capitolo 17

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Capitolo 17

"I'm not strong enough to stay away.
Can't run from you I just run back to you.
Like a moth I'm drawn into your flame,
Say my name, but it's not the same.
You look in my eyes
I'm stripped of my pride.
And my soul surrenders and you bring my heart to it's knees. "

APOCALYPTICA - NOT STRONG ENOUGH

WES

Ero sbronzo, lo capii quando mi ritrovai seminudo con la faccia contro il bordo della piscina ed il corpo ancora mezzo immerso in acqua. Mi guardi intorno, confuso e decisamente infreddolito. La cena era terminata nell'imbarazzo più totale, tanto che alla fine avevamo cercato di seppellire quei lunghi e spaventosi silenzi ingurgitando le generosi quantità di alcohol presenti nel mobiletto dei liquori di zio Norman, soltanto così sembrò tornare la pace. Monica aveva provato ad ostacolare la mia sete ovviamente, ma avevo Chris dalla mia parte, il mio fedele cugino dalle mani abili e dai gesti veloci. Era riuscito ad afferrare una vecchia bottiglia di whiskey davvero ottimo senza farsi notare da nessuno. Mi ritrovai a fissare la bottiglia che galleggiava ancora sul canottino al centro della piscina.

- Mmm ... -

Scattai in piedi, atterrito da quel verso soltanto per vedere un istante dopo il viso pallido di mio cugino fare capolino da una sdraio a qualche metro da me. Lo vidi portarsi le mani allo stomaco come se fosse ad un passo dal rimettere, poi tornò ad affondare sul suo giaciglio, sospirando forte.

- Credevo fossi annegato in piscina mentre ero svenuto. Chi cazzo lo avrebbe spiegato a tua madre poi? - biascicò confusamente quello fissandomi con il viso lievemente alzato.

- Capirai che perdita! Probabilmente ti avrebbe pure ringraziato nella confusione, ti sarebbe stata dedicata una statua o ... una piazza! - le luci erano basse ma fastidiose da far schifo, pensai, chiudendo forte gli occhi. Afferrai un asciugamano e me lo strinsi contro il corpo, stavo tremando.

- Come no ... l'unica statua che potrebbero dedicarmi è quella della stupidità. Mi sono appena messo con una ragazza che non voglio e mandato a puttane il ragazzo più figo che abbia mai calpestato il suolo terrestre chiedendogli se poteva presentarmi una sua amica. - Chris sproloquiava come sempre – dimmi, che cazzo faccio adesso? Se esistesse una macchina del tempo la userei per tornare a quattro ore fa e cambiare il corso degli eventi! -

- Sì, non dirlo a me. Io non svuoterei quella roba irlandese ed assassina ... - dissi puntando un dito verso la bottiglia, mi sentivo una merda. - vado a farmi un caffè, ne vuoi uno anche tu? -

Chris scosse la testa, poi si coprì con un telo da spiaggia prima di scomparire totalmente dalla mia vista. Lo sentii lamentarsi appena sotto la coperta. Era un tipo strano, ma anch'io a volte sentivo la necessità di contestare ad alta voce le mie pessime scelte di vita, beh ... eravamo cugini dopotutto.

Entrai in cucina barcollante, ero a piedi nudi e gocciolante, ma non ci feci caso, i miei zii erano a letto e con ogni probabilità non era rimasto più nessuno in giro a rompere per il mio casino. Stavo per aprire il frigo in cerca di un altro po' del dolce buonissimo della signora Bradbury quando una figura scura e fino a quel momento celata ai miei occhi si fece avanti facendomi sbattere contro il bancone accanto a me per la sorpresa. Mi piegai su me stesso, distrutto dal dolore al fianco che aveva urtato contro lo spigolo mentre i miei occhi mettevano a fuoco la terribile sagoma di Kevin, chino su di me con una tazza fumante di qualcosa ed un'espressione piuttosto confusa sul volto.

- Che cazzo fai qui al buio come un maniaco sessuale in attesa di qualcuno da importunare? - gli chiesi tra un'imprecazione e l'altra. Mi alzai, sorreggendomi con la sua spalla.

The WayrightWhere stories live. Discover now