Dries Mertens {2};

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Dries Mertens, Napoli

 Dries era tornato, ma anche quella volta per qualche giorno. Eri fortunata se potevi averlo vicino una settimana, durante il quale però era sempre molto impegnato con la vostra nazionale. Ormai lui giocava in Italia, a Napoli erano rari i momenti in cui riuscivate a vedervi, anche perché quando tornava in Belgio, preferiva passare il poco tempo libero con la sua famiglia. Inoltre ti eri rassegnata anni prima, quando avevi capito che la storia con Kate non era una cazzata. Saresti sempre stata innamorata di lui, come quando eravate bambini, dei compagni di scuola. Soltanto che non glielo avresti mai detto, sarebbe stato inutile. 

Tu ti eri lasciata da qualche mese dopo una relazione molto seria e sembrava inevitabile pensare che probabilmente l'unico uomo adatto a te sarebbe stato lui, ma che purtroppo non avresti potuto averlo. Quando tornava Dries, ti destabilizzava. Magari durante l'altro tempo tentavi di non pensarci, nell'ultimo periodo ci eri riuscita anche molto bene, perchè avevi un lavoro fuori città che ti teneva impegnata tutto il giorno. Ma quando sapevi che lui era a pochi passi da te, nella casa bianca affianco, tutti i ricordi di quando eravate piccoli riaffioravano, portandoti ad avere degli stati d'animo estremamente altalenanti. 

Quando ti guardasti allo specchio, cercasti di mandare via i pensieri, scrollando la testa. Dovevi avere un colloquio con il tuo direttore quel pomeriggio, insieme ai tuoi colleghi di progetto. Alexander e Janel erano anche dei buoni amici, con la quale passavi spesso le pause a lavoro. Alex aveva una cotta per te e Janel lo ribeccava sempre ricordandogli quanto fosse disgustoso nel fare battute tanto dolci, alla quale tu ridevi sempre. Lui era un bel ragazzo, bel carattere, ma nulla ti spingeva a dire 'gli do una possibilità', quindi non volevi neppure illuderlo.

Sistemasti i capelli, dopo averli spazzolati e aver messo in ordine la tua frangetta. Pantaloni neri eleganti a sigaretta, camicia bianca aderente e per dare un tocco femminile all'outfit avevi indossato le louboutin e un rossetto rosso, in gran contrasto con la tua pelle chiara.

Avevi finito appena in tempo, Janel ti aveva scritto che erano fuori ad aspettarti. Quando uscisti di casa, loro erano già fuori, Alex ti attendeva fuori dall'auto e Janel era dietro, come sempre quando eravate in auto tutti e tre. Guardasti verso il terrazzo di casa sua, per vedere se fosse fuori. Beccasti lui e suo fratello a guardarti, mentre quest'ultimo fumava. Dries aveva le labbra aperte, in un'espressione di stupore. Suo fratello alzò la mano per salutarti e poco dopo, come risvegliato, Dries fece la stessa cosa.

"Dri, ciao! Più tardi vengo a salutarti, ora ho una riunione di lavoro." Lo avvisasti, aprendo la portiera dell'auto. Tu e lui avevate sempre avuto un bel rapporto, eri sempre stata brava a nascondere i tuoi sentimenti.

"Tranquilla, ci vediamo dopo." Rispose sorridendo e facendoti l'occhiolino. Sempre il solito effetto.

Entrasti in auto e sospirasti a lungo. Alex lanciò uno sguardo verso di te, ma non ti chiese nulla. Era molto meglio così, lui non sapeva nulla e non avrebbe dovuto scoprirlo.

Quando tornasti a casa erano solo le dieci, Alex aveva appena svoltato, per entrare nel vialetto che portava a casa tua. Dopo la riunione, andava molto bene, avevate deciso di fermarvi a mangiare cinese nel ristorante in centro, quello che conoscevano tutti. Salutasti Alex con un bacio sulla guancia e scendesti dall'auto. Lui stava ancora facendo manovra, quando il rumore di un pallone sul muro catturò la tua attenzione. Dries stava calciando la palla svogliato, giusto per far passare il tempo ed era vestito come un ragazzino. Maglia dei Lakers e pantaloncini da calcio. Faceva caldo quella sera. Ti avvicinasti a lui, che subito si fermò e ti rivolse un sorriso.

"Come stai?" Gli chiedesti, dopo aver sciolto il vostro abbraccio. Era sempre bello poter essere stretta da lui.

"Tutto bene e tu?" Rispose sorridendo, senza togliere la mano dal tuo fianco.

"Bene grazie. Com'è a Napoli?" Continuasti, spostando il peso sull'altra gamba e facendogli spostare involontariamente la mano dal suo corpo.

"Ora molto meglio." Sorrise amaramente, passando una mano tra i capelli. Fece ricadere il pallone a terra e fece qualche tiro, non volendo probabilmente pensare all'accaduto. Della quale tu però non sapevi nulla.

"Come mai ora?" Domandasti curiosa, calcando l'ultima parola con la voce.

"Non lo sai? Io e Kate ci siamo lasciati a gennaio." Il tuo cuore perse un battito e la sua frase ti fece rimanere a bocca aperta. Non sapevi nulla, nessuno ti aveva detto niente. Ogni piccola speranza che iniziava a nascere in te fu prontamente stroncata dalla tua razionalità. Quello non voleva dire nulla.

"Mi dispiace Dries, come mai?" Ti ricomponesti, dicendo quella frase solo per circostanza. In realtà non ti dispiaceva, ovviamente lei ti era sempre stata antipatica.

"Mi ha tradito." Sbuffò, alzando le sopracciglia. Come si poteva tradire uno come lui? Se solo fosse stato tuo non lo avresti lasciato andare nemmeno per scherzo.

"Ouh, beh se ti può rincuorare anche io mi sono lasciata." Alzasti le spalle, appoggiandoti al muro e incrociando le gambe.

"E come mai?" Disse le tue stesse parole.

"Non era lui." Rispondesti solamente, perché era tutto quello che c'era da dire, in realtà. Lui rimase un attimo in silenzio e poi ti guardò.

"Vuoi dare una chance a quello sfigato che ti ha portato in auto?" Chiese sorridendo, facendo scoppiare a ridere anche te. Se ne era accorto, voleva dire che aveva osservato per bene.

"Dries!" Lo ribeccasti, spingendolo scherzosamente.

"Dai, sbavava." Sospirò, per riprendersi dalle risate.

"No, comunque, meglio libera che con la persona sbagliata." Una volta ritornati seri, gli rispondesti. Lui ti guardò per un po' e a te risultava difficile riuscire a sostenere il suo sguardo.  Ma non volevi cedere, volevi continuare a guardarlo in quegli occhi che ti avevano sempre fatto battere il cuore.

"Ci credi? Dopo che ci siamo lasciati ci ritroviamo qui, entrambi single a 30 anni." Sospirò pesantemente, piegando all'insù gli angoli della bocca. Le sue parole, ancora una volta, ti sorpresero. La situazione però era troppo tesa e volesti sdrammatizzare.

"Io ne ho ventotto, cretino." Sorridesti, facendogli l'occhiolino. Lui sorrise ancora, sembrando però tra le nuvole.

"E sembri sempre la mia ragazzina." Suonava più come una confessione, un peso che si era tolto, una verità nascosta che finalmente aveva rivelato. Il tuo cuore aveva iniziato a battere più forte, alimentato dal suo sguardo di fuoco su di te.

"Dri..." Mormorasti notando il suo avvicinarsi. Le sue mani si poggiarono sulle tue guance e i vostri nasi si stavano sfiorando. Con quale coraggio e con quale voglia avresti mai dovuto fermarlo o chiedergli spiegazioni? Ti godesti le sue labbra sulle tue, senza fare domande.

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Dedicato a FiftyShadesofNaples_

Spero ti piaccia!



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