capitolo 33

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KOLL

Mike Ross camminava sereno e con passo pimpante per le strade di Berlino, era una giornata tranquilla, il volo era andato meglio del dovuto, niente ritardi né contrattempi di alcun tipo. Il vento conferiva a quella giornata una brezza fresca che incorniciava perfettamente la vita genuina di quel ragazzo. Giovane copilota di aerei di linea, aveva visto i posti più belli del mondo, ed era adorato dalla sua fidanzata Joanne che aspettava il suo rientro con trepidante attesa. Era bella la vita di Mike Ross.

- Mike!-

Sollevai lo sguardo e mi apprestai a sorridere serenamente, sì Mike era un uomo sempre rilassato e affabile. Joanne mi venne incontro e mi abbracciò forte, io ricambiai la stretta e la baciai. Il sapore di quelle labbra così dolci e morbide, i suoi capelli lisci e biondi fra le mie mani, il suo corpo esile premuto contro il mio, tutto quello, mi resi conto, non mi era affatto mancato.

Bugiardo, ecco cos'ero, un imbroglione, un criminale che si aggirava furtivo e teneva insieme il suo essere usando le vite degli altri, Mike Ross, Tim Olson, Jeffrey Morgan, Kayle Oman, tutti loro erano una copertura, strati su strati di menzogne per coprire i traffici di Koll, per coprire la nuova vita di Meallta. Ed ogni vita che mettevo in piedi era autonoma e viva, entrava in contato con altre persone, coinvolgeva nella rete sempre più mondi diversi, ben attento a non farli toccare, altrimenti sarebbero implosi.

- Non ho molto tempo, amore – dissi all'orecchio di Joanne in un tedesco perfetto – torno stasera e porto la cena, sarà una serata speciale. –

Lei arrossì violentemente, sapeva cosa sarebbe accaduto quella sera, lo sapevamo tutti, il buon Mike sapeva che i tempi erano maturi per chiedere alla sua odorata di sposarsi, aveva ventisei anni, un lavoro ben retribuito che nonostante lo impegnasse molto poteva tranquillamente bastare a mantenere una famiglia. Anche il lavoro di Joanne al giornale procedeva bene ed era diventata da poco editrice ufficiale, con un suo pezzo tutte le settimane.

- Mi metto in ghingheri per te! – mi disse facendomi l'occhiolino - vedi di non rientrare troppo tardi, cerchiamo di cenare puntuali per una volta! –

Le promisi di tornare a casa presto con la cena e che ne sarebbe valsa la pena di aspettare. Poi mi mossi verso la vera ragione che mi aveva riportato in Germania così presto, i miei affari richiedevano sempre la mia presenza e quello era davvero molto importante.

Mi ritrovai come stabilito sul retro di una vecchia fabbrica nella periferia di Berlino, un posto deserto persino durante il pomeriggio, la zona era stata dismessa da tempo e lì nessuno sarebbe venuto a ficcare il naso.

Non fu una lunga attesa, il suono di passi pesanti mi annunciarono l'arrivo del mio cliente Rudolff Baylish, era un industriale tedesco parecchio ambizioso, di recente alcuni colpi molto azzeccati gli avevano permesso di quadruplicare le entrate nella sua azienda e salire vertiginosamente nelle quotazioni in borsa. Questi colpi molto azzeccati glieli fornivo io. Come? Si potrebbe chiamarlo spionaggio industriale ma sarebbe alquanto limitativo, traffico illegale di informazioni dava un'idea più chiara.

- Koll! Finalmente! Hai le mie buste? – chiese l'uomo trepidante.

- Certamente, tu hai i miei soldi? – mi accertai lanciandogli un'occhiata.

- Ovviamente! – disse quello ridendo soddisfatto e tirando fuori dalla valigia una busta bianca, io allungai la mano e la presi.

Gettando un occhiata all'interno notai i contanti che mi doveva così gli passai la busta che avevo portato, dentro c'erano le prossime richiese del mercato, con i prototipi già parzialmente sviluppati dei suoi principali concorrenti, questo era il necessario per la vittoria.

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