capitolo 57

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SETH

Quella situazione era abbastanza surreale, io che trascinavo Wes fuori di casa anziché il contrario. Per uno abituato a bighellonare e divertirsi era facile tirare su di morale il prossimo, ma come si risolleva lo spirito dell'anima della festa? Come si fa a riaccendere la luce di uno che non è abituato al buio? Che fatica così tanto ad orientarsi ora che le sue luci di segnalazione sono totalmente sparite? Non conoscevo nemmeno io quelle risposte ma sapevo che da solo Wes non le avrebbe comunque trovate, avrebbe fatto l'unica cosa che un Wayright farebbe, cioè peggiorare la sua situazione e lo avrebbe fatto in pieno stile Reed, il che rendeva tutto anche più catastrofico. Così trascinai mal volentieri entrambi all' Oxygen, non sapevo perchè avevo scelto quel posto per fighettini sofisticati ma oltre il Celtic Duids era l'unico locale che mi veniva in mente in quel preciso momento. Naturalmente era parecchio affollato, merito delle serata estive dove tutti pensavano a stare fuori fino all'alba a divertirsi, come se fosse un obbligo farlo in questa stagione. Fu davvero un miracolo impossessarci di un tavolo.

- Scelta singolare – esordì mio cugino con una nota di divertimento nella voce, si guardò intorno brevemente confermando quanto io poco c'entrassi con un posto del genere.

- Tu sei un tipo singolare – ribattei – è tutto in tuo onore –

Rise – Allora ti ringrazio per il tuo riguardo ma sai che non è necessario – mise su uno dei suoi sorrisi da bello e impossibile – io sono sempre io, non mi serve una sorta di missione di salvataggio –

Alzai un sopracciglio scettico – ma davvero? –

- Vuoi una dimostrazione cugino? – chiese in tono di sfida – facciamo una gara? Chi recupera più numeri di telefono? Posso averne cinque senza nemmeno dovermi alzare dalla sedia! –

- A me non interessano per niente i numeri di telefono ... - lo fissai in volto ed affilai il tono della mia voce – e tu sei un pagliaccio ... bada ... con me il tuo trucco viene via in fretta –

Il suo sguardo allora divenne cupo, come se ad un tratto non mi sopportasse e sicuramente era così – piantala con le tue insinuazioni del cazzo Seth, io resto del mio parere ... -

- Il tuo parere fa schifo –

- Sai cosa fa schifo sul serio? La mia dannata vita da quando sono qui! Ho solo a che fare con gente che detesto ... -

Scoppiai a ridere lanciandogli un occhiata di scherno – così mi ferisci cugino ... -

- Credevo fossi dalla mia parte Seth ... - lo disse con una nota amara nella voce.

Sembrava deluso, sembrava che credesse che lo avessi tradito, doveva davvero essere convinto che ci fosse di mezzo un gioco a squadre, che c'erano fazione, con me o contro di me. Povero Weston ... quanta ingenuità.

- Io sono sempre dalla tua parte Wes ... anche quando non esistono parti, anche quando a te sembra che tutti ti remino contro ... -

- Sei indisponente ... con quell'aria di so tutto io ... non ti stanchi mai di essere così dannatamente onnisciente? Forse sei tu il dannato vaso di pandora fra noi due ... un calderone che divora conoscenza da tutte le parti – osservò – non ti senti scoppiare? –

Mi sollevai a quel punto, con un mezzo sorriso – vado a vedere se da queste parti ci servono da bere ... mi hai fatto seccare la bocca ... ed ho il sospetto che siamo ancora all'inizio Weston –

- Non chiamarmi Weston come se fossi la mia dannata tata ... sembri una maestrina pedante ... - sbottò irritato incrociando le braccia sul petto.

- Maestrina pedante? Io sono Crudelia Demon! Incuto terrore persino alle bestie feroci ...- gli feci l'occhiolino e mi congedai per andare a prendere da bere.

La calca al bancone era esasperante, una massa enorme di gente che urlava e si agitava per avere da bere, trovai uno spiraglio e mi intrufolai. Una volta davanti al barista optai per due birre, semplice ed efficace, mi avrebbero evitato il dover aspettare alzato per mezz'ora e ricevere in cambio cocktail annacquati.

Fui grato quando riuscii a riemergere da quell'intrico di corpi e tornare finalmente al tavolo, posai le birre davanti ad un Wes decisamente deluso.

- Mi stai portando in giro per una serata folle e due birre è il meglio che recuperi? – chiese deluso.

- Non ho mai detto serata folle – precisai – e poi se hai voglia di stare in piedi in quella bolgia infernale sei libero di farlo, io mi accontento volentieri di una birra. –

Rise e si portò la bottiglia alle labbra, poi guardò qualcosa dubbioso alle mie spalle e alzò un sopracciglio.

- Seth ... un tipo ci fissa ... forse il tuo bell'ancheggiare fino a qui ha fatto destato attenzioni ... – esordì.

- Non dire stronzate, io non ancheggio – mormorai irritato, poi mi voltai per veder cosa stesse guardando.

Alla sua vista sgranai gli occhi, non era possibile, era una dannata persecuzione, Dominik mi stava fissando da non troppo lontano da lì.

Mi voltai verso Wes con occhi sgranai – Dobbiamo andare via subito – dissi in un sussurro.

- Come? – quello parve dubbioso – conosci il tipo? –

- E' una lunga storia e non sono dell'umore di vederlo qui ... andiamo prima che –

- Seth ... -

Troppo tardi. Voltandomi vidi Dominik a qualche passo da me, con una birra in mano ed il suo sorrisetto tranquillo impresso sul viso.

- Che ci fai qui? – chiesi irritato.

- Ehm ... buona sera anche a te ... - rispose lui ironico.

- E' tutto tranne che una bella sera ... - sbottai – wow, che fantastico incontro fortuito il nostro ... adesso te ne puoi anche andare –

Wes cercò di trattenere una risata ma invano, si portò le mani alla bocca e rimase lì a soffocare per un po', quel gesto attirò l'attenzione dell'altro che lo fissò con attenzione.

- Ci conosciamo? – disse ad un tratto Dominik risoluto, questo fece scemare le risate di Wes che ora lo guardava confuso.

- Direi di no – rispose mio cugino senza smettere di ridere.

- Te ne puoi andare? – ripresi io scocciato.

- Ma chi è? – dissero all'unisono per poi lanciarsi una strana occhiata.

- Non dirmelo – continuò poi Dominik – è lui ... si è rifatto vivo? – poi si rivolse a Wes – con che coraggio? –

Lo guardavo sbigottito – ma che cazzo dici ? stai delirando? –

- E' il tuo ex? – insistette – ho visto come si atteggiava prima ... non dargliela vinta Seth ... tu meriti decisamente di meglio! –

Wes minacciava di esplodere se avesse provato a trattenersi ancora un secondo, quindi proruppe in una fragorosa risata.

- Ma chi diavolo è, Seth? – non riusciva a smettere di ridere – sembra uscito da uno di quei film sui liceali ed il riscatto del grande amore ... -

Mi portai una mano alle labbra per trattenere la mia espressione divertita – è solo un amico di Byron –

- Sono molto più che un amico di Byrion – precisò risoluto - Seth mi piace e non mi faccio certo da parte! Non hai il diritto di venire qui a prenderti gioco di lui sappilo, ha sofferto per colpa tua, quindi smettila di atteggiarti in questo modo perché ho intenzione di portartelo via ... - disse con il tono più serio che io avessi mai sentito.

Wes si lanciò in un lungo fischio prima di ridere di nuovo – cavolo, me la sto facendo nelle mutande ... questo sì che è un pretendente con i fiocchi, fossi in Koll indosserei un giubbotto antiproiettile! –

Lo stupore tornò sul volto di Dominik – chi è Koll?-

- Il tipo per cui mi hai scambiato – disse divertito Wes – io sono solo il cugino di Seth ... Koll è l'uomo che gli ha rubato il cuore e lo ha messo in un frullatore. –

A quel punto sbattei la mano sul tavolo, forte, abbastanza da farli voltare entrambi leggermente preoccupati – mi sembra che tu abbia fatto abbastanza ... - mormorai.

- Seth ... - il moccioso era in difficoltà adesso.

- Andiamo Wes ... usciamo.–

Ci sollevammo e andammo via, lasciando lì Dominik, avevo la mani chiuse in un pugno e le braccia tese lungo i fianchi, lo avrei picchiato se non mi fossi allontanato, quel ragazzo aveva la capacità di snervarmi.

- Seth ... ma quel tipo ... -

- E' solo un idiota che non vuole lasciarmi stare – chiarii – si è messo in testa che vuole uscire con me –

- E non lo farai? – chiese – mi sembra davvero motivato –

Risi di scherno – Certo ... come se uno come quello potesse davvero farmi dimenticare Koll ... come se chiunque potesse ... -

- Di certo continuando a portare quell'affare al collo non lo dimenticherai ... continuando a fare tutta questa resistenza non elaborerai mai il fatto che se n'è andato! –

- Taci – ringhiai.

- Mi chiedo come tu faccia, cugino ... vivere come vivi tu è davvero pesante ... ti aggrappi con troppa forza al passato –

- Tu invece ti distacchi troppo presto – lo ammonii – per questo non impari mai la lezione, Wes ... smettila di fare i capricci e tendi una mano a quel ragazzo –

- Lo faccio se tu dai una possibilità a quel perdente di là! – esclamò ridendo – non so se sia un genio o un pazzo ... ho parlato mezza volta a Koll e ho avuto l'impressione che volesse farmi fuori – scosse la testa – se avesse esordito davanti a lui con quel bel discorso non riesco ad immaginarmi la scena –

Risi anch'io – sarebbe stato divertente ... ma non credo che davanti a Koll avrebbe detto quelle cose ... gli avrebbe fatto paura ... lui ... è uno che fa soggezione quando ti guarda ... -

- Ti intimidiva? –

- A me? No ... non mi ha mia fatto paura ... con me ... ha sempre avuto uno sguardo diverso .. –

- Già ... - disse – ricordo di avertelo detto: " ti guarda come tu guardi lui". Eravate una coppia persino a metri di distanza ...-

Il tono, quelle parole, persino quell'espressione sul suo viso, per la prima volta notai un nuovo aspetto di Wes, qualcosa forse nuova anche per lui. Mi resi conto di cosa stava faticosamente cercando ed anche il motivo della sua strenua resistenza, solo non mi era chiaro se lo capisse anche lui fino infondo. Wes per la prima volta si era interrogato sull'amore, sull'avere una persona soltanto, sul significato profondo che c'era dietro due anime unite in una promessa. Wes per la prima volta si era reso conto di volerlo o quantomeno di esserne alla ricerca.


TYLER


Luis incazzato era parecchio fastidioso, ma paradossalmente il Luis felice e soddisfatto era perfino peggio. Mi limitai a fissarlo mentre osservava il mio operato con uno sguardo carico di emozioni sul volto.


- L'hai fatto secco, due colpi mortali, due colpi tattici ... esattamente come ti avevo chiesto. - staccò il bersaglio dall'albero e lo ripose nel sacco – devo ammetterlo, tuo fratello non è mai stato così bravo, neanche dopo i suoi primi mesi di arruolamento. -

Sentirlo parlare di Caleb mi dava il voltastomaco, cercai di non badare a quelle parole, di concentrarmi su qualsiasi altra cosa mi circondasse, come il lontano richiamo degli uccelli pronti a ritirarsi per la notte, come il vento che soffiava piano tra i grossi pini che si estendevano infiniti intorno a noi.

- Hai stoffa, ma ancora di più hai una grandissima capacità di concentrazione e una buona dose di sangue freddo ... -

Tutto il sangue freddo di questo mondo non basta per impedirmi di farti saltare le cervella, pensai, mentre serravo la mia presa intorno al fucile che reggevo ancora tra le mani. Sarebbe stato facile, un colpo alla schiena, un singolo colpo dettato da un errore di calcolo, in fin dei conti non ero ancora esperto nel tiro a bersaglio, no? Immaginai il suo corpo a terra ed una massa di sangue scuro che si allargava sotto il suo addome, spargendosi sull'erba mezza secca del bosco.

- Farai molta strada, arriverai laddove tuo fratello non è riuscito ad arrivare, purtroppo. -

Mi lasciai scuotere appena le spalle prima di seguirlo lungo il sentiero che ci avrebbe ricondotto alla sua auto. Conservai il fucile a malincuore, lasciandomi scorrere il metallo freddo tra le mani per un un istante in più, ma a chi potevo darla a bere? Finire in carcere non era un'opzione percorribile. Non avrei limitato la mia libertà per lui ... non ancora almeno.
Salii in auto deliziato dalle cazzate di mio padre che non riusciva a tenere chiusa quella fogna che si ritrovava per bocca neanche per due secondi consecutivi, mi limitavo ad annuire di tanto in tanto, ma la mia mente era già lontana.

- Lasciami qui, per favore. Devo vedermi con degli amici. - dissi quando raggiunsi il porto. Luis non ebbe nulla da aggiungere, era talmente felice per i miei risultati da acconsentire quasi ad ogni cosa ormai.

- Dirò a tua madre di non preparare nulla per te stasera. - disse prima di salutarmi con un gesto della mano e ripartire.

Respirai come se avessi trattenuto il fiato per un intero pomeriggio e forse era davvero così. Mi sentii subito meglio, soltanto trovarmi lontano da lui mi aiutava a riprendermi ... quanto detestavo quell'uomo? Scesi in spiaggia dove saprei che avrei trovato Lex e gli altri. Stava facendo buio ma spesso e volentieri finivano per attardarsi lì, ancora una volta ci presi, mi avvicinai verso la loro zona rigirandomi il cellulare che avevo dovuto spegnere tra le mani.
Isabel mi aveva cercato un paio di volte, così le scrissi brevemente un messaggio dicendole che non ci sarei stato. Ricordavo le parole di Rachel la sera passata.

- Stai con lei adesso? Lo fai per Luis, è così? Vuoi farlo uscire fuori dai gangheri una volta per tutte? - mi aveva rimproverato incrociando le braccia sul petto con la sua solita posizione severa.

- Ti prego, se volessi potrei farlo incazzare davvero ... e non sarebbe con la figlia dei Johansenn. - il mio pensiero si era diretto automaticamente su Wayright, lo avevo lasciato vagare per un po', fino ad immaginare il viso livido e sconvolto di mio padre se avesse scoperto le mie recenti bravate con quel tipo. Avevo giocato un po' in tutte e due le squadre e questa non era una cosa di cui vantarsi secondo la modesta opinione di uno come Luis, probabilmente gli sarebbe venuto un infarto. Di certo se avesse avuto le forze di riprendersi mi avrebbe pestato a sangue.

- Ragazzacci sempre in giro a fumare ... - li salutai avvicinandomi al gruppetto che si alzò per salutarmi.

- Ty! Cazzo, è da un po' che non ti fai vedere qui nei sobborghi! Ho pensato che avessi rinnegato le tue origini! - scherzò Mike dopo avermi dato una spallata amichevole. Presi la birra che mi stava passando e me la portai alle labbra, bevendone un lungo sorso.

- No, ho soltanto avuto un periodo ... incasinato. - dissi dopo aver trovato la parola giusta. Gli altri annuirono, probabilmente la voce era giunta in lungo ed in largo ormai, tutti sapevano i piani che mio padre aveva in serbo per me, soprattutto perché era lui stesso che se ne vantava in giro.

- E così hai davvero passato la seconda fase? Ti arruolerai presto? - mi chiese Robert tra una boccata di fumo e l'altra.

- Non lo so, parla con Luis. - i ragazzi la trovarono buona, li vidi ridere, purtroppo era la triste verità quella e non c'era un cazzo da ridere – Lex? -

- E' andato a pisciare da quella parte. -

- Ok ... ci si becca, ragazzi. Vado a cercarlo. - mi incamminai verso la direzione che mi avevano indicato. Non mi ero mai sentito parte integrante di quel gruppo, insomma, ci avevo giocato a calcio, ci avevo bevuto qualche birra insieme ... ma non ero mai stato un tipo molto estroverso.
Lex stava camminando a testa bassa e non sembrava avermi ancora notato, così sollevai una mano e di rimando mi beccai l'occhiata più truce che avesse mai lanciato a chicchessia.
Che diavolo gli era preso? Stavo per chiederglielo quando il suo pugno serrato mi raggiunse dritto al volto in un gesto troppo inaspettato da poter prevedere. Mi ritrovai a terra, le mani affondarono nella sabbia mentre Lex mi trascinava in piedi prendendomi per la maglietta e mi scaraventava con violenza contro lo steccato della spiaggia, fissandomi con due occhi che sembravano usciti direttamente dall'inferno.

- Che cazzo ti è preso? - ero troppo sorpreso per incazzarmi, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.

- Sei un verme, Tyler! Mi fai schifo - ringhiò ad un centimetro dal mio viso – e non mi importa se lei mi ha fatto promettere ... non me ne fotte un cazzo!

Rimasi a bocca aperta, ma finalmente le mie mani collaborarono, mi scrollai Lex di dosso spingendolo lontano – che stai dicendo? Di che parli, coglione? E' uno scherzo? -

- Uno scherzo ... uno scherzo ... - si portò le mani sul volto – mio Dio, Tyler. Come puoi essere così? Mi fai pena. Mi fai schifo. - disse con un filo di voce, stava trattenendo le lacrime ed io non riuscivo a capire assolutamente nulla.

- Parli di Ginevra? Vedi che è stata lei a mollarmi o quello che è ... non stavamo neanche insieme ma comunque è partito tutto da lei. - doveva essere quello il motivo – dovresti esserne contento anzi, magari si degnerà di guardare te come se fossi un uomo e non il tipo con cui giocava da bambina. - fui crudele, per un attimo sperai che si sarebbe gettato di nuovo contro di me, ma stavolta sarei stato pronto ad accoglierlo nel miglior modo che conoscevo.

Non lo fece, se ne stava immobile adesso, con le spalle calate ed un'espressione di pura sconfitta sul volto.

- Ginevra è incinta. -

- C-cosa? - lo guardai, sicuro che quelle parole non fossero mai uscite dalla sua bocca. Per un attimo sperai di aver sentito male, il mio cuore iniziò a battere più velocemente – che diavolo stai dicendo? -

Lex annuii – Sì, hai capito bene invece. Ginevra è incinta e sei stato tu. -

- No ... - scossi il capo come se quel semplice gesto avesse avuto il potere di scacciare via le parole di Lex che continuavano ad echeggiare dentro di me – no, è assurdo. Non può essere ... lei prende la pillola ... -

Il viso di Lex si illuminò di un sorriso cattivo – L'ha dimenticata ... già, due mesi fa ha dimenticato di prenderla. Beh, capita anche ai migliori, no? -

Non riuscii a trattenermi, le mie nocche sbatterono sul suo viso prima di trascinarlo a terra con me – NON E' COSI', FOTTUTO PEZZO DI MERDA!!! - crack, sentii un osso cedere sotto i miei pugni mentre le mie mani si macchiavano di rosso. Lex continuava a ridere, lo avrei ucciso. Lo avrei massacrato pur di non sentire più quel verso gracchiante, pur di non vedere la soddisfazione crudele sul suo viso!

- Ma che cazzo sta succedendo? - sfuggii dalle braccia di Robert e mi aggrappai con violenza a Lex. Urla, mani che mi strattonavano fino a quando non mi ritrovai con un pugno di sabbia in bocca, spinto contro la recinzione con le braccia bloccate dietro la schiena.

- Lasciatemi! Fatemelo finire! - urlai cercando di scivolare via da quella presa ferrea. Erano in tre e nessuno di quelli mi avrebbe lasciato andare prima di aver dato soccorso a Lex che nel frattempo continuava a ridere dietro alle mie spalle.
- Non so che cazzo sia successo tra voi due, ma adesso devi darti una calmata. Respira. - Robert mi strattonò appena – hai capito? Devi calmarti! -

Cercai di non urlare, di non muovermi, di lasciarmi scivolare via quel senso di profonda rabbia che mi aveva pervaso e scosso fino alle viscere. Ginevra ... Ginevra aspettava un bambino? Da me?
Non potevo crederci, non volevo farlo. Era tutta una menzogna, un modo per attirarmi a lei ancora una volta, nessuno poteva essere tanto stupido da cascarci, soltanto Lex.

- L'hai ridotto di merda, dobbiamo portarlo da qualche parte. Togliti di torno adesso e non farti venire in mente di riprovarci – finalmente mollarono la presa e dopo avermi spinto via se ne andarono. Non mi sentivo la parte destra del viso, ma sapevo che Lex doveva essere messo molto peggio di me e la cosa mi rincuorava all'inverosimile. Non lo degnai di uno sguardo, temevo che avrebbe fatto qualcosa di stupido che mi avrebbe fatto incazzare ancora di più e a quel punto neanche tutti i ragazzi della spiaggia sarebbe riusciti a trattenermi dal pestarlo ulteriormente.
Risalii lungo la strada con il fiato corto ed innumerevoli pensieri per la testa. Che cosa avrei fatto adesso? Se quello che Lex aveva detto corrispondeva a realtà ... ero semplicemente finito. Padre a diciassette anni. Padre quando sarei dovuto partire ed arruolarmi. Era la fine di ogni cosa e l'inizio di un lungo periodo in cui Luis ci avrebbe travolti con la sua rabbia. Sarebbe ricaduta non soltanto su di me, ma anche su mia madre e Rachel. Sarebbe stato l'inferno in terra ed io avevo appena firmato la nostra condanna.

No, non poteva desiderare un figlio a ventidue anni, Ginevra aveva una vita, dei sogni da concretizzare, una carriera da seguire, non poteva davvero volere questo per sé stessa. Ammesso che non sia tutta una fottuta balla messa su per incastrarmi ovviamente, parentesi che non me la sentivo di escludere affatto.
Lex doveva averci creduto però, non lo avevo mai visto tanto distrutto in vita mia, doveva detestarmi. E ne aveva tutte le ragioni.

Non so per quanto tempo rimasi a vagare senza meta, ad affrontare calcoli matematici e ricercare date nella mia mente che avessero potuto aiutarmi a capirci qualcosa in più. Alla fine ero semplicemente a pezzi, finii per sedermi al vecchio parco giochi vicino casa, mi accasciai appena sulla panchina mezza distrutta dalle intemperie e dai vandali e mi accesi una sigaretta. Inspirai, godendomi l'odore della nicotina che saliva al cielo in bellissime volute di fumo.
Non ero riuscito a comporre il suo numero, mi ero rigirato il cellulare tra le mani per molto tempo, ma alla fine lo avevo semplicemente riposto nella tasca dei jeans.
Ero un debole anch'io dopotutto, oltre ad essere quasi certo di non essere stato l'unico ad aver condiviso il suo stesso letto in questo ultimo periodo. Come diavolo poteva essere così certa che fossi stato io a metterla incinta e non Kitt Brenn o Josh Allen o qualche altro sconosciuto con cui se l'era spassata e di cui non sapevo nulla? Non poteva semplicemente. Nessuna certezza.
Rimasi lì, ad osservare la strada vuota e buia, illuminata di tanto in tanto dai fari delle auto di passaggio che sfrecciavano davanti a me con noncuranza.
Poi qualcosa attirò la mia attenzione, qualcuno scese dal veicolo a poco più di qualche metro da me. Sentii i due ragazzi parlare, salutarsi, prima che la grossa auto nera partisse lasciando l'altro in strada.
Era Chris Wayright.
Per un attimo sperai che non mi vedesse, che continuasse a camminare e sparisse dalla mia vista, ma la mia sigaretta doveva apparire come un puntino brillante nell'oscurità e dopo qualche attimo la notò. Strinse gli occhi, poi mi mise a fuoco, potevo percepire la sua lotta interiore, non sapeva se avvicinarsi o semplicemente andar via e, considerando i nostri ultimi trascorsi, avrebbe dovuto seguire il suo buonsenso, ma ovviamente non lo fece.

- Tyler? - mi chiamò da qualche metro di distanza.

- Mmm. -

- Va tutto bene? - si avvicinò, soltanto in quel momento mi resi conto che era vestito davvero troppo bene per un semplice giro in centro con gli amici. Inoltre non mi risultava che qualcuno della nostra età avesse un Audi ultimo modello. Lo guardai con attenzione, chiedendomi se ci fosse ancora Noble sotto quella storia.

- Ok ... lo prendo come un no. - si sedette sulla panchina senza chiedermi il permesso. Mi ritrovai a guardarlo, ma niente sembrava intimidirlo – è per via di Luis? Che ha combinato? Rachel sta bene? - chiese con insistenza.

- Stanno tutti bene ... - per stavolta, pensai, senza dar voce a quei pensieri.

- Bene. E tu come stai? -

Ci guardammo per un attimo, come poteva tornare a parlarmi dopo il modo in cui l'avevo trattato? Ero stato davvero così poco convincente nel cacciarlo via dalla mia vita? Feci spallucce, che cosa avrei potuto dirgli? Che probabilmente avevo messo incinta una ragazza e rovinato l'esistenza di entrambi? Che Luis mi avrebbe ucciso e che l'avrebbe pagata fior di quattrini per liberarsi del bambino?

- Perché lo fai? Ti giuro che non riesco a capire perché diavolo tu mi stia ancora rivolgendo la parola dopo l'altra sera. - dissi incapace di trattenermi.

Chris corrugò la fronte – Beh, perché Luis è un pezzo di merda e credevo che avessi un problema ... che fosse successo qualcosa. Te ne stai qui come uno zombie del cazzo, a fissare il nulla ... non è molto da te, scusami se te lo dico. -

Mi venne da ridere, dovevo essere davvero patetico, ma non avevo più voglia di reagire – sì, sono in un bel casino. - ammisi scuotendo appena la testa.
Evitai il suo sguardo, sapevo che mi stava fissando – Vuoi parlarne? -
Abbassai il capo – No - non ne avevo voglia.
- Ok. Vuoi rimanere da solo? -
Sospirai. A saperlo che diavolo vorrei dalla mia vita, pensai, mentre mi appoggiavo allo schienale della panchina. Non dissi nulla, per qualche momento restammo in quel modo, immobili, l'uno accanto all'altro, fino a quando sentii i capelli di Chris sfiorarmi appena il collo. Accettai quella vicinanza, il suo capo scese sulla mia spalla e rimase lì, appoggiato a me. Per un attimo pensai che sarebbe stato bello lasciarmi andare senza riflettere troppo, permettermi di cedere un po' di terreno, ma era già troppo tardi. Non mi mossi, ma lo lasciai fare.
La mia vita continuava a complicarsi davanti a me, istante dopo istante.


Angolo Autrici:
Ebbene nonostante il giorno di festa siamo qui liete di darvi un aggiornamento che decisamente non poteva aspettare ..... ehm.... Quanta carne al fuoco? XD vediamo l'uscita della coppia di cugini più scoppiata della california! Nell'immane confusione che c'è nella loro testa esiste l'intenzione di fare ordine nella loro vita! E diciamo che questo patto potrebbe essere l'occasione giusta se sfruttato bene XD E poi .... LA BOMBA! Ginevra è incinta ... questo Tyler non l'aveva previsto XD come il poveri Chris! L'oscurità che aleggia sul passato della famiglia Bradbury si addensa considerando adesso anche questo bambino non previsto ... come si comporterà Tyler al riguardo? Non vediamo l'ora di sentire tutte le vostre ipotesi su quello che accadrà! Sia per Tyler che ormai vede Chris come l'unica figura di conforto intorno a se, sia per Seth e Wes che in nome della loro amicizia hanno promesso di smettere di incasinarsi la vita e lasciare entrare la luce nel loro mondo. Vi aspettiamo!
Un bacio

BLACKSTEEL

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The WayrightWhere stories live. Discover now