Federico Bernardeschi {6};

4.1K 136 10
                                    

Federico Bernardeschi, Juventus

Era strano vederlo di nuovo così, dopo quasi cinque anni. Anni in cui erano cambiate diverse cose, era cambiato lui, eri cambiata tu. Eri abituata a vederlo come un amico, non come un calciatore. Da cinque anni a quella parte invece era il contrario. Lo vedevi come un calciatore, quando ti appariva davanti una sua immagine aveva la maglia e gli scarpini. 

Tu eri cambiata perché ti eri fatta lo smile, eri cresciuta ancora qualche centimetro, i capelli erano un po' più corti ed eri maturata molto, acquisendo sicurezza in te stessa. Anche se vicino a lui, questa ti mancava. Tornavi la diciottenne a cui si arrossavano sempre le guance quando si parlava di Federico.

Lui non sapevi se era cambiato caratterialmente, ma molto probabilmente era maturato anche lui. Era diventato un buon giocatore, si era riempito le braccia di tatuaggi e i capelli ora erano molto meglio. Però continuava a vestirsi di merda, questo non sarebbe mai cambiato. Era comunque bellissimo, come quando aveva diciannove anni.

Non sapevi cosa provavi per Federico, solo che ti rendeva tremendamente vulnerabile, anche se dopo la sua partenza e dopo quello che era successo, non si era fatto più sentire. Ma nemmeno tu gli avevi scritto o avevi provato a contattarlo in qualche modo, quindi non potevi attribuirgli tutta la colpa. Forse non gliene fregava, forse non aveva avuto il coraggio, come te. Era per la tua scarsa autostima che non gli avevi scritto, speravi che quello che era successo per lui valesse di più, valesse quanto valeva per te. Ma probabilmente non era così, perché tra tutte le ragazze presenti quella sera, tu non eri sicuramente la più bella. 

Forse però il destino non voleva che finisse proprio così. Anzi, sicuramente, perché tu eri una che credeva un sacco nel destino e sicuramente se vi eravate rincontrati a Torino c'era un motivo. Postivo o negativo che fosse. Tu avevi deciso di cambiare aria e andare a studiare in Piemonte, lui aveva accettato l'offerta della Juve. Tu amica della ragazza di Paulo, lui aveva subito stretto amicizia con Paulo. La prima volta che vi rivedeste fu proprio a casa di quest'ultimo. Grande imbarazzo, ma smorzato per cercare di non far sorgere dubbi alla coppia che vi guardava, confusa.

"La porto io a casa, Anto. A te va bene?" Ti aveva chiesto, dopo essere usciti dal ristorante insieme agli altri. La tua riposta non poté essere che affermativa. Così tu e lui, come una coppia, eravate entrati in auto e in silenzio, ma non imbarazzante, lui aveva iniziato a guidare per le strade di Torino, con qualche canzone in sottofondo.

"Oddio questa!" Esclamasti, quando Whistle iniziò a rimbombare nella sua auto. Lui rise, divertito dalla tua reazione.

"Ti ricordi quando la cantavamo, in piazza, tutti insieme?" Chiese retorico, voltandosi per sorriderti. 

"Certo, come faccio a dimenticarmelo?!" Replicasti entusiasta, muovendo il capo a tempo di musica. Quell'estate era stata semplicemente magica.

"È stata la nostra canzone di quell'estate." Scosse il capo, come a ricordarsi di tutto quello che era successo. 

"Dio, quell'estate è stata bellissima." Sussurrasti, sfregando le mani tra una e l'altra. L'estate in cui tu e lui, la sera prima della sua partenza, eravate andati a letto insieme. Per te era stato molto più di questo, ma era meglio non ripetere quelle parole per il distacco emotivo che ti eri costretta ad avere durante gli anni.

"Già..." Mormorò anche lui, poco prima di fermarsi nei posteggi del tuo condominio. Ci fu un attimo di silenzio, in cui ti torturasti insistentemente le mani, alla ricerca del coraggio per chiederglielo. Dopo cinque anni, volevi saperlo. Era una domanda che ti tormentava.

"Te ne sei pentito?" Domandasti, senza muovere lo sguardo. Lo sentisti per un istante muoversi sul sedile.

"Di cosa?" 

"Fede, hai capito." Asseristi, tremendamente a disagio. Volevi sprofondare. Non eri così di solito, ma lui ti rendeva così vulnerabile da sentirti emotivamente male.

"Non fare quella faccia." Accarezzò la tua guancia con le nocche della mano. Aveva una voce quasi dolce.

"Quale faccia?" Voltasti di poco il viso, guardandolo in quei magnifici occhi blu. 

"La faccia da insicura. L'avevi anche a 18 anni." Mordesti il labbro, cercando di sistemarsi decentemente, di riprendere un po' di autocontrollo, per non risultare una povera bambina.

"Ma lo sono, Fede." Ti stringesti nelle spalle, facendo un sorrisetto.

"Perché? Perché non eri tra le più belle del gruppo, a detta tua? No che non me ne sono pentito, farei l'amore con te altre mille volte." Se fossi stata in piedi, sicuramente avresti dovuto reggerti. Probabilmente avevi un'espressione indecifrabile, lui invece ti aveva rivelato con una semplicità disarmante quello che pensava. Anche se un po' lo conoscevi, e lo vedevi da come muoveva la gamba, che era anche lui agitato.

"Federico..." Mormorasti piano.

"Cosa?" Cercò la tua mano, stringendola nella sua.

"Sei stato la mia prima volta." Rivelasti, sorprendendolo. Spalancò gli occhi e tu sorridevi, un sorriso malinconico e amaro.

"Sul serio? E perché non me lo hai detto?" Continuò, stringendo di più la tua mano.

"Fede io ti morivo dietro, stavamo per farlo e magari dovevo rovinare tutto, passando per la sfigata che era ancora vergine, quando tutti sapevate che le altre lo avevano già fatto da un pezzo? Non ho avuto il coraggio, ma non me ne sono mai pentita." Riuscisti a dirgli quelle parole senza staccare gli occhi dai suoi. Lui sorrise, accarezzandoti il viso, scuotendo un po' il capo.

"Tu sei sempre stata così, tremendamente insicura. Per questo mi piacevi. Solo che non capivo questa insicurezza. Sei bellissima." E dopo aver detto queste parole che fecero scoppiare definitivamente il tuo cuore, uscì dall'auto, fece il giro e aprì la tua porta. Ti porse una mano e tu la afferrasti, senza pensarci. Non sapevi cosa fare, cosa pensare, stavi solo provando un turbina di emozioni.

"Mi baci tu?" Chiese sorridendo, stringendoti a sé. Tu annuisti soltanto con un grande sorriso e appoggiasti le labbra sulle sue, in un bacio a stampo. Ti staccasti, lo guardasti e lo baciasti di nuovo, e ancora e ancora. Le sue mani ti accarezzavano i capelli, mentre facevi dei passi verso il portone. Lui ti seguì, senza dire altro. Perché, infondo, che altro c'era da dire?

---

Dedicato a xitsfedex

Spero ti piaccia!


One shots; immagina » Footballers'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora