capitolo 5

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Capitolo 5

"Il matto,l'amante e il poeta sono
tutti composti soltanto di fantasia."
WILLIAM SHAKESPEARE

WES

Il mattino mi apparve in tutta la sua gloriosa schifezza e in quel momento capii che alla fine anch'io avevo smaltito la sbronza. Mi portai la mano sul volto, nascondendomi gli occhi dai raggi di sole provenienti dalla finestra. Ero tornato a dormire dopo la bomba esplosa quella mattina, tutti sembravano così mattinieri in quella casa, come se nessuno fosse conscio di trovarsi finalmente in vacanza. Ma per quale motivo mi trovavo tra quella gente, mi chiesi? Perché mi ero lasciato convincere da Monica? Non mi importava molto dei Wayright, non li conoscevo neanche in fondo.

Fu con quelle domande pressanti che mi misi in piedi, cercai la poca roba che mi ero portato dietro e l'annusai. Era tutto sporco, mi servivano necessariamente dei vestiti nuovi. Sbuffai, indeciso se tornare a letto ancora una volta ad ignorare la triste realtà dei fatti quando la porta della stanza si aprì lentamente. Matt entrò dentro insieme al profumo di caffè e qualcosa di diverso.

- Buongiorno! - disse allegramente – sapevo che non saresti sceso a pranzare con gli altri così ti ho portato da mangiare. -

- Solo caffè. - dissi, lasciando da parte il piatto con dell'insalata e fette di tacchino e patate. I Wayright erano davvero dei porci affamati, pensai, scuotendo la testa. Soltanto un istante dopo notai un secondo piatto identico al mio – e quello? Pensavo che a te piacesse pranzare con tutta quella gente che ciarla e ti chiede di passargli qualcosa ... fa tanto famiglia americana felice ed unita. -

Matt evitò il mio sguardo e quella cosa non mi piacque. - Non è per me, sai ... l'ho preso per Nikolaj ... non si è fatto vedere in salone dopo questa mattina e nessuno sembrava aver pensato a lui ... -

- Così ci hai pensato tu. Evviva, evviva ... quando inizierai ad andare in giro con una tovaglia in testa? - gli chiesi bevendo un sorso generoso di caffé bollente.

- Una tovaglia in testa? -

- Come Madre Teresa di Calcutta! -

Matt scosse la testa - Perché devi essere sempre così scostante? - ribatté, serio e leggermente rosso in viso adesso.

- Per l'esatto motivo per cui tu devi essere sempre così accomodante. - lo guardai incontrando gli occhi chiari e brillanti di mio fratello - senti, Matty, che t'importa di quello? Lascia che siano i grandi a pensarci ... non ha nulla a che fare con noi. Non lo conosci nemmeno e poi è vero ... guarda caso si è fatto vedere al momento giusto per incassare. -

- Lo sai anche tu che non ci penseranno! Li hai sentiti stamattina, erano così furibondi! E poi non è colpa sua, non è qui per i soldi ... se ci parlassi anche solo tre secondi lo capiresti. -

- Hanno appena scoperto di avere un quarto fratello di cui erano completamente all'oscuro, Matt! Come pretendi che stiano, eh? - il mio tono era cresciuto incontrollabilmente. Sentivo una strana sensazione scottante al petto, una ferita che non era ancora guarita e di cui Matt non ne sapeva nulla ovviamente.

- Io sarei felice di accogliere un altro fratello ... -

- Tu non sai di cosa stai parlando. - ribattei, nervoso. - e adesso esci dalla mia stanza, ho delle cose da fare. -

Matt scosse la testa, sembrava piuttosto sconsolato ma non provavo pena per lui. Quel suo comportamento l'avrebbe fatto finire male. Accesi il pc che ero riuscito a prendere in prestito da Seth e non appena entrai nel mio account mi resi conto di aver dimenticato del tutto i fratelli Jacobs che nel frattempo mi avevano riempito di messaggi di posta ed e-mail. Stavo per richiudere tutto quanto e scendere in piscina quando il logo azzurro di Skype riempì lo sfondo del pc. Era Malìa.

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