Patrick Cutrone {2};

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Patrick Cutrone, Milan

Ti voltasti ancora nel letto, aggrovigliandoti tra le lenzuola, pronta per vedere un'altra puntata di Alta Infedeltà. Affondasti la testa nel cuscino, con fare annoiato ed esausto e sbuffasti sonoramente. Il giorno dopo avevi deciso che ti saresti rimessa in sesto e avresti ricominciato a studiare, ma quelle ore erano state orribili per te. Non avevi mai fatto un esame così male, nemmeno quando eri tornata dal compleanno della tua migliore amica alle cinque di notte e alle 10 avevi l'esame sulla fonetica spagnola. Quella mattina davanti al professore che ti ascoltava, eri andata nel panico più totale, dimenticando gran parte dell'analisi del Qijote, il più grande testo della cultura spagnola. Ovviamente il voto era stato insufficiente e non lo avevi accettato, ma tutta quella storia ti aveva abbassato il morale. Già la vita da universitaria era davvero difficile, lo studio era un obbligo ogni giorno, ma lo facevi perché ti avrebbe portato a realizzare il tuo sogno di diventare traduttrice simultanea durante i dibattiti politici. Roba di un certo calibro. Ma se andavi in panico per uno stupido esame, come sarebbe potuta andare in una situazione reale? La realtà che ti si parava davanti ti mandava in completa confusione e ti aveva demoralizzato moltissimo, non eri mai andata tanto male in un esame e forse il fatto di essere al primo anno di università non ti aiutava a vedere quel problema con una punta di maturità. 

Tutti quei pensieri ti mandavano in confusione e ti facevano anche dubitare del tuo futuro, con il senno di poi capisti che erano paranoie inutili, ma in quel momento ti stavano facendo impazzire, tanto da dimenticarti che erano le 19 e Patrick stava già giocando da almeno un'ora. Lo stress ti aveva fatto dimenticare anche la partita del tuo ragazzo. Ti raddrizzasti, sempre con poca voglia, e afferrasti il telecomando per mettere su sky. 

Non riuscisti nemmeno a seguire la partita tranquillamente e quindi spegnesti la tv dopo nemmeno dieci minuti, infilando le cuffiette e tentando di dormire. Era l'unica cosa che ti aiutava a non pensare e a risvegliati propositiva per affrontare il problema e a non sedertici sopra come se non ci fosse alcuna soluzione. Quell'esame lo avresti sicuramente ridato e conoscendoti avresti preso un trenta.

Scorresti tra le canzoni di iTunes e facesti partire la playlist di Sia, poi ti copristi con la coperta di pile e facesti un grande respiro, come ad eliminare tutti i pensieri e chiudesti gli occhi.

Quando ti girasti, dalle tue labbra uscì un verso di lamento perché la tua testa si appoggiò su un pezzo di carta. Poi due mani presero il tuo capo e lo spostarono un po' più in là. Ancora prima di aprire gli occhi, avevi già capito che Patrick era lì seduto di fianco a te: te ne eri accorta per il suo profumo. Ti strofinasti gli occhi con il pollice e l'indice e ti allungasti verso il suo bacino, appoggiando la testa sul suo busto. Lui avvicinò una mano al tuo viso e ti fece una carezza sulla guancia spostandosi poi verso il naso, lasciandovi un pizzicotto. Il pezzo di carta su cui ti eri precedentemente appoggiata era la busta del mc donald e con la coda dell'occhio avevi notato che Patrick aveva la scatola del Big Mac di fianco a lui.

"Stai mangiando sul letto, per caso?" Chiedesti ironicamente, con la voce ancora assonata. Sentisti il sospiro della sua risata nascosta.

"Ti ho portato mc donald, il gelato ai cookies e tanti tanti baci. Direi che si può fare no?" Propose  sorridendo, facendoti voltare il capo verso di lui. Aveva degli occhi luminosi, ti faceva sempre divertire così tanto. E anche in quel momento era riuscito a farti ridere.

"Si, mi piace questo scambio." Annuisti convinta, vedendolo che trafficava con un'altra busta di Mc Donald. Patrick sapeva quel che era accaduto quel pomeriggio e con un semplice gesto era riuscito a farti sorridere e sapeva he avevi tanto bisogno di parlarne. Così era venuto a casa tua, usando le chiavi di scorta nel portaombrelli e sapevi che sarebbe stato pronto ad ascoltarti a qualunque ora della notte.

"È da tanto che sei qui?" Chiedesti, prendendo una patatina.

"No, cinque minuti." Rispose distrattamente, facendoti alzare gli occhi al cielo, dato che ti aveva appena rubato il pezzo di patatina tra le mani. Per farsi perdonare cercò le tue labbra per la prima volta in quella giornata.

"Come stai?" Chiese poi, avvicinandoti a sè.

"Meglio, dopo aver dormito..." Mormorasti, lasciando però la frase in sospeso.

"Però?" Ti incitò, dopo qualche istante in cui avevi iniziato a mangiare il panino. Mandasti giù il boccone e lo guardasti con un'espressione sofferente.

"Però ho paura di non essere all'altezza di quel che voglio fare." Sbuffasti prima di iniziare a morderti il labbro nervosamente. Era davvero una sensazione destabilizzante quella che stavi provando.

"Amore, non è per questo unico esame che ti è andato male, che non sei più in grado di fare nulla. È stato un incidente di percorso, un po' come quando noi giocatori giochiamo male. Non significa che siamo diventati delle pippe, significa che quel giorno non andava." Lui tentò di rassicurarti con delle semplici parole ed era un discorso logico. Aveva ragione, avresti dovuto pensare così. Gli sorridesti riconoscesti e ti piegasti verso di lui baciandolo.

"È vero. Devo pensare così." Ripetesti i tuoi pensieri decisa. Lui ti guardò e sorrise.

"Questa è la mia ragazza!" Annuì convinto, baciandoti ancora una volta. Buttasti tutti i rifiuti nel cestino sotto la scrivania e ti sdraiasti sopra di lui, beandoti dei suoi mile baci con la tv in sottofondo. Passò un dito sulla tua spina dorsale, prima da sopra la maglia e poi a contatto con la tua pelle. Questo ti fece allontanare la labbra dalle sue, dopo un brivido. Lui ridacchiò e ti lasciò un bacio sul collo.

"Grazie amore." Mormorasti con gli occhi chiusi, stringendo le braccia al suo collo. Sentisti le sue labbra sulle tue palpebre. Patrick sapeva come trattarti per farti stare tranquilla e se c'era un gesto che amavi, era proprio quello. Ti dava un senso di intimità non sapevi neppure il perché.

"Ti amo." Disse accarezzandoti le guance, ma sapevi che tu non avevi neppure bisogno di rispondere, lui lo sapeva.

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Dedicato a Lola-Lols

Spero ti piaccia!

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