Lorenzo Insigne;

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Lorenzo Insigne, Napoli

"Lorenzo ma che stai facendo?" Chiedesti al tuo amico piuttosto confusa, ma divertita dalla situazione.

"Quello che devo fare." Replicò lui serio, incrociando le braccia al petto e appoggiando la schiena sulla superficie di legno.

"Bloccare la porta di camera mia?" Domandasti alzando gli occhi al cielo.

"Se è necessario anche chiudere a chiave." Smettesti di rovistare nel porta gioie e voltasti lo sguardo posizionandolo su di lui. Alzasti un sopracciglio.

"Addirittura?" Dicesti dopo qualche secondo.

"Si." Era terribilmente serio, lui solitamente scherzava e sorrideva a tutti, era per questo motivo che era un tuo amico.

"Hai ventisei anni, non sei più un ragazzino!" Lo sgridasti, dando un'occhiata ai capelli.

"E quindi? C'è qualche problema?" Domandò strafottente, passandosi una mano tra i capelli.

"Io dico che i problemi li hai in testa." Ridacchiasti, questa volta mentre sistemavi i braccialetti sul tuo polso.

"Sapessi quali problemi ho.." Lo sentisti sussurrare piano.

"Hai cinque minuti per spostarti da quella porta e lasciarmi uscire." Avevate passato qualche minuto senza dire nulla. Lui che scrutava ogni tuo movimento e tu che finivi di prepararti per quell'appuntamento. Non capivi cosa volesse Lorenzo e sapevi che non te lo avrebbe mai confessato, ma speravi che ti avrebbe per lo meno lasciato la possibilità di varcare quella porta, benché le sue intenzione sembravano tutt'altro che quelle.

"Allora stasera va a finire che con quello non ci esci e stiamo tutta la serata qui, io e te." Rispose dopo alcuni secondi. Lo vedesti sorridere per un attimo, i suoi occhi si addolcirono un po' e portò lo sguardo dal pavimento a te.

"Esco dalla finestra." Facesti spallucce facendogli la linguaccia.

"Si poi cadi e ti fai male." Borbottò scuotendo il capo.

"Esatto, così poi mi hai sulla coscienza." Ridacchiasti prendendo la borsa. Lui ti osservò finché non arrivasti fino a trovarti proprio di fronte a lui, in attesa che si togliesse per lasciarti passare. Con lo sguardo ti indicò qualcosa dietro di te, tu ti voltasti e vedesti il tuo telefono attaccato al caricatore. Certe volte avevi proprio la testa all'aria e per fortuna che c'era lui a ricordarti le cose. Gli sorridesti riconoscente e gli desti le spalle, per fare qualche passo e prendere il cellulare.

Appena ti voltasti però, venisti colta di sorpresa e non avesti nemmeno il tempo di renderti conto che le sue labbra erano a contatto con le tue. Non era la prima volta che succedeva, ma ogni volta era come la prima. Sorprendente, magica, diversa. Automaticamente ti trovasti a ricambiare quel bacio, che la parte irrazionale di te desiderava con tutta te stessa, ne avevi appena preso consapevolezza, mentre la parte razionale di te ti consigliava di staccarti, perché sarebbe stato meglio per il vostro rapporto, per il ragazzo che ti aspettava sotto casa, per la tua sanità mentale. Così, seppur contro voglia, appoggiasti le mani sul petto del tuo amico e lo staccasti di poco.

"Lore... No..." Riuscisti solo a dire. Lui sbuffò e si allontanò completamente da te, sedendosi sul tuo letto. Era nervoso, si notava dalla gamba che tremava a ritmo regolare, le mani a coppa su parte del viso e il respiro pesante. Tu eri in piedi, non sapevi che cosa fare, se andare vicino a lui, se parlare, se scappare, se spiegargli. Speravi che fosse lui a iniziare una discussione, perché sì, dall'aria che tirava in quella stanza percepivi che avreste discusso.

"Dimmi soltanto una cosa e sii sincera, poi se non mi dai la risposta che mi aspetto me ne vado." Sussurrò fissandoti insistentemente. Annuisti.

"Quando mi hai allontanato, lo hai fatto con la testa o con il cuore?" Era serio, forse più di prima e la domanda che ti aveva posto era molto scomoda. Cosa avresti dovuto rispondere, con la verità o con il falso?

"Lorenzo, lo sai, non è giusto. Non è giusto per il nostro rapporto, non è giusto per lui che mi aspetta di sotto, non è giusto perché poi non ci capiamo più un cazzo." Spiego con una voce dispiaciuta, sofferente. Non mi piace litigare con le persone.

"Infatti io non dico che sia giusto. Ho chiesto se hai ragionato con il cervello o con il cuore." Domandò di nuovo. mantenendo la calma. Sapevi che sarebbe potuto scoppiare dal nervoso da un momento all'altro, come una bomba ad orologeria.

"Ho ragionato con il cervello." Sussurrasti fissando il pavimento.

"Perché?" Continuò, fissandoti inquisitorio.

"Perché da quando mi hai dato quel cazzo di bacio due mesi fa io non ci ho capito più niente, perché se mi metto a usare il cuore so che ci rimango fregata, come al solito!" Alzasti il tono di voce e questa volta lo guardasti, gesticolando come una pazza.

"Quindi preferisci nascondere i tuoi sentimenti? Preferisci non metterti in gioco?" Rispose lui a tono, alzandosi in piedi e avvicinandosi a te di molto.

"Smettila di fare come se fosse soltanto colpa mia! Se tu avessi chiarito che mi vuoi, che vuoi che io sia tua e di nessun altro, tutto questo casino non esisterebbe. Se tu avessi preso una posizione fin dall'inizio sarebbe andato tutto bene. Invece no, mi baci quando hai voglia, così io non ci capisco più un cazzo perché sto cercando di allontanarti dal mio cuore ma non è facile se per dimenticare un bacio con te di metto secoli." Urlasti con tutta la frustrazione che quella situazione ti aveva portato. Ora tu ti eri avvicinata a lui ancora di più, tanto da sbattere il petto contro il suo, mentre riprendevi fiato per la sfuriata.

"Come facevo io a prendere una posizione se tu in questi due mesi hai continuato ad uscire con sto coglione qui sotto come se nulla fosse? Come se per te i nostri baci non valessero nulla!" In quel momento era lui quello che aveva iniziato a urlare.

"Lo facevo per dimenticarti, coglione." Sussurrasti mentre le vostre fronti si toccarono.

"E io lo facevo perché pensavo di non interessarti, cretina." Mormorò lui, prima che le vostre labbra si scontrassero con foga. In quella stanza aleggiavano passione e rabbia. Tu passasti una mano tra i suoi capelli scombinandoli, lui invece infilò una mano sotto la tua maglia per avvicinarti di più a lui. Eri senza fiato, ma non ti importava in quel momento. Vi eravate finalmente dichiarati e questo bastava.

"Te lo avevo detto che alla fine saremmo rimasti qui, io e te." Sorrise mentre tu gli toglievi la felpa. La sua mano finì nei tuoi capelli e le tue labbra di nuovo a contatto con le sue.

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Dedicato a Footballer_life

Scusami per l'attesa, spero ti piaccia!

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