capitolo 82

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CHRIS



- Quindi è tutto risolto? Non voglio che ti senta in dovere di parlarmi soltanto perché mio padre si frequenta con tua zia ... - Sean era imbarazzato, lo vidi appoggiarsi appena contro il mio scooter e studiarmi a dovere.
- Sean, non sono felice di quello che hai fatto, lo avrai capito, ma va bene, sono pronto ad andare avanti e dimenticare quello che è successo.. - dissi cercando di trovare le parole giuste per non mostrarmi eccessivamente tollerante. Non ero bravo a comportarmi di merda con le persone, né a tenerle sulle spine, in effetti avrei dovuto quanto meno prendere un po' più di tempo, fargli capire quanto fosse stato stronzo ma alla fine avevo ceduto sotto le sue continue richieste di vedermi per chiarire. In fin dei conti ne avevo passate così tante quell'estate, tra le minacce di Lewis e la pazzia di Scott non mi stupiva più nessuno raggiro ordito ai miei danni.
- Ti ringrazio in questo caso ... non avevo idea che avessi avuto delle brutte esperienze in passato. Quel ragazzo di cui mi hai parlato ti ha minacciato? Lo sta facendo anche adesso? -
Come se non fosse bastato il resto adesso mi ero anche ritrovato a raccontargli parte della storia della mia vita. Ottima mossa, Chris, mi diedi un cinque mentale – No, per fortuna è tutto risolto, ma non riesco a fidarmi della gente, sai ... credo di aver imparato dai miei errori per fortuna. - non poi così tanto se mi ero aperto in quel modo con Sean però.
Quello annuì – Ti capisco. Scusami ancora, non userei mai un'informazione del genere per minacciarti, te lo giuro. Non riuscivo soltanto a capire perché mi nascondessi le cose ... sono stato decisamente indelicato ... -
- Indelicato è un eufemismo, sei stato proprio uno stronzo, Sean. - rincarai la dose e ci ritrovammo entrambi a ridere.
Sollevò le mani in aria in segno di resa – Hai ragione. Giuro che non mi farò mai più i tuoi affari, Chris, e soprattutto non ti forzerò a raccontarmi dei tuoi problemi. -
- Bene. - accettai le scuse alla fine, non aveva senso continuare in quel modo. Lo fissai un attimo, non mi aveva mai dato l'impressione che potesse essere interessato a me, neanche in quel momento, eppure me lo aveva ribadito più volte ormai.
- Ecco, vorrei che evitassi queste occhiate, ad esempio ... so a cosa stai pensando e credimi, anche uno come me può sentire l'imbarazzo. - fu il mio turno di imbarazzarmi a quel punto, annuii e guardai altrove.
- Chiedo scusa, solo che non riesco ancora a crederci ... -
Sean rise ed i suoi occhi brillarono appena – A cosa? Non riesci a credere che qualcuno sia interessato a te? -
Quella conversazione stava diventando molto più che imbarazzante – No, ma ... non so, credevo che ... -
- Ti avevo puntato dall'anno scorso, Chris, da quando ci siamo incontrati alla gara. Conoscevo il tuo nome ed il tuo cognome, spesso ti cercavo anche su facebook e provavo a sbirciare qualche foto ... non sai quanto mi abbia fatto incazzare la privacy sul tuo profilo. - Sean sembrava divertito, io ero stato semplicemente preso alla sprovvista e, a giudicare dalla sua faccia, doveva averlo capito adesso – e dai! Non stupirti tanto. Quando ti ho visto e ho capito che tu eri il nipote della donna con cui usciva mio padre ... credimi, ero il ragazzo più felice del mondo. Cazzo, quanto è piccolo il mondo, no? -
- Lo è davvero. - concordai, ancora frastornato – avresti potuto dirmelo subito ... -
- Certo, come no ... - Sean mi fulminò con lo sguardo – eri sempre così sulle tue, dovevo capire cosa avessi in mente. Sapevo che eri gay, ma non facevi altro che rifilarmi frottole su frottole fino a quando non ti ho visto per la prima volta parlare con Bradbury e allora ho compreso tutto. Sta tranquillo – aggiunse quando vide il panico sul mio volto – nessuno si renderebbe conto di niente, nessun etero almeno, io ho l'occhio allentato, tutto qui. -
Sperai che fosse davvero così, ma ad ogni modo ormai era finita, no? Non ci sarebbe stato più nulla da temere o nascondere. Ancora una volta sentii il mio cuore farsi pesante come se fosse stato schiacciato da un enorme masso. Lo avevo visto andare via con la sua auto, mi era bastata una sbirciatina veloce per accorgermene. Doveva avere uno dei suoi appuntamenti, lo sapevo, forse con la tipa bionda e bellissima che avevo visto in spiaggia. Mi sentii raggelare dentro nonostante i trenta gradi di quella sera ... come potevo andare avanti in quel modo? Il mio corpo si muoveva come se niente fosse ma la mia mente era ferma lì, ancora su Tyler.
- Posso aiutarti. - la voce bassa di Sean mi riportò al presente, mi ritrovai a guardarlo, sbattendo le palpebre per la confusione.
- Non vedo come. -
Quello rise maliziosamente – Tranquillo, lo vedo io. Lo faremo impazzire di gelosia ... -
- Cosa? No! -
- Dai! Vedrai che cederà nel giro di qualche giorno! Li conosco i tipi come lui ... sono così possessivi ... -
Beh, si sbagliava ed anche di grosso – Tyler non è così ... a lui non gliene potrebbe importare meno, Sean, credimi. -
- Non ti credo invece. E' quello che vuole darti a vedere, ma sotto sotto sta morendo dalla gelosia. -
Scossi la testa, mi sarebbe piaciuto credere in quella meravigliosa menzogna, sarebbe stato infinitamente bello sprofondarci dentro e pensare che a Tyler fosse mai importato qualcosa di me, ma non era così. Era stato chiaro, le sue parole lo erano state almeno.
- Possiamo farci vedere insieme, che ne dici? Puoi raccontare a sua sorella dettagli scottanti della nostra relazione ed assicurarti che lui ti senta! Possiamo ... -
Lo interruppi – Sean, no. E' finita, a lui non importa ed io non mi renderò ridicolo in questo modo. Poi non mi permetterei mai di usare te e Rachel per i miei scopi, non sono quel tipo di persona ... -
- Dovresti diventarlo invece, forse faresti strada, forse riusciresti a prenderti ciò che vuoi. - commentò quello, serissimo. Mi stava fissando, vidi del desiderio sul suo volto.
- Sono confuso ... non capisco perché tu mi stia proponendo una cosa del genere, sarò sincero ... -
- Perché credo sia una buona mossa! -
Scossi la testa – No, non è questo il punto. Non capisco come possa starti bene una cosa del genere ... farti usare come leva per far incazzare Tyler e spingerlo di nuovo da me. Non è bello, se davvero io ti piaccio ... questo ti farebbe molto male, Sean. -
- Lo so, lo farei soltanto per te infatti. Per farti capire quanto Bradbury non valga neanche una tua lacrima. -
Mi venne da ridere, ma non di felicità – Questo lo so già, Sean. -
- Allora dovresti voltare pagina. -
- Chi ti dice che non lo stia già facendo? - gli chiesi, serio.
- I tuoi occhi, i tuoi sospiri, quell'aria triste che hai impressa addosso ogni volta che ti vedo ... -
- Andrà meglio prima o poi. Devo solo evitare di incontrarlo ... -
Sean sghignazzò – Come se fosse semplice, non so se te ne sei accorto ma continua a vivere accanto a casa tua ... -
- Beh, cosa vuoi che faccia? Che mi trasferisca? Che cambi stato? Pianeta forse? -
Il suo sguardo si fece più profondo – No, puoi venire a letto con me però, possiamo spassarcela per tutta l'estate. Ti assicuro che alla fine non ricorderai neppure il suo nome. -
Quelle parole mi lasciarono basito, ultimamente capiva spesso, quel tipo era fuori di testa, ma capii che non stava scherzando affatto – Ne dubito, Sean ... -
Lo sentii sbuffare forte – Bene, allora fa come ti pare. Io mi sono proposto, ed anche più di una volta ormai, non voglio risultare pesante quindi facciamo alla tua maniera. -
- Voglio solo un amico ... - dissi con estrema sincerità ed anche parecchia fatica.
- Sarò quello che vuoi – Sean mi fece l'occhiolino, poi controllò il cellulare – adesso se non ti dispiace vado a beccarmi con un tipo che non si è lasciato sfuggire il treno. -
Mi ritrovai a ridere – Va bene, buona serata allora. Ci sentiamo domani, ti faccio sapere per quella festa. -
- Sicuro! - Sean mi salutò, poi montò in auto e si dileguò in un paio di secondi dalla mia vista.



Che casino del cazzo, pensai, mentre prendevo posto sul mio scooter fresco di officina. Quello vecchio era del tutto andato dopo lo schianto di Wes e Seth. Avrei dovuto capirlo già da allora come sarebbe andata a finire con Bradbury, anzi a dire il vero lo avevo già capito, ma mi ero incaponito come sempre, avevo sperato di sbagliarmi, di poter migliorare quell'enorme testa di cazzo del mio vicino. Avrei dovuto mandarlo a quel paese quella notte in spiaggia, invece no, avevo creduto alla sua promessa ...
E se volessi trattarti bene da ora in poi, Wayright?
Sì, eccome se lo aveva fatto. Ma come potevo essere stato così idiota? Non era da me, avevo sempre avuto tutto sotto controllo, non avevo mai permesso a nessuno di infilarsi nei miei pensieri a quel modo ... avevo avuto paura di diventare come mio fratello Seth ed adesso c'ero dentro anch'io fino al collo.
Parcheggiai al centro, fu una fortuna trovare posto tanta era la confusione. Non sapevo neppure perché fossi uscito, forse l'idea di starmene chiuso in casa a deprimermi per un'altra lunga giornata mi mandava in bestia. Mi stavo facendo distruggere la vita da uno che a quel punto doveva aver dimenticato perfino come mi chiamassi. Sean aveva ragione, dovevo lasciarmi andare, sperimentare un po' con lui? Era un bel ragazzo ... alto, fisico prestante, capelli chiari, occhi verdi ... eppure.
No, non era Bradbury. Non poteva andare.
Se fossi stato solo mi sarei preso a pugni per quello che avevo appena pensato, fu tutta quell'enorme folla di gente ad impedirmi di picchiare la testa contro una vetrina. Ero un idiota! Stavo ancora morendo dietro quel lurido figlio di puttana! Lo vedevo, quei ricordi arrivavano come flash inaspettati, il suo corpo muscoloso e nudo, la cicatrice sulla sua spalla, quegli occhi glaciali puntati su di me mentre si spingeva dentro il mio corpo, poi quel sorriso ... raro e bellissimo. A volte aveva sorriso per me e con me ... non potevo essere così insignificante per lui ... no?



- Ehi, Chris! - ero imbambolato, mi voltai verso la voce per incontrare il viso sorpreso di Rachel a qualche metro da me.
- Ehi, ciao! - le andai incontro e risposi al suo bacio, era con delle amiche, ragazze che conoscevo di vista soprattutto, salutai tutti – che ci fai qui? -
- Faccio un giro con le ragazze, niente di che ... ma sei da solo? -
- Già ... - dissi un po' imbarazzato.
- Quindi alla fine Sean ti ha mollato ... - sollevò un sopracciglio, quel gesto mi ricordò incredibilmente il fratello. Era così tipico di lui che mi imbambolai di nuovo – Chris? Va tutto bene? -
- Sì ... volevo solo fare un giro, prendere un po' d'aria e qualcosa da bere ... -
- Puoi venire con noi ... non abbiamo parlato molto di recente, credo di essere stata spodestata da qualcuno. -
Ce l'aveva con me, conoscevo e capivo le donne meglio di quanto facessi con i ragazzi, mi resi conto – Rachel, te l'ho detto ... è il figlio del tipo che esce con mia zia Monica e so che voi due non andate d'accordo ... -
- Noi due? E tu ci andresti d'accordo quindi? Anche dopo quello che ti ha fatto? E' un bugiardo, Chris! Se ne sta soltanto approfittando, perché tu sei dannatamente buono ... -
- Non sono un cazzo io, Rachel! - ero stufo, cominciavo davvero ad essere incazzato adesso – dacci un taglio con questa storia irritante e smettila di metterti in competizioni con lui ... -
Il suo viso si fece paonazzo – In competizione? Ma stai scherzando, vero? Non capisco come tu possa fare finta di niente! Ti ho visto parlare con lui poco fa fuori casa tua ... -
- Ok, e quindi? Dimmi, cosa dovrei fare secondo te? Dovrei bandirlo da South Gate? Non rivolgergli mai più la parola nonostante continui a scusarsi? Tutti sbagliano, Rachel. Anche tu lo hai fatto con me, eppure adesso siamo qui ... siamo amici nonostante tutto. - la vidi abbassare lo sguardo, doveva aver capito cosa intendevo – quindi smettila di rompermi le palle su Sean. -
- Ho capito. -
Aveva capito, ma il resto della serata trascorse terribilmente lento. Nonostante tutto non le era passata, non ce la faceva proprio a lasciar perdere, mi ritrovai a parlare più con le sue amiche che con lei, per fortuna il cameriere fu veloce con le ordinazioni e un'ora dopo ero già in scooter, pronto a tornarmene a casa a deprimermi.
Mi stesi sulla sdraio, i miei occhi fissavano la superficie dell'acqua scossa appena da una brezza lieve. L'avevamo fatto anche lì, su quella stessa sdraio sulla quale mi trovavo, nonostante avessimo fatto piano Seth ci aveva visto dalla finestra della sua stanza, l'unica rivolta direttamente verso la piscina. Un brivido mi percorse la schiena al ripensare al nostro ultimo incontro a casa sua, sul divano in salotto, prima ancora sul suo letto. Niente lasciava presagire un finale così disastroso, pensai, portandomi la testa tra le mani.
Poi sentii dei passi, alzai gli occhi ed incontrai quelli di Matt a qualche metro di distanza dalla piscina. Aveva una cera di merda ed era piuttosto insolito.
- Cugino ... -
Quello rispose al saluto con un cenno della testa, poi si sedette accanto a me.
- Voglio andarmene da qui. - mi confidò con un sussurro.
- Tutti vogliono andarsene da qui, ma nessuno può farlo. E' come un incubo soltanto che purtroppo è la nostra realtà. -
- Davvero ... non vedo l'ora che questa estate finisca ... -
Mancava ancora troppo per i miei gusti, ma ad ogni modo i miei problemi non se ne sarebbero andati con l'estate purtroppo. Non volevo pensarci, eppure non facevo altro. Che cosa gli avevo permesso di farmi? Quanto in profondità era riuscito ad entrare?
- Ci sarà una festa sabato... la più attesa dell'estate, a quanto pare ... - iniziò lui.
- Sì, la conosco, ma non ho mai trovato dei biglietti per andarci. E' un posto molto chic, aperto soltanto alle persone con molti agganci. -
Matt sorrise appena – Potrei averne qualcuno – ero stupito – un mio compagno di classe verrà in zona tra qualche giorno, fa da fotografo per questo gruppo esordiente ma già molto famoso che è stato ingaggiato per suonare. Credo che possa racimolare qualche biglietto anche per noi. -
- Forse è quello che ci vuole – dissi speranzoso.
- Di certo non potrebbe andare peggio di così. -
Matt aveva ragione ... no, non poteva andare peggio di così, pensai, avvilito.

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