Saúl Ñíguez Esclápez {2};

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Saúl, Atlético Madrid

Sfilasti gli occhiali da sole, per vedere meglio lo schermo del tuo cellulare. Eri pronta a fare un bellissimo book fotografico a tuo figlio, il quale era riuscito a realizzare uno dei suoi sogni più grandi. Leon fin da piccolo piccolo aveva sviluppato una passione per il calcio, giocava sempre con la palla e spesso voleva vedere le partite della sua squadra del cuore, ovvero l'Atlético Madrid. Aveva soltanto cinque anni, ma eri riuscita a farlo sfilare di fianco ai calciatori all'entrata dello stadio. Tutto questo perché conoscevi un fisioterapista del Valencia, il quale era riuscito, non sapevi in che modo, a convincere i piani alti, benché tuo figlio non rispettasse l'età minima di sei anni. Scattasti in piedi attenta quando iniziasti a vedere i due capitani e cercasti di capire quale giocatore fosse capitato a tuo figlio e notasti con piacere che era uno dei suoi preferiti, insieme a Griezmann, Saúl. Lo fotografasti, lui sembrava un po' impaurito dalla tanta gente, ma comunque potevi notarla da lontano la felicità sul suo viso.

Il tutto durò pochi minuti e dopo i bimbi furono mandati nel tunnel. Prima di farlo andare, Saúl gli diede una carezza sulla testa e Leon saltellò da un piede all'altro.
Si giocò la partita, che finì con una vittoria dell'Atlético in casa del Valencia.

"Leon, Leon sei qui?" Alzasti la voce, addentrandoti per i corridoi per vedere dove si fosse cacciato tuo figlio. Tutti i bambini erano arrivati dalle loro mamme e se ne erano andati. Da un buon cinque minuti stavi attendendo ormai da sola, ma il tuo piccolo non si vedeva. Ogni volta non trovarlo ti faceva venire l'ansia, un peso sullo stomaco non se ne voleva andare finché non avresti rivisto quei magnifici occhietti blu.

"Leon finalmente!" Appena svoltasti l'angolo, lo incontrasti. Era insieme al suo giocatore preferito, il quale era chinato alla sua altezza e stavano ridendo insieme.

"Mamma! Guarda, ho conosciuto Saúl!" Ti corse incontro il piccolo, tu lo prendesti in braccio e lo stringesti forte forte.

"Ecco perché non ti trovavo." Accarezzasti i suoi capelli, baciandogli la fronte.

"Aveva paura perché non trovava la mamma. Piacere, Saúl." Si avvicinò il ragazzo, aveva all'incirca la tua età ed era parecchio strano parlare con una persona che solitamente vedevi soltanto di televisione.

"Piacere y/n." Porgesti la mano sorridendo cordialmente.

"Mamma, mi ha detto che mi porta a magiare un gelato." Indicò il calciatore, rivolgendosi a te alla ricerca di un consenso. I suoi dentini ti facevano un super sorriso, sapeva come poteva riuscire a convincerti.

"Dai Leon, non fare così, dobbiamo andare a casa." Gli accarezzasti il capo. Non ti sembrava il caso, non lo conoscevi e non era nemmeno stato lui a chiedertelo. Alle volte tuo figlio si inventava qualche frottola, quindi sarebbe stato meglio lasciar perdere.

"No veramente, se non è un problema andiamo tutti e tre a mangiare un gelato." La voce del ragazzo di fianco a voi catturò la tua attenzione, facendoti sorridere. Stavi per rifiutare, ma Leon non te lo permise.

"Dai mamma, dai!" Gettò le braccia al tuo collo e ti strinse forte.

"Va bene, va bene." Ti convinse, e come ringraziamento riempì la tua faccia di baci.  Poi lo facesti scendere dalle tue braccia e iniziò a correre lungo il corridoio, raggiungendo l'uscita. Anche tu e Saúl vi incamminaste, così da seguirlo.

"È molto bravo a convincerti." Ridacchiò, con la borsa il spalla.

"È vero, ma è che sono troppo innamorata." Ridesti anche tu, accarezzandoti il tatuaggio. L'unico amore della tua vita fino a quel momento era stato suo figlio. Con il tempo, ti eri resa conto che non avevi amato il padre. Erano stati cinque mesi molto belli, ma non ne eri così innamorata, perché dopo poco tempo non lo rimpiangevi più come fidanzato, piuttosto come figura paterna per Leon. Ma d'altronde lui non ne aveva voluto sapere e non lo avevi più visto. Si stava perdendo lo spettacolo più bello del mondo, invece.

"Sei il suo idolo, sai? Per questo è su di giri." Riducesti le labbra ad una linea, guardandolo. Lui sorrise e annuii.

"Me ne ha parlato già quando stavamo entrando in campo, è un bambino socievole." Disse, prima di aprire il baule della sua auto per porvi la borsa. Aveva insistito affinché andaste in auto insieme fino in centro. Per un attimo ti sentisti come una di quelle ragazze che venivano paparazzate con i calciatori e finivano sui giornali, ma quello non era proprio il tuo caso.

"Certo, parlerebbe anche con i muri se potesse." Scuotesti il capo guardando il piccolo, che si era già messo in auto e sistemato per bene, pronto per la sua gita, era letteralmente euforico.

"Abbiamo parlato tanto di Leon, che mi dici di te invece?" Domandò ad un certo punto, bevendo un sorso di coca cola dal suo bicchiere. Alla fine tu e lui vi eravate presi qualcosa da bere, mentre Leon era al parco lì di fianco a giocare, dato che aveva finito il suo gelato alla fragola. Lo potevi vedere benissimo che giocava sull'altalena con un altro bambino, il tuo sguardo era sempre attento su di lui. Quella domanda però ti sorprese e sorridesti in modo furbo, guardando gli occhi celesti di Saúl.

"Non c'è nulla di importante da sapere." Facesti spallucce, appoggiandoti alla sedia.

"Non ci credo." Ripetè la tua stessa mossa, picchiettando le dita sul tavolo. Ti scappò una risatina.

"Sono una semplice mamma, che lavora per mantenere suo figlio e si dedica completamente a lui." Sbuffasti sorridendo.

"Ecco, che lavoro fai?" Subito intervenì, mentre tu giocavi con la cannuccia della tua limonata.

"Lavoro come commessa alla Lush di Madrid, non mi sono laureata e non ho continuato gli studi quando sono rimasta incinta, avevo solo 18 anni e ho finito il liceo." Spiegasti, ricordando quei momenti. Era stato complicato gestire una gravidanza e gli esami allo stesso tempo, ma ce l'avevi fatta e anche con dei buoni voti, quindi ne eri orgogliosa.

"Eri giovanissima..." Mormorò lui, stupefatto. Era la reazione di molti e quindi ci eri abituata.

"Lo so." Morsicasti il labbro, continuato a guardarlo.

"Posso chiederti cosa ti ha spinto a tenerlo?" Sembrava così interessato alla tua storia, che decidesti di raccontargli, in grandi linee, la tua scelta.

"Io inizialmente non lo volevo, ma non avevamo abbastanza soldi per permettermi di abortire. Allora avevo deciso di darlo in adozione dopo la nascita, ma le ecografie, quando scalciava, oppure una volta è capitato che la mia pancia si muovesse perché Leon aveva il singhiozzo. Poi quando l'ho visto, l'ho guardato in quegli occhioni blu e ho capito che non lo avrei mai più lasciato." Sorridesti a più non posso, portando i capelli lisci dietro la schiena e chinando il capo verso la spalla destra.

"Gli occhioni blu li ha presi da te." Disse, avvicinandosi di più al tavolo. Tu riducesti le labbra ad una linea e annuisti, leggermente in imbarazzo. Era ancor più bello da vicino.

"Mi piacerebbe molto conoscerti meglio." Ammise. Sperasti di non esser diventata rossa, probabilmente invano.

"Anche a me." Replicasti, poco prima di essere interrotti da Leon, che corse verso di voi, obbligandovi a raggiungerlo vicino allo scivolo, per vedere cosa sapeva fare. Non volevi fantasticare, ma sapevi che qualunque cosa sarebbe accaduta, a Leon sarebbe piaciuto Saúl.

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Dedicato a DemetriaDevonne7

Spero ti piaccia!

Invece cosa ve ne pare della nuova copertina? Io la adoro, personalmente!☀️

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