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Passò una settimana, a scuola andava sempre peggio e senza Niall e Louis era ancor più difficile affrontare la giornata.
Non riuscivo a concentrarmi sullo studio, le materie erano troppe e mi creavano solo confusione in testa; i miei compagni di scuola non smettevano di prendermi in giro neanche un giorno, era come un bisogno per loro; Louis mi cercava ogni giorno ma ero ancora arrabbiata con lui, probabilmente tra qualche giorno gli risponderò, quando mi sarò calmata del tutto.
Niall invece mi scriveva verso sera, sempre alla stessa ora. Non insisteva molto, aveva capito che non volevo parlargli, anche se lui non aveva colpe. Mi imbarazzava solo.
Non gli avevo detto che mi piaceva, che lo amavo come amo tantissimi altri ragazzi che definisco carini. Gli avevo detto, o meglio, gli hanno detto, che sono davvero innamorata di lui, e se inizialmente dicevo "se solo ne avrei la possibilità glielo direi", ora invece no. Lo conosco, siamo amici, è tutto diverso.

La mamma mi vedeva giorno dopo giorno sempre più stanca. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava. Ha voluto farsi raccontare tutto, ma per lei la soluzione era semplice.

"Se ne dimenticherà, non fare la difficile. Poi diventerà papà, devi accettarlo tesoro"

Ma lei non capiva l'imbarazzo che potevo provare. Non ero come lei, non so da chi ho preso la mia timidezza, ma mi rovina anche in campo sentimentale.

Louis: Meredith ti prego, rispondimi

Louis: Non volevo, ero arrabbiato e mi è scappato

Louis: Giuro che non glielo avrei mai detto senza la tua volontà

Louis: Ti prego rispondi

Louis: Mi manchi

Sospirai, uscii dalla sua chat e posai il telefono sul letto.
Mi arrivò un altro messaggio, ma non era da parte di Louis, bensì di Niall. E' la prima volta, dopo l'accaduto, che mi scrive nel pomeriggio.

Era un'immagine.

Niall: immagine

Niall: So che non mi risponderai, ma ti scrivo comunque

Niall: Indovina dove sto andando? :)

Aspettai che l'immagine si caricasse.
Era il finestrino dell'aereo. Sospirai.
Stava tornando a casa.

Sapeva di quanto io fossi contenta del suo ritorno a casa. Mi piaceva pensarlo nella sua terra, con la sua famiglia.
Stava andando a Mullingar.

Non gli risposi, ma un piccolo sorriso mi spuntò sul viso.
Bloccai il telefono, di nuovo, e mi stesi sul letto.

Presi il libro di storia, sottolineai con l'evidenziatore verde ciò che dovevo studiare. Mi piaceva pasticciare con i colori sulle pagine di testo. Soprattutto in classe, quando la lezione era noiosa.
Ovviamente mi distraevo in continuazione, una volta per un pensiero passato per la mente, un'altra per disegnare qualcosa senza senso sull'angolo della pagina.

Sbuffai e scesi in cucina per vedere se c'era qualcosa da mangiare. C'erano solo delle merendine e biscotti per la colazione. La mamma era uscita per andare a fare la spesa, mi toccherà aspettarla se voglio mangiare qualcosa di decente.

Stavo per tornare in camera ma suonarono alla porta, feci dietrofront e andai ad aprire. Rimasi paralizzata sul posto quando lo vidi.

Vestito in total black, con gli occhi chiari che spiccavano da tutta quell'oscurità. Mi sorrise lievemente.

"N-Niall"

Non balbettare, cazzo.

"Visto dove era diretto l'aereo?"

Ripensai alla foto che mi aveva inviato qualche ora fa, prima che iniziassi a studiare.
Non stava andando in Irlanda.
Stava venendo da me.


ikigaiall

E' più corto rispetto agli altri, se domani non ho molto da studiare pubblico il capitolo seguente.

Belong; njh Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora