo posando il telefono sul tavolo.

"Ha bloccato anche me" dico.

"Provate con il mio, non ha il mio numero" si fa avanti Harry.

Louis e Harry erano arrivati insieme, era mattina perciò era palese che avessero passato la notte insieme. Non ho nulla contro i gay, ma è normale che mi faccia schifo pensare a due uomini dello stesso sesso che scopano. E' raccapricciante per uno come me.

Prendo il telefono dalle mani di Harry, copio il numero e dopo averlo ricontrollato due volte faccio partire la chiamata.

"Secondo me non risponde, i nostri numeri sono diversi da quelli italiani, lo noterà che siamo noi"

Louis e Harry sospirano. Sam è seduta attorno alla penisola della cucina guardandoci con attenzione.
Insisto chiamandola altre tre o quattro volte, ma niente, non vuole proprio rispondere.

"Proverò più tardi con quello di Sam, se non risponde vedremo cosa fare" proposi.

Eravamo arrivati ieri a Los Angeles, volevo godermi questa vacanza, e per quanto bene volessi a Meredith ora lei doveva aspettare. Ho sempre messo gli altri al primo posto, mi sono sempre preoccupato, gli ho aiutati, ho dato il meglio di me, ma ora toccava pensare a me.
Credo di meritarmi qualche attenzione da parte di me stesso.

"Vedrai cosa fare, non vedremo" precisò Louis. Aggrottai le sopracciglia.

"E' meglio se sia tu a prestarle qualche attenzione" spiegò girando intorno al discorso principale. Sapevo cosa intendeva, e sapevo anche che non voleva dirmelo perché era presente la mia ragazza.

Voleva fossi io a risolvere la situazione, cosicché Meredith venga a conoscenza del fatto che io le voglio bene, davvero un mondo di bene. Ho sbagliato a pensare quelle cose ma io volevo farlo solo per lei, per non farla soffrire.
Cercherò di risolvere tutto, e per quanto riguarda l'amore che lei prova nei miei confronti, beh, magari potrei passare più tempo con lei, farla divertire e, in un certo senso, coccolarla senza però illuderla.
Sarò il suo migliore amico, se me lo permetterà.

Per fare tutto questo però devo palare con Sam e spiegarle come stanno davvero le cose.
Louis e Harry sono appena andati via e non perdo altro tempo, mi siedo di fronte a lei e forzo un sorriso. Spero di non creare più casini di quanti ne abbia già creati.

"Sam, devo parlarti di Meredith" iniziai.

Lei annuì, mi guardò rilassata e sorridente.
Fa che non le rovini la giornata, ti prego.

"E' successo che Louis, per sbaglio, mi ha detto che lei è innamorata di me. Tu sei abituata a sentire e leggere dei 'ti amo' da parte delle fans, ma lei fa sul serio. Mi ama davvero" feci una pausa.

"Ha una vita abbastanza difficile e... vuota" continuai.

Quella frase faceva male a me stesso, avere una vita vuota è non averla per niente. Sono più o meno la stessa cosa.

"Non l'ho trattata nei migliori dei modi e vorrei farmi perdonare. Non posso darle una possibilità, ma se tu non ci fossi non gliela darei comunque, non è il mio tipo. Però vorrei trattarla come fa un migliore amico, visto che lei non ne ha. Vorrei passare del tempo con lei, donarle gesti affettuosi che nessuno le ha mai dato prima"

Guardai l'espressione del suo viso.

"N-non sapevo che Meredith avesse questo tipo di problemi" disse. Io mi limitai ad annuire, anche se non aveva fatto nessuna domanda.

"Tu non sarai gelosa, vero?" le domandai infine.

Scosse freneticamente la testa. Si asciugò una lacrima che le era scivolata dal viso, mi fece tenerezza vederla commuoversi per Meredith.

"No, figurati. Perché non la fai venire un po' qui da noi? Potrei essere sua amica, e poi starà in tua compagnia. Ti aiuterò" propose dinamica.

"Ha la scuola da finire, non penso che possa passare del tempo con noi, però grazie amore"

Mi alzai e la raggiunsi, abbassai il viso, quel poco che bastava per far toccare le mie labbra con le sue. Le presi il viso tra le mani e approfondii il bacio. Mugolò staccandosi appena.

"Allora falla venire questa estate" propose di nuovo. Ridacchiai.

"Vedremo, ne devo parlare con lei e con i suoi genitori"

Ripresi a baciarla, sempre con la stessa passione di prima. Ero contento che volesse aiutarmi, era dalla mia parte e non potevo chiedere di meglio.
Se fosse stata gelosa sarebbe risultato tutto più difficile.

"Proviamo a richiamarla?"

Lei annuì contro la mia fronte. Le lasciai un bacio leggero sulle labbra e presi il suo telefono, componendo il numero di Meredith che mi stava dettando.
Non rispondeva neanche ora, non lo avrebbe mai fatto. Continuava a vedere numeri stranieri, sapeva che la stavamo contattando.

Sbuffai pensando ad un altro metodo. Non potevo presentarmi di nuovo a casa sua, poi sono in vacanza con la mia ragazza, non ho voglia di mettermi su un aereo e starci per le prossime nove ore.
Mi serviva un numero di telefono italiano, ma chi poteva aiutarmi? Non conosco nessuno se non lei e il nostro manager.

"Marco!" urlai poi battendo una mano sulla fronte.

"Marco Morini, il nostro manager italiano. Devo solo sperare che sia qui a Los Angeles per lavoro altrimenti mi tocca tornare in Italia"

Cercai il suo numero in rubrica, incrociai le dita aspettando una sua risposta.

"Pronto?"

"Marco, sono Niall"

Iniziai a gironzolare per la casa mentre parlavo con lui.

"Mi serve un grosso favore, dimmi che sei a Los Angeles"

"Si, sono lì per lavoro, perché?"

"Devo fare una telefonata con il tuo numero, possiamo vederci?" mi grattai la nuca.

"Cosa stai combinando?"

"Ehm, ti spiego dopo"

"Va bene, vieni in centro, ti aspetto"

"Sei un grande, sto arrivando"

Infilai il telefono nella tasca anteriore dei jeans e uscii di casa, dopo aver dato un veloce bacio a Sam.


ikigaiall

26 in storie brevi, vi adoro❤️

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