capitolo 30

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TYLER

Rachel comparve sulla soglia della mia stanza con un'insolita tuta nera ed un cappello da basket che doveva essere appartenuto a me almeno una vita fa. La guardai, confuso, mentre rovistava velocemente nel mio armadio ben attenta a non tirar fuori i miei scheletri.

- Si può sapere che diavolo vuoi? - le chiesi a quel punto, sollevando il mio sguardo dal computer.

- Una di quelle tue canotte fighe, quelle che usi per gli allenamenti ... non ho assolutamente niente del genere nel mio armadio. - sbuffò lei, ancora intenta nella sua ricerca.

Era assurdo, perché mai una sfaticata senza possibilità di salvezza come mia sorella Rachel mostrava un interesse fin troppo tardivo per lo sport? Doveva esserci senza dubbio lo zampino di un ragazzo, sperai soltanto che non si trattasse di chi pensavo.

- Sono qui ... - dissi aprendo lo sportello del cassettone accanto al mio letto svogliatamente – dove devi andare esattamente? Non sai neppure che forma abbia una palla ... -

- Quanto sei divertente! E poi figurati se metto a repentaglio la vita delle mie unghie ricostruite per giocare ... vado a fare jogging. - ribatté lei, acida.

- Quindi sai anche correre adesso ... interessante. - mi beccai la sua occhiataccia ma non riuscii a smettere di ridere. Era comico anche soltanto vederla vestita in quel modo – con chi ci vai? -

- Perché lo chiedi se lo sai già? Con Chris e non fare quella faccia. - mi rimbeccò mentre squadrava con attenzione le mie canottiere decisamente grandi per lei.

Wayright, ovviamente. Lui era ovunque di recente, trascorreva parecchio tempo con lei, non sapevo quanto fosse vera quell'amicizia, cosa ci fosse sotto, ma qualcosa nello sguardo di Rachel mi impediva di pensare che da parte suo non ci fosse interesse.

- E' una checca, l'hai capito, vero? - le chiesi incenerendola con lo sguardo.

- Siamo soltanto amici ... - chiarì subito lei, distogliendo gli occhi dai miei e dandomi le spalle apparentemente per cambiare la sua t-shirt con la mia – ma poi qual è il problema? Perché continui a rompere le palle? Da quando in qua ti importano le mie relazioni sociali? -

Ed ecco che si metteva sulla difensiva – fa come diavolo vuoi, Rachel. Ma devi capire quando stai combattendo una battaglia persa in partenza. - dissi, tornando svogliatamente alla mia guida online sui test fisici e mentali che avrei dovuto sostenere a breve. Luis era tornato all'attacco ovviamente, c'era voluto un po' a quel suo orgoglio ferito di risanarsi, ma alla fine quella stessa mattina mi aveva comunicato di aver preso delle decisioni che mi riguardavano, era logico che non mi avesse interpellato prima. Era così che funzionava per mio padre, lui decideva e gli altri si adeguavano, semplice.

- Cosa stai leggendo? - non ebbi neanche il tempo di chiudere la pagina perché Rachel aveva bloccato lo schermo con le mani, vidi il suo viso cambiare, farsi sempre più cupo continuando con la lettura.

- Quando? - chiese semplicemente con tono funereo.

- La prossima settimana. Primo test attitudinale. - dissi secco.

- Dii che ti piacciono i fiori ed il rosa. Basterà a tenerli lontani da te preventivamente - ci ritrovammo a ridere, non di gusto, era una risata che serviva a smorzare quella terribile angoscia che ci aveva sopraffatti. Sapevo che Rachel ci stava male per questo, ma non potevo farci proprio nulla, la guardai andare alla porta, poi si fermò un attimo e sospirò.

- Lo sa la tua ragazza? -

- Non è la mia ragazza. - precisai immediatamente.

- Però viene qui ogni giorno da tre giorni ... - disse lei con espressione adesso guardinga sul volto. Doveva essere confusa, probabilmente non credeva che avrei mai portato una ragazza a casa e quella era anche la mia intenzione, prima che facessi un casino con il tatuaggio almeno.

The WayrightWhere stories live. Discover now