Manuel Locatelli;

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Manuel Locatelli, Milan

Prendesti la tua bottiglietta e bevesti un sorso di acqua, le giornate estive erano davvero calde, temperature improponibili. Per questo motivo avevi legato i capelli in una coda alta e avevi una gonna di jeans nera e una semplice canottiera bianca. Al collo avevi la tua amata Canon, nuovo acquisto per poter scattare delle fotografie di maggior qualità. La tua passione per la fotografia era nata quando eri un adolescente. Adoravi poter ritrarre ciò che ti impressionava, quel che ti piaceva o ciò che semplicemente non vedevi tutti i giorni. Avevi stressato così tanto i tuoi genitori che alla fine si erano convinti a comprarti una fotocamera migliore di quella piccola Nikon che tua mamma utilizzava per le vostre feste di compleanno. E da quel giorno non ti eri più separata dal nuovo acquisto. La portavi ovunque, per premura di scattare un ricordo di tutto ciò che catturava la tua attenzione.

E anche sette anni dopo, avevi una fotocamera sempre in borsa. Quel giorno eri uscita con l'intento di scattare qualche foto ai Navigli di Milano, dato che era un po' di tempo che non frequentavi quelle zone. Avevi frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Milano, la quale si trovava da tutt'altra parte e quindi eri stata costretta a trovare casa lì vicino. Avevi trovato un appartamento e avevi due coinquiline. Una che frequentava l'università e l'altra che faceva la scuola di trucco e che ogni due settimane era a San Siro a seguire la sua squadra del cuore. Qualche volta eri stata obbligata a vedere delle partite del Milan, ma di calcio non capivi comunque nulla.

Ti appoggiasti sul muretto per poter scattare una fotografia, mettesti a fuoco e zoommasti un po' di più. E proprio quando eri pronta per scattare, qualcuno ti urtò, facendoti cadere il tappo copri lente nell'acqua.

"Scusami." Un ragazzo si scusò distrattamente, facendo un gesto con la mano.

"No! Il copri lente..." Esclamasti quasi contemporaneamente. Al che il ragazzo si fermò e si voltò, con la fronte corrucciata. Aveva dei capelli mossi castani, sembravano molto morbidi.

"Mi dispiace, ero soprappensiero. Te lo ricompro!" Propose, evidentemente in difficoltà, ma provando a farti un sorriso. Aveva un'espressione simpatica quando sorrideva e ti sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma non sapevi dove. 

"Hey, figurati. Sarebbe stato peggio farmi cadere questa." Sorridesti, facendolo ridacchiare. Infondo il copri lente costava relativamente poco, da Amazon potevi prenderlo con soli sei euro. Se ti avesse fatto cadere la Canon non saresti stata così sorridente.

"Piacere, Manuel." Il ragazzo ti porse la mano, tenendo l'altra in tasca.

"Piacere, y/n." La afferrasti stringendola.

"Ti va se ti offro qualcosa, per farmi perdonare?" La tua espressione fu impassibile, accennasti solo un sorrisetto mentre esplicitavi la tua risposta affermativa. In realtà ne eri colpita, non te lo saresti aspettata. In qualunque caso non sembrava averlo detto con doppi fini e comunque non gli avresti permesso di averli. Doveva già ritenersi fortunato perché avevi interrotto la tua attività preferita in assoluto, per lui. Forse più tardi glielo avresti detto. 

"Sei una fotografa?" Ti domandò Manu, non appena il cameriere posò le vostre bibite sul tavolino in vetro.

"Magari, lo sono nel tempo libero. Sto cercando lavoro proprio come fotografa. Ho appena finito alla scuola delle belle arti." Rispondesti, giocando con la lattina della tua lemon soda appoggiata sul tavolo.

"Dove lavoro io stanno cercando dei fotografi." Esclamò, facendoti sorridere. Ti avvicinasti al tavolo, interessata all'argomento. Avevi finito a luglio e ora era tempo di cercare lavoro, ma avevi consciamente scelto un mestiere che era piuttosto svantaggiato, non era semplice riuscire a trovare un posto libero.

"Davvero? E dove lavori?" Chiedesti, portando la coda dietro la schiena. Lui sorrise, vedendoti du di giri ed esitò un po' nel rispondere.

"Facciamo che te lo dico alla fine di questa chiacchierata." Rispose, facendoti corrucciare la fronte. Eri una ragazza estremamente curiosa e avresti fatto di tutto per scoprire il motivo di quella affermazione.

"Perché?" Domandasti confusa, stringendoti nelle spalle.

"Poi lo capirai." Asserì solamente, con estrema non chalanche. Insomma volevi capire qual era il posto in cui avresti potuto trovare un impiego.

"Sono curiosa ora, però." Stringesti le braccia al petto e puntasti i piedi per terra, benché fossi seduta. Forse risultavi un po' infantile, ma era più forte di te, e comunque lui sembrava piuttosto divertito.

"È normale." Scosse le spalle, guardando altrove. Era evidente che volesse infastidirti, dal tono della voce e da come si muoveva sulla sedia.

"Non riuscirò ad estorcerti nessuna informazione, vero?" La tau domanda era retorica, ma volevi fargliela comunque.

"Esatto." Annuì,  sorridendo. 

"Sono capace di andare a cercare su google Manuel con i capelli ricci, sappilo." Lo avvisasti, provocando poi una grande risata. Dovette bere un po' di acqua per riprendersi e le sue guance si erano notevolmente arrossate. Aveva contagiato anche te con quella risata.

"Prova." Propose. Anche lì scoppiaste a ridere, per le facce che erano uscite su google, espressioni davvero imbarazzanti. Passaste diverso tempo dietro a quel divertimento, intanto ordinaste altre due lemon soda, poi però le vostre risate furono interrotte dal tuo telefono che squillava. Era la tua amica milanista. Ti scusasti e rispondesti.

"Carissima coinquilina, devi rispondere subito, vieni con me a San Siro sabato?" Probabilmente era davanti al pc a vedere quali biglietti erano rimasti per quella partita. Qualche volta capitava che la accompagnavi.

"Milan contro?" Ti informasti, e quando dicesti queste parole, Manuel drizzò sulla sedia e spalancò gli occhi, ma non capivi perché. Infatti corrucciasti la fronte, guardandolo confusa.

"Aspe.." Facesti attendere la tua amica, dando attenzione a Manuel, che ti richiamava con la mano.

"La tua amica vuole andare a vedere Milan Lazio?" Chiese, mentre tu annuisti, te lo aveva appena detto. "Bene, allora avrete due posti in tribuna d'onore." Constatò, prendendo poco dopo il cellulare, anche lui per fare una chiamata.

"Cosa?" Domandasti, stupefatta. 

"Gioco nel Milan." Sorrise, facendoti un occhiolino, e subito capisti perché non voleva dirtelo.

"Oh dio." Sospirasti, portando di nuovo il telefono all'orecchio. La tua amica sarebbe collassata.

"Rachele, sto parlando da due ore con un giocatore del Milan. Manuel... Locatelli. Ci procura due biglietti in tribuna d'onore. Dopo questa come minimo non pulisco più i bagni per un mese." Ridesti sinceramente, seguita da lui. Era particolarmente bello quando rideva.

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Dedicato ad EmmaPoggesi

Spero ti piaccia!



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