Paulo Exequiel Dybala {6};

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Paulo Dybala, Juventus

Scendesti dal taxi, dopo aver pagato l'autista con una barba incolta e la pancetta da birra. Facesti un grande sospiro, guardando per la prima volta quella casetta molto graziosa, appartenente alla madre di Paulo. Non ci eri mai stata prima, era poco meno di un anno che stavate insieme e ancora non aveva avuto occasione di portarti in Argentina. Forse quella era anche stata una mossa azzardata, ma dovevi farlo. Avevi appena affrontato un viaggio assurdo, un viaggio che fino a poco tempo prima mai ti saresti sognata di fare per un ragazzo. Quindici ore di volo la mattina dopo il turno di notte, per restare lì al massimo quattro giorni e poi ritornare a casa, con Paulo, se tutto fosse andato bene. Fatto su cui eri molto in dubbio, perché tu lo avevi lasciato qualche giorno prima della sua partenza per Cordoba. Lo avevi fatto per uno stupido motivo, che in quel momento ti sembrava così futile. Non ti sentivi all'altezza della sua vita, non sentivi tua la vita da persona famosa - o per lo meno popolare - tanto da mettere fine alla tua meravigliosa storia d'amore.

Era stata una decisione sbagliata e te ne eri pentita subito, quando ti eri messa a letto e ti eri resa conto che lui non ci sarebbe stato mai più accanto a te. Quindi dopo il dovere, il tuo cuore ti aveva fatto capire che dovevi cercarlo e rimediare. Guardasti sullo schermo del cellulare, erano le 20.46, sicuramente non avevano ancora mangiato, per il quartiere qualcuno passeggiava, ma non era di certo pieno come il centro della città.

Per un momento ti era sembrata tutto un enorme cazzata, piombare in una sua quotidianità che non avevi mai vissuto, senza preavviso, senza sapere se lui ti pensasse ancora. Magari ti aveva dimenticata facilmente. Il tuo ultimo pensiero ti fece stringere i pungi lungo il corpo, non sarebbe dovuto succedere. Provasti a far uscire con un gran sospiro tutti i brutti pensieri e trovasti nella rubrica il suo numero. Facesti squillare diverse volte il telefono, ma non rispose. Riprovasti e quando le speranza stavano per svanire, sentisti la sua voce meravigliosa.

"Dime." Rispose con voce spenta, lo conoscevi e sapevi che probabilmente era steso sul divano a non fare nulla.

"Paulo." Replicasti subito, come se avessi avuto pochi secondi secondi per parlargli. Eri così agitata, il cuore ti scoppiava e il labbro tremava.

"Mh." Fece un verso, era probabilmente distratto, mentre tu eri attenta ad ogni mino dettaglio, per capire se stava guardando la tv, per sentire il suo respiro, per vedere se in cui pochi giorni qualcosa fosse cambiato. Stavi male.

"Io.. Volevo dirti, che, io, insomma..." Balbettasti parole sconnesse, con la foga di dirgli che eri lì da lui, perché eri innamorata pazza e lasciarlo era una cazzata.

"Cosa c'è, Katia?" Chiese con tono calmo e questo fece tranquillizzare anche te.

"Ti devo parlare." Annuisti, giocherellando con una ciocca dei tuoi capelli lunghi.

"Beh, lo sai, sono in Argentina." Rispose lui ovvio.

"Paulo mi ami ancora?" Chiedesti di getto, chiudendo forte gli occhi e stringendo un labbro tra i denti.

"Perché mi fai queste domande?" Replicò dopo qualche secondo. Il labbro tremò ancora di più, perché avevi molta paura, paura di tutto, paura di aver rovinato tutto. Non parlasti per dei lunghi istanti e rimanesti con gli occhi chiusi a ragionare.

"Sei a casa?" Domandasti poi, osservando il cielo ancora chiaro ma leggermente annuvolato.

"Si." Affermò.

"Sono a Cordoba." Dicesti soltanto.

"Come sei a Cordoba?" Esclamò, subito dopo di te.

"Paulo ti devo parlare, sono fuori casa tua." Continuasti decisa, vedendolo finalmente sporgersi dalla finestra grande che dava poi sul giardino. Era davvero bellissimo.

"Sei pazza." Disse solamente, prima di attaccare, con un tono più caldo di prima. Sentisti un rumore dal cancello e dopo qualche secondo lo apristi, avvicinandoti all'entrata con passo lento, velocizzato non appena vedesti Paulo davanti a te. Lui aprì le braccia e ti strinse, mentre tu gli accarezzavi i capelli, avvicinandoti il più possibile a lui. Il suo respiro spingeva sul tuo collo e il suo profumo ti faceva girare la testa. Il cuore batteva all'impazzata e non riuscisti a non baciarlo non appena i vostri corpi furono abbastanza lontano da permettertelo. Lui ricambiò, approfondendo subito e portando dietro le orecchie i tuoi capelli. Ti accarezzava il corpo e respiravi veloce quando lui appoggiò la fronte sulla tua. Via guardavate intensamente, senza dire nulla, passando attimi a riprendere fiato.

"Vieni." Ti prese per mano e tu la stringesti automaticamente. Già lo aveva capito che ti eri pentita. Ti stringesti al suo braccio e sperasti che in casa non ci fosse sua madre. Non avresti voluto farle vedere un bacio così poco casto. Lui si sedette sul divano e tu lo seguisti, per poi staccare la mano dalla sua e strofinare le mani sui jeans. Eri agitata.

"Paulo ho fatto una cazzata. È stato un periodo difficile e non te ne ho parlato, preferendo lasciarti senza una spiegazione. La verità era che non mi sentivo adatta al tuo mondo. Mi sentivo fuori luogo. Ma ho capito che per me l'importante è avere te accanto. Siamo usciti allo scoperto da pochi mesi, mi abituerò. Però io ti amo, dio se ti amo e ti giuro che non farò mai più una cosa simile." Dopo le tue parole lui sorrise dolcemente, facendoti smettere di gesticolare afferrando le tue mani. Ti diede un altro lungo bacio a stampo.

"Amor è normale non essere abituati. Anche per me all'inizio era strano, ma dopo un po' sarà normale. E se non vuoi essere tanto famosa non ci sono problemi, basta non sbandierare la nostra relazione su ogni social possibile. Ma ti aiuterò in qualunque modo perché voglio averti accanto." Ti rassicurò, accarezzandoti il volto. "E poi stronza mi hai fatto stare di merda, non capivo cosa avessi fatto." Rise, spintonandoti giù dal divano, ma tu furba com'eri lo prendesti per la maglia e data la scarsa attenzione, cadde con te.

"Como te amo, mi amor." Ti sorrise sinceramente, avvicinandosi al tuo volto per baciarti. La sua mano tolse la maglia da dentro i tuoi boyfriend e ti solleticò la pelle, baciandoti il collo, mentre tu chiudevi gli occhi, senza neppure la forza di chiedergli se sua mamma sarebbe tornata. In quel momento pensavi soltanto che lo volevi, come lui voleva te.

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Dedicato a KatyaHemmo

Spero ti piaccia e dopo questa pubblicazione in anticipo mi aspetto un regalino anche da parte tua 😂💋

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