Leon Goretzka;

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Leon Goretzka, Schalke 04

Sistemasti la tua treccia francese sulla tua maglia raffigurante alcune rose rosse. L'avevi infilata in degli shorts di jeans particolari, presi da Tezenis. Ai piedi delle Adidas, le quali sbattevano ritmicamente sul tappetino nero a ritmo della canzone che passava in radio, Reaggeton Lento.

Era estate e benché fossero le sette di sera, era ancora chiaro e potevi intravede il tramonto all'orizzonte. Sentisti la voce della tua amica azzeccare qualche parola e poi bloccarsi immediatamente.

"Cosa ti fai questa volta?" Eh già. Era abituata. Ormai ci si era così abituata che si dimenticava anche di chiederti. Inizialmente veniva con te, ti accompagnava e ti sosteneva, poi quando ha capito che non era più necessario ha iniziato ad offrirsi di accompagnarti dopo lavoro. Dopodiché lei trascorreva del tempo con il suo ragazzo, che viveva poco distante da lì, e tu svolgevi la tua commissione, infine lei tornava a prenderti.

"Mi faccio un mandala. Propio qui." Dicesti, indicando la zona laterale della spalla. Le mostrasti anche la foto e lei annuì raggiante. Le piaceva. Tu ne andavi matta. Era un insieme di disegni e decori molto particolari e quando lo avevi visto te ne eri innamorata. Non potevi non tatuartelo.

"Ciao Char, a dopo." La salutasti con un bacio una volta giunte davanti al tuo tatuatore. Scendesti dall'auto e ti sistemasti di nuovo velocemente, mettesti la tua borsa rossa sulla spalla e ti dirigesti all'entrata.

Vedesti il tuo tatuatore di fiducia, Tom, e lo salutasti amichevolmente, e dopo lo scambio di qualche battuta, ti disse che lui aveva avuto un'emergenza con un altro cliente e quindi non avrebbe potuto farti nulla. Almeno lui.

"Però c'è Leon se vuoi, lavora qui da un paio di mesi e se la cava." Valutasti la proposta. Il ragazzo si voltò. Era in fondo alla stanza, in un angolo a sistemare i vari inchiostri. Ti fissò, ti squadrò da capo a piedi e poi ti fece un cenno di saluto. Quanti ragazzi, una volta entrati in quel luogo, ti facevano una radiografia. Tu non ci facevi mai caso.

"Mi posso fidare?" Chiedesti.

"Tu ti fidi di me e io mi fido di lui, di conseguenza tu ti fidi pure di lui. Semplice no?" Ti fece l'occhiolino e tu annuisti divertita. Giocherellasti con la treccia e poi confermasti, se lo diceva Tom. Il giovane ti sorrise e ti disse di seguirlo.

"Che vuoi che ti faccio allora?" Domandò dopo le presentazioni.

"Allora, questo mandala proprio sulla spalla." Lui fissò la foto e poi te e annuì.

"Bene, mi piace. Per farlo lì però devi avere il reggiseno a fascia oppure che hai l'altro lo vedi togliere e ti copri con un'asciugamano." Ti spiegò preparando il lettino. Cose che avevi sentito e risentito. Eri giovane ma avevi diverse esperienze in campo di tatuaggi ormai.

"Lo so, stai tranquillo. Per questo ho già il reggiseno a fascia." Spiegasti, mentre ti stavi togliendo la maglia.

"Se non fossi una cliente ti direi in faccia che sei una so tutto io." Pronunciò con non calanche. Quando ti vide in reggiseno non fece una piega, per fortuna. Sapevi che con Tom per queste cose non c'era da preoccuparsi, ma Leon era comunque più giovane e non lo conoscevi, non sapevi come poteva reagire. Però era abituato a causa del suo lavoro, quindi quella preoccupazione non aveva senso.

"Ma lo hai appena fatto!" Borbottasti sdraiandoti sul lettino.

"Era voluto." Alzò le sopracciglia strafottente, mentre puliva la pelle, la detergeva, la idratava e la disinfettava. Aveva le mani fredde e ti vennero i brividi. Lui ridacchiò e tu arrossisti di poco. Chissà che andava a pensare. Lo osservasti. Capelli molto scuri, labbra fini, occhi un po' più chiari. Era un bel ragazzo, nonostante il carattere che fino ad ora non ti aveva fatto impazzire, anzi.

"Non hai portato nessuno a tenerti la mano, ragazzina?" Domandò, appena prima di puntare l'ago sulla tua pelle. Simpaticone.

"Ragazzina a chi?" Alzasti un sopracciglio guardandolo male. Lui spostò gli occhi sui tuoi, fissandoti intensamente. Ti sentisti in soggezione.

"A te." Sussurrò dopo pochi secondi, che a te parvero infinti mentre ti guardava. Per smorzare quella strana aria creata nella stanza, rispondesti alla sua domanda.

"Comunque no, non è la prima volta che faccio un tatuaggio." Dicesti ovvia.

"Lo vedo. Ti donano." Il suo sguardo scorse di nuovo tutto il tuo corpo.

Questo lo sapevi, anche perchè insieme ai tuoi piercing rispecchiavano il tuo essere. Avevi l'orecchio destro colmo di orecchini, il brillantino al naso, tre dietro la nuca e uno appena sotto il collo. Poi lo smile e quello alla pancia. Lo ringraziati.

Ci vollero tre ore circa per finire l'opera. Lui pulì il tutto, disinfettò e mise della vaselina, per poi raccomandarsi su cosa comprare per tenerne cura durante i giorni seguenti. Prima di mettere la pellicola, te lo fece vedere. Era magnifico, proprio come lo sognavi. Sorridesti e ti congratulasti con lui per l'ottimo lavoro.

"Avevi dubbi?" Sorrise, passando una mano tra i capelli dopo essersi tolto i guanti.

"Non sai quanti." Sorridesti a tua volta, mentre scoppiaste a ridere insieme. Eravate rimasti soli perchè Tom era andato via una volta terminato con il cliente, più o meno un'ora prima. Ti rivestisti e prendesti il telefono dalla tua borsa. Scorresti velocemente le notifiche e poi chiamasti la tua amica per farti venire a prendere.

"Char! Ho finito, non sai che bomba! Lo devi vedere, dai, vieni." Dicesti freneticamente tutto d'un fiato. Quando poi la tua amica ti rispose balbettando, a intervalli irregolari e con il respiro pesante, sbottasti divertita.

"Lo sai che quando sei al telefono con me sei pregata di smetterla di pomiciare con Marko perchè non voglio sentire i tuoi gemiti!" Leon ti guardó e trattenne le risate. Non sapevi se era perchè si stava immaginando cosa ascoltavi o se lo fece divertire la tua risposta, denotata da poca pacatezza.

"Va beh dai, lascia perdere, buon divertimento, io torno a casa con il tram. Un bacio Char." Concludesti sorridendo. Scuotesti il capo e poi facesti per rivolgerti a Leon, ma non ti lasciò il tempo.

"Ti porto io." Propose, anche se sembrava più un'affermazione. Ti stupisti, ma alla fine volevi scoprire qualcosa di più de ragazzo. Non era solo quel caratteraccio, c'era dell'altro, ed eri intenzionata a scoprirlo.

"D'accordo." Facesti spallucce e ti sedesti aspettandolo, mentre ti fece un occhiolino, mentre tu, per sbaglio, ti morsicati il labbro inferiore.

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Dedicato a gretaferri

Scusa il ritardo, spero ti piaccia!

One shots; immagina » Footballers'Where stories live. Discover now