Marco Asensio Willemsen {8};

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Marco Asensio, Real Madrid

"Marco, vieni?" Ti specchiasti, girandoti a destra e a sinistra. Era difficile agganciare il corpetto che avevi comprato pochi giorni prima da intimissimi. Ai primi gancetti ci eri arrivata, ma la situazione si stava complicando e avevi bisogno di aiuto. Almeno Marco avrebbe fatto qualcosa oltre che lamentarsi inutilmente.

"Dimmi." Sospirò entrando in camera, prima di mettere il telefono in tasca. Lui ti guardò a aggrottò le sopracciglia.

"Mi chiudi il corpetto?" Domandasti voltandoti e mettendo i capelli davanti. Lui si avvicinò, ti prese i fianchi e iniziò ad analizzare il corpetto. Poi emise un sonoro sbuffo.

"Già è difficile toglierti il reggiseno, vuoi che riesca a fare sta roba?" A te venne da ridere e sicuramente lo avresti baciato, se solo non foste stati nel dopo-litigata. Portasti una mano al viso e scuotesti il capo.

"Impegnati, cretino." Lo ribeccasti, vedendo dallo specchio la sua espressione concentrata. Era uno spettacolo.

"Ti ho fatto ridere, un punto per me." Disse poi, accarezzandoti i capelli e togliendo dei piccoli ciuffetti fastidiosi, di modo da poterti baciare. Ti baciò la spalla e il collo, con estrema velocità, perché sapeva che avresti ancora riso.

"No, sono ancora arrabbiata." Borbottasti contro voglia allontanandolo. Lo avresti perdonato all'istante, ma pensavi al rischio che aveva corso e subito ti rabbuiavi. La sera prima era stato a casa di Lucas ed erano tornato ubriaco da far schifo, da solo, in auto. I riflessi da ubriaco sono lentissimi e aveva corso un rischio assurdo nel prendere la macchina in quelle condizioni. Quella mattina, durante il suo drammatico post sbronza, lo avevi sgridato e lui come al solito aveva sminuito, dicendoti di non essere pesante. Ma in realtà tu facevi tutto per lui e il fatto che lui trattasse quella questione con non calanche ti faceva innervosire.

Continuasti a vestirti, indossando dei pantaloni di cotone, stretti alla caviglia ma che stavano più morbidi sulle cosce. Tacchi a punta neri lucidi e una borsetta, ai compleanni erano inutili le borse giganti. Attraversasti la sala, andando a scegliere quale giacca mettere, optando poi per quella di sempre. Marco ti aveva raggiunto e ti stava guardando, incantato.

"Eres muy muy guapa. Come faccio a far capire che sei mia a tutti gli invitati se abbiamo litigato?" Sorrise, prendendoti la mano e stringendola con la tua. Anche lui quella sera era bellissimo e chissà quante altre amiche che non conoscevi aveva Sara.

"È un problema tuo." Asserristi seria, senza però lasciare la sua mano. Un po' ti dava fastidio averlo in giro per casa e non poterlo baciare come desideravi.

Arrivaste a casa di Isco e dopo aver fatto gli auguri a Sara, vi divideste. C'erano molte persone, anche perché lei era una brava attrice, che riscuoteva sempre più successo in Spagna, infatti era appena tornata dal Festival di Cannes, tenutasi qualche giorno prima. Non era molto che stavano insieme lei e Isco, ma tu e lei avevate legato subito, insieme vi trovavate bene.

Sorridesti vedendo Sara, Isco ed Isco jr insieme, per scattare la foto davanti alla torta. Erano bellissimi e Sara ti parlava sempre del piccolo, quasi come fosse suo figlio. Ci teneva moltissimo. Quando Isco non voleva staccarsi dalle braccia della festeggiata, tu ti avvicinasti per prenderlo e permettere alla coppia di fare la foto. Lui ti sorrise e prese la tua mano e ci giocò, sorpreso dal colore delle unghie in gel. Marco, che era tra i ragazzi della squadra, ti guardava e sorrideva. Si avvicinò a te, appoggiando una mano sul fianco e accarezzandoti il braccio.

"Isquito, lo dici tu alla mia fidanzata che voglio fare pace?" Marco si rivolse al piccolo, facendoti sorridere. Isco jr corrugò la fronte, portando lo sguardo su di te.

"Marco vuole fare a pace. Hai fatto il cattivo pisha?" Disse con quella vocina tanto dolce. Entrambi sorrideste e Marco gli scompigliò i capelli mossi.

"Il pisha ha fatto l'immaturo, Isquito." Rispondesti tu, sospirando pesantemente e guardando Marco, che ti sorrideva ancora speranzoso, ma si vedeva che era dispiaciuto.

"Ma il pisha sa di aver sbagliato, è pentito." Provò lui, accarezzandoti il viso con una mano. Era così dolce quando doveva farsi perdonare, che anche dopo tre anni ti scioglievi come niente.

"Dai vai, devi fare una foto con i ragazzi. Che egocentrici che siete." Commentasti, dopo qualche istante di silenzio e Isquito che vi guardava curioso. Lui rise e ti lasciò un bacio sulla fronte. Sara arrivò a prendere nuovamente il piccolo e si vedeva che aveva capito che tra te e Marco c'era qualcosa. Anche al suo compleanno, non le sfuggiva nulla.

Ti levasti il corpetto, finalmente. Era bellissimo ma stringeva un po'. Lo sguardo attento di Marco ti squadrava, anche mentre ti infilavi la maglia del pigiama. Era una maglia con delle giraffe e anche dei pantaloncini da calcio della nazionale spagnola. Stava appoggiato allo stipite della porta del bagno, mentre si lavava i denti. Andò a sciacquare la bocca e tu entrasti in bagno, per struccarti e metterti la crema.

"Sai che quel pigiama è anti sesso?" Disse, squadrandoti da capo a piedi. Tu alzasti gli occhi al cielo, trattenendo una risata.

"Meglio così, data la situazione di sta sera." Gli facesti l'occhiolino. I vostri sguardi erano rivolti alle figure riflesse allo specchio.

"Posso fare un'eccezione." Propose circondando il tuo corpo con le sue braccia. Ti baciò un bacio dietro il collo, grazie al fatto che i capelli erano già raccolti. Marco era così attraente che non sapevi come stavi resistendo.

"Credimi, non c'è bisogno." Replicasti, sciacquando le mani dopo aver spalmato la crema sul viso e non averne lasciato nemmeno un residuo. Lui appoggiò le mani sui tuoi fianchi e la testa sulla spalla, facendo un'espressione dolce.

"Dale mi amor." Borbottò, affondando il viso nel tuo collo. Ridacchiasti alzando gli occhi al cielo e richiamasti la sua attenzione, premendo sulla guancia con l'indice.

"Solo, non farlo più, okay? Piuttosto chiamami, anche alle quattro di notte." Mormorasti con gli occhi di chi cerca sicurezze. Lui annuì deciso, intento a cercare le tue labbra. Ruotò il tuo corpo completamente e poi ti baciò, trasmettendoti tutta la voglia che aveva di te.

"Como te amor."

"Yo también, amor."

Vi diceste. E dopo una litigata era ancora più bello dirselo.

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Dedicato a FedericaLauricella2

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