capitolo 27

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SETH

La decisione era presa e non mi sarei tirato in dietro, sarei andato avanti per trovare un po' di pace, per riuscire a chiudere occhio la notte. Mi sollevai dal letto, mi cambiai velocemente ed uscii dalla mia camera intenzionato a mettermi al lavoro. Le mie intenzioni erano chiare, avrei scoperto il più possibile, qualunque cosa questo significasse. Presi il mazzo di chiavi del suo appartamento e lo misi in tasca, mi apprestai ad uscire quando mi imbattei nella figura sorridente e pimpante di Wes all'ingresso. Gli lanciai una lunga occhiata tanto che lui rispose guardandomi accigliato di rimando.

- Che ti serve, cugino, la mia anima forse? – chiese schernendomi.

Storsi il labbro in segno di disgusto - perché ne hai una, cugino? – mi dedicò un altro sorriso - vieni con me. –

Non attesi risposta, lo afferrai per un braccio e lo trascinai via dalla casa.

- Ma che cazzo! Seth! Seth! – si lamentava – ma che fai? Dannazione! –

Lo gettai in auto al posto del passeggero e io mi accomodai al volante – metti la cintura – dissi e poi accesi il motore e partimmo.

- Deve davvero essere una cosa seria se hai usato un mezzo di trasporto della famiglia – osservò – sbaglio o usi sempre la metro? Non ti va proprio di prendere in prestito roba da tuo padre ... –

Rimasi in silenzio continuando a guidare e dirigendomi in una strada familiare, casa di Koll.

- Seth? E' un rapimento per caso? Puoi almeno dirmi che cazzo facciamo nell'auto di tuo padre in un quartiere di merda, tra l'altro? – insistette.

- Piantala di scocciare ... non ti ho rapito perché adoro la tua parlantina Wes – lo zittii – abbiamo una missione adesso e tu farai come ti dico. –

- Mmm, come siamo criptici. Una missione, eh? Cristo, ti sei bevuto il cervello? – cantilenò.

Fu troppo, non era solo lui, era tutto, tutto il dannato universo che era diventato insopportabile, accostai bruscamente, frenando di colpo, tanto che entrambi rinsaccammo forte in avanti.

- Cazzo ... - gli sfuggì.

- Ascoltami bene adesso – sbottai rabbioso – tu ora chiudi il tuo fottuto becco e mi accompagni a casa di Koll e io scopro cosa diavolo sta succedendo – le lacrime avevano iniziato a sgorgare dagli occhi senza che io lo volessi – perché sono stanco, sono stanco e a pezzi! Perché dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme non posso sopportarlo ... fa troppo male – ansimavo adesso – ... io merito più di questo, merito più che essere solo un gioco, merito di sapere , merito di conoscere la persona che mi sta calpestando .... Chiaro!? –

Il suo volto perse qualunque traccia di felicità o derisione, si fece improvvisamente serissimo - porca puttana, bastava dirlo subito. –

Allora rimisi in moto e percorsi il resto della strada che mi divideva da quell'appartamento, cercando di cacciare via le lacrime.

- Seth ... posso chiederti cos'è successo? – disse poi – cosa ti ha fatto? –

Spensi il motore, guardandomi intorno attentamente, la sua moto non c'era, fortunatamente non avrei dovuto aspettare che uscisse. Smontai dall'auto seguito da Wes che ormai aveva rinunciato a qualunque spiegazione, ci dirigemmo verso il palazzo ed una volta entrati salimmo al piano del suo appartamento. Stare davanti a quella porta bastò per farmi assalire dall'agitazione, la mano mi tremava leggermente quando estrassi la chiave e la infilai nella toppa, inspirai e con tutto il coraggio che avevo in corpo aprii la porta rivelando l'appartamento vuoto.

The WayrightWhere stories live. Discover now