capitolo 53

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WES



- Dammene un altro. - Lasciai scivolare il bicchiere lungo il bancone lucido, incurante delle occhiate cupe di Seth.

- Ne hai già bevuti parecchi ... Lascia perdere adesso. - Disse con una punta di autorità nella voce.

- Pensavo fossi qui per servire la gente, non per consigliarla a smettere di bere, sei proprio un barman pessimo - ribattei acido – dammene un altro, non c'è nessuno qui dentro che ne abbia bisogno più di me. -

Lo sentii sospirare, ma alla fine fece come gli avevo chiesto. Bevvi il contenuto del bicchiere, cercando di trattenere la nausea che iniziava a scorrere lungo il mio esofago. Eppure quella sensazione non era dovuta al troppo rhum, era qualcosa che mi portavo dentro da due giorni a quella parte. Prima Kevin, poi Nikolaj e mio fratello ... era troppo. Era troppo anche per uno come me.
Mi portai le mani alle tempie, lasciando scivolare piano la mia testa sul bancone fresco.


Mi ero costretto a tenere chiusa la bocca, ad avvelenare me stesso piuttosto che far finire Matt nella merda, perché nonostante l'errore che aveva commesso era pur sempre mio fratello, il mio dolce fratellino innocente, ecco l'idea che avevo sempre avuto di lui prima della terribile rivelazione della notte precedente. Avrei voluto non trovarmi in quella fottuta stanza, avrei preferito non sapere nulla piuttosto che convivere con un nuovo segreto da dover mantenere.

- Hai preso la decisione giusta, Wes ... - Seth mi diede una pacca sulla spalla – Matt non ti avrebbe perdonato, non vale la pena distruggere il vostro legame per questo. -

Mi venne da ridere – Certo, perché essere sinceri con il mondo? Meglio tenersi tutto dentro ed avvelenarsi l'anima, tanto c'è il caro Wes per questo, il piccolo vaso di pandora umano, pronto a custodire le malefatte dell'intero genere umano. - Dissi ironico – sono stanco, Seth. Sono terribilmente stufo, vorrei andar via da qui, non dover vedere mai più il viso di quel bastardo di Nikolaj, ma ovviamente non posso! Perché Monica ha davvero bisogno della sua parte di eredità ... quindi ancora una volta me ne sto buono e nessuno sembra neanche capire quanto mi costi convivere con me stesso e con tutte queste consapevolezze del cazzo. Sono sempre il solito bastardo, quello scontroso, il lupo cattivo di casa Wayright, sempre pronto a commettere azioni riprovevoli ai danni di chicchessia!- mi tappai la bocca, stavo parlando troppo, era colpa dell'alcohol, lo sapevo.

Mi alzai da lì, non volevo una replica da parte di Seth, mi limitai a lasciare alcune banconote sul tavolo e mi apprestai ad abbandonare la stanza.

Ero amareggiato, profondamente deluso ... Non mi ero mai sentito tanto incompreso in tutta la mia intera esistenza. Credevo di aver ormai imparato a non dar peso ai giudizi della gente, ma forse non era così. Perfino Kevin mi aveva mollato alla fine, ero sempre stato un tipo inaffidabile secondo la sua morale, perché prendersi la briga di andare oltre le apparenze? Nah, non valeva la pena, perché rischiare di perdere la dolce e rassicurante Celine dalle cui labbra proveniva ogni sorta di cazzata rassicurante, ogni parola suonava perfetta, l'identica copia di quella che Kevin voleva sentire.


- Ma guarda un po' chi c'è qui... Lo fuggente Wes! - Mi voltai verso la voce conosciuta ed ovviamente Wayne se ne stava a qualche metro dall'entrata del pub a fissarmi.

- Sei solo stasera? Dove hai mollato la tua ragazza? - Chiesi continuando a camminare per la strada che aveva preso a girare appena intorno a me.


- La mia cosa? - Wayne rise forte – Dov'è che stai andando conciato così? Sei ubriaco fradicio. -


Mi voltai a fronteggiarlo, ovviamente mi stava venendo dietro. Era figo Wayne, davvero uno di quelli da non lasciarsi sfuggire, inoltre il suo egoismo era tale da non spingerlo mai ad interessarsi troppo delle vicende altrui ... Inutile dire che faceva proprio al mio caso quella sera.

- Non lo so, hai qualche posto da farmi vedere? - Le sue labbra si aprirono in un sorriso sornione e decisamente soddisfatto.

- Chi ti dice che abbia ancora voglia di giocare con te? Sei stato un bambino molto capriccioso di recente ... - Mi provocò, avvicinandosi appena – Dammi un buon motivo per portarti a casa mia

Fu il mio turno di sorridere, senza pensarci due volte annullai la distanza tra di noi, poi spinsi il suo corpo contro il muro del locale, facendolo aderire con il mio. Fu soltanto un istante, un luccichio sinistro nei suoi occhi, indice che la passione stava già divampando. Ci saltammo letteralmente addosso, facendo cozzare le nostre labbra, cercai la sua lingua, mi insinuai dentro la sua bocca mentre le mie mani scorrevano lungo la cerniera dei suoi jeans e premevano sulla sporgenza rigonfia del suo inguine. Wayne gemette sotto il mio tocco, mi ritrovai ad afferrare i suoi capelli nel pugno della mano e a tirarli con violenza per meglio addentrarmi nell'incavo del suo collo con le labbra.

Non riuscivo a fermarmi, volevo soltanto sfogare i miei istinti e mettere a tacere quei pensieri assordanti che mi scuotevano dentro, ma fu Wayne a riprendere il controllo della situazione. C'era un po' di via vai lì e molta gente si era fermata a fissarci, tra questi vidi molti visi ostili.

- E allora? Qual è il vostro problema esattamente? - Gli urlai contro, costringendoli a retrocedere con delle espressioni ancora più allibite sul volto.

- Wes ... Andiamo ... Che ti prende? - Wayne stava cercando di riprendere fiato, lo sentii cingermi la vita con un braccio, poi iniziammo a camminare lontano da lì.

- Credevo che ti piacesse, credevo che non ti facessi problemi a farlo contro un muro. -Lo provocai, piazzandogli un bacio lascivo sul collo. Lo sentii fremere accanto a me.

- Certo che mi piacerebbe ... Se non ci fosse stata tutta quella gente a fissarci e borbottare, magari. - Commentò ridendo appena – Oh, guarda chi si vede, il piccolo Cassius Clay inglese e la sua bella fiamma. -

Seguii lo sguardo di Wayne e li intercettai un attimo dopo. Stavano venendo dalla nostra parte, probabilmente erano diretti al Celtic Druids e non appena ci videro Kevin si bloccò per un istante. Non lo guardai, non avrei rovinato la perfetta serata della coppietta più affiatata dell'anno. Ma Wayne non era dello stesso avviso, continuava a fissarli con una certa audacia, mentre le sue dita mi accarezzavano appena la guancia, sentivo il peso del suo braccio sulla mia spalla, mi limitai a cingergli la vita con il mio e ad appoggiare il capo contro il suo viso.

- Buonasera piccioncini! - Iniziò quello quando i due si fecero più vicini – Dove state andando di bello? -

Cercai di trattenermi dal ridere, il volto di Celine era pallido adesso, non aveva ancora imparato ad affrontare la cattiveria umana, a quanto sembrava.

- Ehi ... Ciao ... Stiamo andando al Celtic Druids. - Rispose dopo un attimo abbozzando ad un sorriso di circostanza, Kevin era ammutolito, sapevo che mi stava fissando in qualche modo, ma non affrontai il suo sguardo. Era quello che aveva voluto lui, no? L'avevo lasciato davvero in pace dopotutto.


- Ottima idea! Dovrebbe esserci una sorta di gruppo che si esibisce ... Ci stavo entrando ma poi ho trovato questo qui ... - Le sue dita mi sfiorarono appena le guance, sentii le sue labbra scendere piano sulle mie in un bacio casto – Direi che lo preferisco a tutte le band del mondo, anche alla mia se è il caso. -

Mi ritrovai a ridere e a fare spallucce davanti al viso confuso di Celine che non aveva idea di come reagire – Andiamo. - Fu Kevin a parlare per lei, la spinse avanti, poi ci oltrepassarono.

- Emh, buona serata! - Ci augurò educatamente lei.

- A voi! - Rispose Wayne, divertito – Mio Dio, l'inglese era incazzato nero. Il vostro piccolo idillio si è già concluso? - Si informò un istante dopo.

Feci spallucce – Si da il caso che alla fine l'unico che accetti lo schifo che sono sia tu, Wayne. - La mia risposta lo lasciò confuso per un attimo, mi osservò con i suoi occhi scuri che si incupirono appena di fronte a quelle parole.

- Non sei niente del genere, Wes ... Chi ti ha messo in testa questa idea? - Le sue braccia mi circondarono la vita in un gesto piuttosto tenero, lo lasciai fare, ma non smisi di camminare.

- Il mondo? - Dissi sarcastico.

- Che vada a farsi fottere con tutti quelli che gli stanno dentro allora ... - Ribatté lui incazzato.

- Ci siamo anche noi dentro – Gli feci notare, ridendo appena.

- Beh, non so te ma io vengo sfanculato quotidianamente, ci ho fatto l'abitudine. Quindi cosa vuoi che cambi per me?

Mi ritrovai a sorridere, adesso cominciavo a capire perché fossi stato subito attratto da quel ragazzo misterioso e decisamente bastardo, Wayne ed io eravamo più simili di quanto avessi mai immaginato. Ci piaceva nasconderci dietro quell'atteggiamento irriverente, era il nostro modo per tenere lontane le persone e ci eravamo anche riusciti per un bel po' di tempo.

The WayrightWhere stories live. Discover now