Neymar da Silva Santos Júnior {2};

4.2K 155 6
                                    

Neymar, Paris Saint Germain

"Raf mi passi quel coglione di merda del mio ragazzo, per favore?" Dicesti con voce ferma, cercando di fare il più in fretta che potevi. Era mai possibile? Neymar era l'immaturità in persona alcune volte.

"Certo, ma tutto bene?" Ti chiese il vostro amico, con voce preoccupata.

"No, ho bisogno di lui Raf." Mormorasti stringendo gli occhi, per quello che ti stava facendo. Il tuo amico, non rispose, sentisti un mormorio in sottofondo e poi la voce del tuo fidanzato.

"Cosa c'è?" Domandò, evidentemente annoiato dal fatto che lo stessi chiamando. Come sempre, quando litigavate. Lui se ne andava e tornava quando gli era passata la luna storta.

"Perché non mi rispondi?" Chiedesti, in un momento in cui era calma. Appoggiasti la mano sulla pancia e massaggiasti lentamente.

"Perché non ne ho voglia." Lo sentisti sbuffare e quasi ti veniva da piangere per quella situazione di merda. Restasti qualche secondo in silenzio, poi ti morsicasti la guancia, quando lei si agitò di nuovo. Sospirasti più volte.

"Ney, abbiamo litigato, lo so, ma sono incinta, all'ottavo mese non credi che potrei avere bisogno di qualcos-ah!" Non riuscisti a trattenenti dal lamentarti per quello che stava combinando. Andava avanti così da troppo ed erano fin troppo intense. Avevi cercato di resistere perché ti avevano detto che poteva capitare, ma ora la situazione era diventata ingestibile. Eri stanca e nervosa.

"Amore che hai?" Domandò allarmato. Sentisti dei rumori provenire dal telefono. Respirasti ancora, espirando e inspirando, perché non si dava una calmata.

"Vicky scalcia da quando te ne sei andato e ho anche le contrazioni. Non sono continue e regolare, quindi non devo andare in ospedale, ma ti prego vieni a calmarla, solo tu sai farlo." Sussurrasti stringendo i denti. L'unica persona che riusciva a calmare Vicky era il papà e benché in quel momento era il tuo ultimo pensiero, era un cosa veramente molto dolce.

"Arrivo subito amore, stai tranquilla e resta seduta. Non fare sforzi, ti amo, sto arrivando." Disse molto velocemente, prima di attaccare. Ormai eri abituata ai comportamenti di Neymar quando litigavate, stavate insieme da due anni, la sua relazione più lunga, perchè prima lui non sapeva nemmeno cosa fossero le storie serie. Infatti non fu facile all'inizio: dubbi, pentimenti, sentimenti, baci, gelosie e tutto il resto, anche perchè tu non eri una ragazza propriamente pacata e tranquilla. Ma alla fine se c'è l'amore si può andare ovunque, anche in capo al mondo e d'ora in poi in capo al mondo ci sareste andati anche con vostra figlia, Victoria. Ney era pazzo di Vicky, infatti talvolta ci faceva lunghi discorsi, mentre tu lo osservavi accarezzare dolcemente la tua pancia. Nonostante tutte le difficoltà, Neymar era la persona più bella di tutta la tua vita.

"Amore, dove sei?" Quindici minuti dopo sentisti la porta di casa aprirsi e Neymar entrare in modo frenetico. Era agitato anche lui, ma forse non sareste arrivati fino a questo punto se lui si fosse degnato di rispondere.

"Sono in sala." Rispondesti, attendendolo seduta, respirando profondamente, nel pieno di una crisi di agitazione. Se magari fosse stato qualcosa di più grave? La sentivi muoversi, ma perchè la principessa si muoveva così tanto? Mordesti il labbro nervosa, inspirando e d espirando continuamente.

"Meu amor." Neymar si posizionò davanti a te e si chinó per baciarti a stampo. "Amore di papà, cosa ti succede?" Domandó poi alla tua pancia, con una voce calma. Se c'era una cosa che Neymar sapeva fare, era tranquillizzarsi quando era necessario. In quel momento non c'era bisogno di ansia o di agitazione, era importante avere tranquillità per riuscire a calmare Vicky. Probabilmente era perchè avevate litigato che era così agitata.

"Amore ti devi calmare, altrimenti non posso farla smettere, perchè ti sente preoccupata." Disse con voce premurosa. Iniziò a respirare correttamente davanti a te e tu lo imitasti, senza muoverti dalla tua posizione sul divano. Ti prese le mani e ti diede un bacio, per poi appoggiare la fronte sulla tua e sussurrarti che ti amava. Si sedette di nuovo ai tuoi piedi e tiró su la canotta, lasciandogli libera visione al tuo pancione. Appoggió le mani e ti guardó, sorridendo.

"Minha Vicky." Sussurró, rivolgendosi alla pancia, vedesti una scintilla nei suoi occhi proprio quando si mosse per l'ennesima volta. Appoggió le labbra sulla tua pancia e parló "Stai tranquilla, non ti devi agitare. Stai facendo impazzire mamma, che è tanto preoccupata. Perchè fai così? Papà è qui, non devi fare la matta nella pancia di mamma. Ti prometto che quando esci puoi fare la matta quanto vuoi, ma nella pancia della mamma è un po' scomodo, non trovi? Ci stai anche stretta perchè ormai sei grande." Dopo queste parole che ti fecero sorridere, le sue mani presero ad accarezzare la tua pancia e Vicky iniziava a calmarsi lentamente. Ci fu un silenzio lungo, mentre lui passava le mani lentamente sulla tua pelle e la baciava.

"Com'è?" Chiese sottovoce, guardandoti con quegli occhi verdi, marroni, un colore tutto suo.

"Meglio, grazie." Sospirasti, mettendoti seduta più decentemente, ovvero con le gambe incrociate, sotto il suo sguardo attento. Lo guardasti di sbieco un attimo e abbassati lo sguardo.

"Ney non puoi capire quanto sono incazzata con te." Dichiarasti, appoggiando le mani su Vicky. Lo sentisti sospirare e si avvicinò a te, prendendoti in braccio delicatamente.

"Scusami, lo sai come sono fatto." Mormorò sulla tua spalla, lasciandovi una scia di baci fino al collo.

"Sei un immaturo. Ti rendi conto? Ho dovuto chiamare Raf perché stavo male e tu non mi rispondevi, per quale motivo pensi che Vicky si sia messa a scalciare così forte? Perchè sentiva che avevamo litigato e percepiva il mio nervosismo. Lo stress non le fa bene." Lo sgridasti, ma con voce calma. Non volevi alzare un polverone proprio in quel momento.

"È che ogni volta faccio prevalere il mio orgoglio e non mi rendo conto della cazzata che sto facendo." Scosse il capo appoggiando la fronte sulla tua spalla. Ney non si rendeva mai conto cosa significassero le azioni che compieva, perché quando era incazzato, l'orgoglio di non cedere per primo prevaleva su tutto.

"Ney io non ho ancora capito perché dobbiamo litigare per la gelosia. Dio io ti amo da impazzire, quando te ne renderai conto?" Mordesti il labbro, abbassando lo sguardo abbastanza delusa. Era geloso da morire e neppure dopo avergli detto che aspettavate un bimbo, era cambiato.

"Amore mio, io lo so che mi ami, non dubitarne mai ti prego. È proprio per questo che ho paura di tutti quei cretini che ti girano attorno." Ti volto il viso, avvicinandolo al suo, mentre con le mani ti accarezzava i capelli.
Vi amavate così tanto, che spesso ti chiedevi se fosse possibile che il cuore battesse il quel modo.

"E quante volte devo dirtelo che nessuno è come te?" Replicasti, strofinando il naso con il suo, mentre la tua mano era appoggiata sulla sua guancia.

"Eu te amo." Disse prima di baciarti passionalmente. Vi baciaste per tanto tempo ma non te ne interessava, finché non decideste di ordinare la pizza, perchè tu e Vicky ne avevate voglia, e di vedere un film. Potevi incazzarti quanto volevi, ma tanto avreste sempre fatto pace.

---

Dedicato a now_fran

Spero ti piaccia!

One shots; immagina » Footballers'Where stories live. Discover now