capitolo 66

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TYLER


- Che figata, quanta gente! - Isabelle mi passò da bere sorridente. Anche lei era figa da paura, pensai, lasciando scorrere lo sguardo sul suo corpo magro e flessuoso. Portò indietro i capelli scuri e dieci paia di occhi si voltarono verso di noi – ci stanno puntando. - mi fece notare divertita.
- E' tutto regolare. Si stanno chiedendo se sei con me, qualcuna scoppierà in lacrime tra tre, due ... - non era ancora scattato l'uno quando una tipa con cui me l'ero spassata per un paio di sere e a cui adesso non rispondevo più scappò via con gli occhi in fiamme, seguita dalle amiche.
- Wow. Sei Mister Popolarità. - quella sghignazzò – guarda, c'è tua sorella. Rachel! - la chiamò ondeggiando le braccia in aria per farsi notare. Non riuscii a fermarla in tempo, purtroppo c'era anche Wayright con lei e nessuno dei due sembrava particolarmente felice del dover avere a che fare con noi. Rachel non lo nascose neppure, la vidi parlare fitto fitto con Chris, poi si diresse verso di noi svogliatamente.
- Fratello ... consorte ... - ci salutò con poco entusiasmo. Lanciai automaticamente un'occhiata alle sue spalle, Wayright era troppo orgoglioso per venire a salutarci con ogni probabilità.
- Ehi! Potevi aspettarci! Potevamo venire tutti insieme – iniziò Isabelle, del tutto ignara dell'antipatia che Rachel provava per lei – oh, ma non sei da sola! E' il tuo ragazzo quello? - chiese un attimo dopo aguzzando la vista – wow, è figo da paura. -
Mia sorella stava assumendo un colorito malsano – Sì, stai puntando anche lui per caso? - le chiese, lanciandole un'occhiata assassina – mi dispiace per te, ma è off limits. -
Lo è anche per te, sorellina, pensai, incontrando lo sguardo di Wayright, ne approfittai per salutarlo con un cenno del capo, gesto che, ancora una volta, fece finta di non aver notato. Tornò a parlare con alcuni suoi amici. Era incazzato, non ci voleva un genio per capirlo ... mi chiesi che cosa avesse adesso, quale novità gli impediva di godersi la vita e smetterla con quell'atteggiamento del cazzo.
Improvvisamente mi sentii nominare, mi concentrai di nuovo sulla conversazione infuocata tra Rachel ed Isabelle – Mi hai sentito? Non c'è bisogno che mi aspetti, tornerò con Chris domattina. -
- Ricevuto. - la guardai andare via, Isabelle fece spallucce e mi passò un altro bicchiere di vodka. Il terzo in una lunga serie che sembravano protrarsi all'infinito. La situazione si era surriscaldata velocemente, mi ritrovai nel bel mezzo della spiaggia, accalcato tra la gente che ballava ed urlava, Isabelle era quasi del tutto andata, mi strinse le mani e le feci fare una piroetta che ci costrinse a terra. Il mondo girava intorno a noi, le fiamme del falò sembravano estendersi davanti ed intorno a noi mentre cercavamo di rialzarci e qualcuno tornava a passare i dannati bidoncini di birra che non smettevano mai di girare.
- Cazzo, di 'sto passo non arriveremo a domani ... - commentai, ridendo come un idiota con il bicchiere di nuovo pieno – non mi danno il tempo di svuotarlo! - era in delirio e faceva caldo. Faceva caldo da impazzire. Isabelle mi si stava strusciando contro guidata dalla musica lenta e sensuale che stavano passando in quel momento, la strinsi a me, posando le mani sul suo sedere incredibilmente provocante. La sentii ansimare contro il mio orecchio, poi lo vidi. Wayright. Si era liberato dalla sua t-shirt e mia sorella, insieme ad un gruppo nutrito di sue amiche, se ne stava decisamente approfittando. Lo vidi gettare la testa all'indietro, era ubriaco, stava ridendo mentre i suoi occhi socchiusi si posavano su di me quasi per caso per poi tornare in quelli di mia sorella.
- T-ty ... andiamo in tenda? - mugolò Isabelle al mio orecchio, la sua mano accarezzava sensualmente la cerniera dei miei jeans.
Quella sensazione soverchiante doveva essere dovuta alle sue carezze di Isabelle, mi dissi, deglutii forte, stavo ancora continuando a fissarlo. Quelle fottute fossette di venere, avevo voglia di leccarle e stringerle tra le mani, di aggrapparmici e spingermi dentro, di sentire le sue proteste e la sua resa finale e poi tutti i suoi trip mentali con conseguente litigio. Le mani delle ragazze passavano in rassegna i suoi addominali magri ma ben pronunciati, una di quelle gli strinse la vita, un'altra si strusciò contro la sua schiena ... Chris sorrideva beatamente ad occhi chiusi.
- V-vado un attimo in bagno ... - dissi con un filo di voce resa roca dal desiderio. No, non andava, non potevo. Ma lo stavo già facendo invece, mi gettai nella calca di corpi, dirigendomi verso quel gruppetto che prevedeva anche Chris, gli passai accanto, sfiorandolo appena con il braccio in un gesto che sarebbe passato inosservato a tutti, ma non a lui. Stavo andando a fuoco, i suoi occhi incontrarono un attimo i miei, camminai oltre, cercando di allontanarmi da quella folla opprimente. Finalmente riuscii a venirne fuori, presi una birra gelata dall'enorme piscina gonfiabile adibita a contenitore per le bevande e mi spinsi ai margini della spiaggia, lontano dalla musica e dalla gente. Attesi per quello che mi parve un secolo, seduto su uno scoglio a finire la mia birra. Ero accaldato, vedere quella scena non mi aveva aiutato affatto ... Poi li sentii, passi in avvicinamento, veloci e leggeri, fino a quando non vidi un sagoma sbucare dal buio davanti ai miei occhi. Era Wayright, barcollante ed incazzato, mi si parò davanti con espressione truce.
- Che c'è? Sei stanco di fare le porcate al centro della pista? Adesso sei passato al lato oscuro della forza? Tra sassi e sabbia dove occhio umano non vede? - mi puntò un dito contro.
Mi sollevai da lì e lo fronteggiai – Che problema hai adesso? Dimmi che cazzo ti avrei fatto adesso ... -
- Non è quello che fai! E' quello che sei ... sei una merda. - mi spinse, facendomi retrocedere di qualche passo – tornatene da lei. Da loro. Da chi cazzo ti pare! E non provare mai più ad abbordarmi in quel modo!
- Perché dovrei andarmene io? Sei stato tu a raggiungermi qui, coglione! - gli lanciai un'occhiata fulminante, era ubriaco e terribilmente rissoso, sarebbe finita male – e poi io abbordare te ... - mi lasciai andare ad una risata di scherno – ma andiamo, ti sei visto? -
- Mi hai toccato! In pista! Fanculo, lo hai fatto! -
Sgranai gli occhi in un'espressione di profonda sorpresa – Che cosa? Questa mi è nuova! Adesso ti avrei anche toccato ... pff, starai facendo confusione con l'altra Bradbury. - era furioso, i suoi occhi fiammeggiavano di pura ira.
- Ok ... errore mio. Me ne vado. - improvvisamente mi diede le spalle e iniziò a camminare.
- Wayright ... finiscila. - dissi controvoglia.
- Di? -
- Di fare il bambino. Torna qui. -
- E farmi scopare per poi sentirmi una merda nel constatare che te la fai con altra gente? - la sua voce si incrinò – credi che sia bello, Tyler? Credi che io mi senta onorato del trattamento che mi riservi? Credi che mi faccia piacere sapere che mi stai usando? Che non conto un cazzo per te? - stava piangendo, stava decisamente piangendo.
Lo guardai, non riuscivo a sopportarlo. Non le lacrime, tutto ma non quelle – Io ti ho baciato. - dissi stupidamente.
Una risata amara che squarciò il cielo – Wow, ti ringrazio. Suppongo che devo andarne fiero, devo sentirmi orgoglioso di questo ... mi hai baciato ... mi hai concesso un contatto umano invece del solito sesso violento che mi riservi! Oh, grazie mille, Tyler! -
- Sì, dovresti andarne fiero, stronzo di un Wayright – dissi a denti stretti, non riuscendomi più a controllare – ti rendi almeno conto di che cazzo sta succedendo? Di quello che sei? Sei un fottuto ragazzo, sei il vicino che ho tormentato per anni, che ho inseguito per pestare a sangue ogni qualvolta mi era possibile, questo non è cambiato ... ti inseguo ancora, solo che alla fine mi ritrovo a scoparti! - venni colto da un capogiro, mi portai la testa tra le mani, il silenzio aleggiava incontrastato adesso – se pensi che questo non mi crei alcun problema sei ancora più idiota di quanto immagini. -
- E che cosa diavolo vuoi da me? - mi venne incontro, mi ritrovai a scansarlo – che cosa vuoi? Vuoi che me ne stia zitto e buono a farmi usare fino a quando non tornerai a fartela solo con le donne? Dopo di che potrai archiviarmi come un piccolo errore di percorso? Bene, se è questo che vuoi è ok ... sono qui. Fa quello che vuoi. - mi afferrò le mani per poi appoggiarle con forza sul suo petto – non sono mica umano io, sta tranquillo. Non provo sentimenti, sono stato creato unicamente per dilettare te, Tyler! - rabbrividii, quel contatto e quelle parole erano semplicemente troppo.
- Che cosa vuoi che faccia allora? - lo dissi con un filo di voce, non riuscivo a guardarlo, quelle lacrime ... mi facevano male. Ed era terribile. Mi ritrovai a stare male perché stavo male per lui, porca puttana, non era possibile. Non stava succedendo davvero.
- Se non puoi trattarmi come si deve allora lasciami in pace. - biascicò facendo un passo indietro e liberando i miei polsi dalle sue mani, ancora immobili sul suo petto nudo – sono stanco di vederti con lei ... sono stanco di sapere da altri come passi il tuo tempo ... -
Non riuscii a parlare, abbassai le braccia che ricaddero ai fianchi. Chris stava retrocedendo ancora e ancora, il suo viso era cupo, gli occhi gonfi per le lacrime, il labbro inferiore stretto tra i denti. Poi si voltò ed iniziò a correre, furono i miei piedi a muoversi prima del resto, mi ritrovai ad inseguirlo ed anche stavolta sapevo che alla fine non sarebbe stato un pestaggio quello che avrebbe ottenuto, ma qualcosa di diverso, di spaventoso e terribile.
- Fermati! - era sempre stato il più veloce tra tutti, l'unico che non riuscivo mai ad afferrare senza averlo prima colto di sorpresa – Chris! - continuava a correre, ogni attimo metteva qualche centimetro in più tra di noi – Porca puttana, Wayright! -
- Devi lasciarmi in pace! Non hai sentito un cazzo di quello che ti ho detto? -
- E se volessi trattarti come si deve, invece? - dirlo fu come sbattere contro un muro ad una velocità insostenibile. Rimasi senza fiato mentre entrambi ci fermavamo contemporaneamente. Vidi i suoi occhi sgranati adesso puntati verso di me.
- Che cosa hai detto? - mi chiese pallido e sconvolto.
- Hai sentito. -
- N-no ... non credo proprio ... - continuò sempre meno convinto.
- Non farmelo ripetere. Hai sentito benissimo – ribattei, con il cuore che minacciava di esplodermi dal petto. Che diavolo avevo fatto? Perché lo avevo fatto soprattutto? Lo lasciai avvicinare a me, stringersi contro il mio petto ed abbracciarmi. Non mi mossi, mi sentivo del tutto fuori di me.
- Niente più triangoli, Tyler ... - sussurrò al mio orecchio, facendomi rabbrividire – trovarti a letto con qualcuno violerebbe il concetto di trattarmi come si deve, lo hai capito, vero? -
Lo guardai, aveva ancora l'aria sciupata di chi aveva avuto delle giornate di merda – Certo che l'ho capito, sono stato io a sceglierlo, coglione. Per me è anche meglio, sai? Semplicemente non ho tempo per stare dietro a tutti voi – dissi riprendendomi – quindi non credere che questa sia la vittoria della tua vita, Wayright. -
Quello rise appena – Ok ... Tyler Bradbury non perde mai, sono delle piccole sconfitte tattiche, quindi? Mollare le altre e tenerti Chris perché ... ? - mi guardò, in attesa.
- Perché se non stai zitto stasera ti uccido sul serio. - stroncai ogni sua possibile replica tappandogli la bocca con la mia. Ed improvvisamente ricordai perché l'avevo fatto, perché ero caduto così in basso da afferrare Chris e lasciare la presa su ogni altra cosa. Affondai in lui, nel calore delle sue labbra morbide che si aprivano e collaboravano alla perfezione, risvegliando ogni singola cellula e terminazione nervosa del mio corpo.
- Ti piace? - mi chiese sciogliendosi appena dal bacio prima di aggredire nuovamente e con ancora più voracità la mia bocca.
- Cosa? - non capivo un cazzo, era eccitato e volevo quel bastardo in ogni modo possibile.
- Baciarmi ... ti piace baciarmi? - sussurrò ad un centimetro dalla mia bocca.
A quel punto gli afferrai una mano e con forza l'appoggiai sul cavallo dei miei jeans a dir poco traboccante – Tu che dici, Sherlock? - lo guardai e lo vidi perdere quel poco di controllo che possedeva.
Finimmo sulla sabbia, la mia bocca sapeva della sua, vodka alla pesca e limone, Chris era nudo ed ero stato io a privarlo dei suoi vestiti in un baleno. Lo bloccai sotto di me, le sue mani si muovevano sopra lo strato leggero dei miei boxer, fino a quando non si infilò di sotto, facendomi inarcare appena dal piacere.
- E' solo mio adesso ... - sussurrò con le labbra ad un centimetro dalla mia erezione gonfissima.
- G-già, vedi di dimostrargli la tua gratitudine adesso. - lo afferrai per i capelli e lo spinsi contro il mio inguine, gemendo incontrollabilmente quando finalmente lo accolse tra le sue labbra. La sua bocca era bollente e stretta, abbracciò tutto ciò che poté, dalla punta alla base, facendomi stringere con violenza i suoi capelli mentre accompagnavo i suoi movimenti, trattenendomi a stento dal gemere senza pudore.
- P-porca puttana ... fermo ... - non potevo finire in quel modo e di quel passo sarebbe successo, e anche molto presto. Chris mi fissò, aveva le labbra rosse e bagnatissime, per non parlare della lunga scia di saliva che gli bagnava il mento ed il collo. Una visione troppo spaventosa da dover sopportare.
- Credevo ti piacesse ... - disse sorridendo maliziosamente mentre mi stringeva la vita.
Anche troppo, stronzo, pensai. Iniziai a toccarlo, con forza e precisione, proprio come piaceva a me, e i risultati si videro molto presto. Chris ansimava febbrilmente, si contorceva sotto il mio tocco, allargava le gambe invogliandomi a continuare in maniera diversa, così lo feci. Sollevai le sue gambe fino ad appoggiarle sulle mie spalle prima di infilare un dito umido della mia saliva dentro di lui.
- Wow, allora la gentilezza non è quella strana sconosciuta ... - disse con un filo di voce, iniziai a muoverlo dentro di lui, facendolo immediatamente tacere. Lo feci anche con il secondo, forzando la stretta morsa della sua carne fino a quando i gemiti di dolore non si tramutarono in piacere.
- T-Tyler ... - il modo in cui pronunciò quelle cinque lettere ... affondai dentro di lui, tremante. Chris urlò, mi fermai un attimo, incontrando il suo viso dolorante. Rimasi così, ad aspettare che si riprendesse, a stimolare la sua erezione per donargli quel piacere che gli avevo strappato. Presto Chris iniziò a spingersi contro di me, ed era eccitante. Fottutamente eccitante. Uscii ed entrai, stretto nella morsa del suo corpo, nel calore spaventoso della sua carne, mentre le sue unghie mi straziavano le spalle ed io tenevo ancora più su le sue gambe per affondare in lui un centimetro in più per volta.
- T-tyler ... così ... sì ... lì. - la sua voce mi faceva impazzire, stavo per venire, non potevo più resistere. Uscii da lui e le sue mani strinsero con forza le nostre erezioni già duramente provate. Era troppo, la sua carne bollente contro la mia e le sue mani bagnate che stringevano e si muovevano. Venimmo insieme, crollando sulla sabbia fine e fredda, l'uno sopra l'altro. Persi totalmente nell'oblio più nero di quell'orgasmo spaventoso.



Ci eravamo addormentati, ci eravamo decisamente addormentati, perché fino a pochi istanti prima c'era una fottuta mezza luna in cielo e adesso una grossa palla di sole all'orizzonte che faceva capolino dal mare. Mi guardai intorno, sopraffatto dagli effetti devastanti dell'alcohol e del sesso, e non sapevo quale dei due fosse peggio. Wayright era nudo e confuso quanto me. Fortunatamente eravamo soli.
- P-poca puttana, ci siamo addormentati! - disse alzandosi appena sui gomiti – tu ... quelle cose che hai detto ieri ... sul trattarmi bene ... era un sogno! -
No, davvero, no. Non potevo sopportare anche quello – non dicevi sul serio! Ammesso che tu lo abbia detto ... quanto abbiamo bevuto? Scommetto un sacco ... - continuò.
- Wayright, tutta la mattina non ti sopporto – dissi afferrando di fretta e furia boxer e jeans, erano pieni di sassolini e sabbia, metterli fu un inferno. Gli passai i suoi, il costume era mezzo strappato, ci eravamo andati pesanti davvero ...
- Perché c'è un momento della giornata in cui mi sopporti? - chiese quello divertito – mmm, a quanto pare di notte sì ... -
- Smettila. Hai mollato mia sorella sulla pista ed io Isabelle. Dobbiamo inventarci qualcosa – che risveglio di merda. E adesso mi toccava perfino sfanculare Isabelle. Tutto questo per Wayright. Lo guardai di sottecchi, si stava rivestendo e i suoi capelli erano un casino. Mi venne da ridere, alla fine mi alzai – torno prima io. Tu aspetta un po' prima di farti vedere. Dirò che mi sono addormentato improvvisamente, tu, invece, ti sei sentito male e hai vomitato l'anima per tutta la notte. -
- Perché non possiamo dire il contrario? - chiese quello, con un'espressione capricciosa sul volto.
- Perché l'idea è venuta a me e tu hai l'aria di uno che in effetti è stato di merda. -
- Bene, e tu vedi di nascondere gli squarci che ti ho aperto sulle spalle. - era vero, si notavano parecchio e la mia t-shirt era scomparsa.
- Vorrà dire che li userò per far capire ad Isabelle che durante la mia assenza ho scopato qualcuna. - dissi incazzato.
Chris era sconvolto – Allora era vero ... la stai mollando per me ... -
- Frena, Wayright, non sto mollando nessuno perché io non sto con nessuno. - ribattei acido – me ne vado, tu fai passare un po' di tempo prima di raggiungerci, intesi? -
- Ok ... ci vediamo più tardi? -
Era il mio stress personale, come una piccola creatura fastidiosa che si appiccicava addosso – Chi lo sa ... - la sbronza era andata via e quello era il meglio che sapevo dire. Avevo fatto un casino senza precedenti la notte prima, avevo detto cose che non avrei mai immaginato di poter dire davanti a nessuno, ma, ancora di più, davanti ad uno come lui. Lo avevo inseguito, e non per picchiarlo, né per sfogare i miei bisogni ... l'avevo inseguito per metterlo su un fottuto piedistallo, per elevarlo dove gli altri non avrebbero potuto raggiungerlo, per decretare la mia stessa resa.
E razionalmente io non potevo accettarlo.



SETH


Sapevo perfettamente che di tutte le idee di aggregazione di Wes non se ne sarebbe realizzata nemmeno una, il tempo mi diede presto ragione. Neanche dieci minuti da quando eravamo arrivati alla spiaggia che si era già allontanato insieme a Kevin a cercare da bere. Sospirai, non mi dispiaceva starmene per conto mio, pregai solo che mio cugino non si cacciasse nei guai, l'eccesso di alcohol non lo aiutava di certo a ragionare con giudizio. Con mio grande stupore un altro che cedette presto alle lusinghe degli alcolici fu Matt, era particolarmente giù e di certo le continue tensioni fra lui e Wes non facevano che peggiorare il suo stato d'animo. Presto sparì anche lui, lo vidi seguire un tipo abbronzato e pregai che non facesse niente che alla fine lo avrebbe solo fatto sentire più in colpa e triste. Mi guardai intorno e mi resi conto che toccava a me trovare una prospettiva di quella serata, sospirai, poi presi qualche birra e mi diressi verso una parte tranquilla, ben lontana dalle tende e gli schiamazzi.

La spiaggia di sera mi procurava sempre uno strano effetto, sorseggiai la birra e mi lasciai andare ai ricordi di quel paesaggio tanto familiare. Non avevo mai il tempo di andarci di giorno, il male io lo vivevo di notte, nel silenzio lo sentivo sbattere adagio nella battigia o negli scogli e sussurrare quella cantilena dolce. Ci venivamo spesso con Koll in quella spiaggia, era buffo ma in tre anni non avevamo mai avuto un vero appuntamento. Niente cinema, cene o giri per locali, io ero preso durante il giorno fra i lavori dell'accademia, lo studio e i turni al pub, così non trovavamo mai né la voglia né il tempo di andare in giro come la gente normale. Ma il tempo per la spiaggia c'era sempre. Persino quando ero totalmente esausto lui mi portava lì e restavamo ore a fissare l'acqua, a parlare di tutto quello che ci veniva in mente, a stringerci e baciarci. Quel posto conservava solo bei ricordi, era l'affaccio su sentimenti ed emozioni che adesso mi sembrava di aver vissuto in un'altra vita.

- Ci avrei scommesso che ti avrei trovato in un posto del genere ... -

Quella voce mi riportò bruscamente nel presente, voltandomi vidi avvicinarsi verso di me la figura di Dominik che si faceva strada a fatica tra i sassi e la sabbia, come sempre aveva un'aria sorridente. La sua vista mi fece venire una strana stretta al petto, sentivo come se una nube scura si sollevasse sul mio corpo e sulla mia mente. Ricordavo cos'era successo l'ultima volta che c'eravamo visti, la mia folle confessione non lo aveva spaventato anzi, lui mi aveva baciato spezzando in modo violento un tabù che nemmeno sapeva esistesse. Dentro di me non avrei mai più voluto posare le labbra su nessun altro che non fosse Koll, ma Dominik si era imposto e aveva spezzato quel sigillo lasciando la mia mente nel caos. Con quale scopo stava venendo da me stavolta? Cos'altro voleva infrangere quel sorriso?

- Da come mi guardi deduco che non ti aspettassi di vedermi ... - buttò lì imbarazzato – quindi deduco che non hai detto a tuo cugino di avvisare Byron che ti avrei trovato qui ... - la mia espressione era molto eloquente - ... mmh .... Deduco di essere un idiota ...- fece una pausa ma si sedette comunque accanto a me – come mai tutto solo? –

- Sono tutti parecchio ubriachi e intenti a fare sesso ... non sono interessato a nessuna di queste strade quindi ... - mormorai – sto qui ... pensavo –

- Immagino sia scontata la risposta, a cosa? – buttò lì osservandomi attentamente.

- Stai dicendo che penso sempre alle stesse cose? – replicai piccato.

- Da quando ti conosco sì ... ma spero che dopo il mio incontro tu possa cominciare a pensare anche a qualcun altro – la rapidità e la sicurezza con cui disse quella frase mi lasciarono interdetto per un attimo.

- A proposito di quello ... che è successo – riprendere il discorso mi provocò un forte nervosismo.

- Ero serio Seth – disse guardandomi negli occhi – le mie intenzioni nei tuoi confronti sono molto serie ... -

- Io non ... non posso essere serio ... io ... - sospirai passandomi una mano sul viso – lo sai ... sono ancora legato a lui ... mi sento ... come se fossi suo prigioniero –

- So benissimo che una storia importante è dura da dimenticare ed io non voglio questo – sorrise e mi passò una mano fra i capelli – mi piacerebbe che tu cominciassi a vedere in quel quadro anche la mia presenza ... non pretendo che tu dimentichi il suo ricordo, ma che cominci a vedere te stesso come libero ... come propenso verso qualcosa di nuovo –

Portai la mano istintivamente alla collana che adesso sembrava pesare come un macigno, quello era l'unico simbolo rimasto, l'unico legame che mi teneva ancora agganciato alla mia storia con Koll. Mi aveva incatenato a lui con quell'oggetto, ne eravamo consapevoli entrambi ed era ancora un'altra di quelle domande che non avevano avuto risposta. Se non ero niente per lui, perché darmelo? Perché volermi avvicinare così tanto se non ero altro che uno fra tanti?

- Io ... posso provarci – dissi alla fine.

La verità era che ero stanco, di lottare, di chiedere, di cercare risposte, di parlare con i fantasmi, non c'era davvero più niente per me, quel biglietto aveva ragione. La speranza era morta, allora perché non provare? Perché non cedere per una volta? Perché non provare a mollare la presa lentamente da quei ricordi e provare a riconquistare la mia strada?

- Lo faresti davvero? – chiese lui sorpreso.

- Sì ... non mi sento pronto a ... tagliare nettamente ... ma ... io voglio dare una possibilità a questa cosa, a noi due ... ma quello che ti ho detto l'altra sera era vero – precisai – non sono una persona semplice ... non lo sono mai stato e forse questo è il periodo addirittura peggiore in cui potessi conoscermi ... quindi .... Sentiti libero di rinunciare quando vuoi –

- Seth ... io non ho mai rinunciato a niente in vita mia ... non comincerò di certo con te – mormorò – mi dirai tu quando vorrai lasciarti tutto alle spalle –

Io annuì toccando ancora la collana – immagino ... che succederà quando avrò la forza di togliermi questa ... -

Mi sorrise ancora una volta - spero di essere all'altezza di uno come te ... - ridemmo entrambi.

- Non sono niente di speciale Dominik ... francamente io non mi sarei dato tanto disturbo per uno come me ...-

- Ti sbagli ... c'è un mondo meraviglioso dentro i tuoi occhi ...- sussurrò.

Eravamo vicini, molto vicini, la luce fioca del falò ci illuminava a stento e la luna tingeva la nostra pelle d'argento. Lo vidi muovere un braccio verso di me, ancora una volta passò le dita tra i miei capelli e poi giù verso il mio viso. Disegnò il profilo delle mie labbra con il pollice, i nostri respiri erano sempre più vicini tanto che potevo vedere ogni sfaccettatura della sua bocca adesso dischiusa. C'era tensione in quel momento, unìattrazione trattenuta a stento, i suoi occhi erano una supplica.

- Se ... ti baciassi ... adesso .... Andrebbe bene? – mugolò ormai ad un millimetro dalle mie labbra, ma timoroso di fare il passo definitivo.

Non risposi, fui io a compiere l'atto, mi avvicinai dissipando la poca distanza che ci separava e unendo finalmente le nostre labbra. Il bacio all'inizio fu lento e timido, quasi fanciullesco, poi acquistò sicurezza e divenne più deciso. Sentii le sue mani sul mio viso ed i nostri respiri farsi più accelerati, mi attirò meglio verso di sé ed io mi lasciai andare ancora spostando il mio peso su di lui. Caddi in avanti bloccandolo con la schiena sulla sabbia mentre il bacio ormai era diventato vorace e passionale. Quando ci staccammo eravamo entrambi senza fiato.

- E' ... stato uno dei baci più belli che io abbia mai ricevuto – mi disse sorridendo e cingendomi le spalle.

Io arrossii leggermente distogliendo lo sguardo da lui – sono stato troppo impetuoso ... spero tu non abbia sbattuto contro qualche sasso –

- Sei stato fantastico Seth – mi corresse – davvero ... non saresti mai troppo per me ...- poi si morse appena il labbro – allora ... possiamo considerarci ehm ... diciamo una coppia? Insomma niente di troppo ufficiale ecco ma ... -

- Sì ... possiamo considerarci due che si frequentano ... - acconsentii – e quando mi sarò liberato di questo – indicai il ciondolo – saremo una coppia ... ti prometto che ... farò del mio meglio per non farti aspettare troppo, credo che tu non lo meriti ...-

- Ti sbagli – disse baciandomi la tempia – sei tu che non meriti di rimandare ancora la tua libertà ... quindi ... non vedo l'ora che tu ti senta pronto a tornare a vivere nel presente ... farò del mio meglio per renderti felice –

Restammo così, stretti l'uno all'altro, con la luna sopra di noi, con il rumore delle onde, quasi in una bolla fuori dal tempo. Ci baciammo ancora e osservammo il cielo sopra di noi cambiare, con la luce del sole che lentamente illuminava quel luogo magico. Da quando lui strinse forte il mio corpo a se per la prima volta da quando quel mio travaglio era iniziato, per una notte, non pensai a niente che fosse il presente. Per la prima volta in quella spiaggia tenni la mente fissa su quel ragazzo, sul candore delle sue parole, sulla stretta protettiva che mi stava dando e sulla prospettiva di andare avanti.


NOTE DELLE AUTRICI: Eccoci qui con un capitolo a cui teniamo davvero tanto. Capirete da voi che questo capitolo rappresenta una svolta importante per alcuni dei nostri protagonisti, soprattutto per Seth e Tyler. Entrambi sembrano quasi disposti ad accettare una realtà che hanno negato per moltissimo tempo. E' un momento di grande positività, nonostante le tenebre siano sempre in agguato.
Speriamo che sia piaciuto anche a voi :) personalmente siamo parecchio legate a questa parte della storia.
Grazie come sempre per il vostro appoggio, grazie ai lettori che sono sempre molto numerosi, a chi segue la nostra storia, a chi la preferisce e soprattutto un ringraziamento speciale va ai nostri recensori, sempre attivi e reattivi. Siete davvero il massimo :)
A presto!
Un bacio

- BLACKSTEEL -

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The WayrightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora