Alessio Romagnoli;

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Alessio Romagnoli, Milan

Quanto amavi quelle serate? Tu, le tue amiche e il puro divertimento. Quell'uscita ci voleva proprio, tutte eravate impegnate con lavoro o università e uscire per un po' dalla solita routine era necessario per ritrovarsi ancora tutti i neuroni. Andare a ballare era un buon metodo per svagarsi. Avevi indosso dei jeans skinny neri, che fasciavano perfettamente le tue curve e un reggiseno di intimismi di pizzo, anch'esso nero, che poteva benissimo essere usato come crop top. Le tue labbra erano colorate di rosso chanel, proprio come i tacchi alti che portavi ai piedi. I tuoi capelli ricci e vaporosi ti ricadevano lungo le spalle e coprivano quasi interamente la visione della tua schiena. La gente era molta, anche persone che conoscevi e tu e le tue amiche non avevate perso un attimo di tempo per fare gossip sulla ragazza appena incontrata. Veniva con voi alle medie e ora viveva in Olanda con il suo ragazzo. Amavi anche tanto questi momenti di gossip, essendo una ragazza.

D'un tratto la tua attenzione fu colta da delle voci. Non ti girasti, ma era evidente che era un gruppo di tre o quattro ragazzi che si riferivano a voi. Li lasciasti continuare, per ascoltare ciò che avevano da dire.

"Il culo di quella con i capelli corti?"
"Otto."
"Otto? Un nove, assolutamente."
"Si, e a quella riccia quanto dai allora?"
"Lei un dieci pieno."

Ridacchiasti alla stupidità di quel gruppo. Speravi non superassero i vent'anni, perché mettersi a votare i fondoschiena delle ragazze, quando si potrebbe benissimo approcciarvi, è da veri cretini. Ma oramai l'universo maschile non ti sorprendeva più. Non erano neppure bravi a farlo con descrizione, eri riuscita ad ascoltarli senza problemi. Notasti che anche le tue amiche si erano azzittite, interessante dal discorso con un profondo grado di cultura dei ragazzi lì dietro. Allora tu non riuscisti a tener ferma la tua lingua biforcuta, anche a causa della tua impulsività. Facesti un cenno alle ragazzi e ti girasti. Vi bastarono due passi per raggiungerli.

"Il mio culo non ha bisogno del vostro voto, e nemmeno quello delle mie amiche." Commentasti sorridente, sotto il loro sguardo piuttosto a disagio. L'unico che sembrava non essere colpito dal vostro atteggiamento era il ragazzo proprio di fronte a te. Aveva i capelli corti, un sorrisetto formato da due labbra carnose e gli occhi piccoli. Carino.

"Per farvi perdonare ci pagate da bere." Sentenzió la tua amica, avvicinandosi al bancone. Trovavate sempre un modo per farvi pagare da bere, i drink costavano pure troppo. Spostati i tuoi ricci verso destra, lasciando libera visione al tuo tatuaggio sul collo, le iniziali dei tuoi genitori.

"E poi ancora cosa?" Replicò divertito il ragazzo che avevi precedentemente osservato con attenzione. Sorridesti.

"Che so, se vuoi portarmi a fare shopping sabato..?" Proponesti, ovviamente scherzando.

"Con tutti i milioni che guadagnate a stagione riuscite tranquillamente a pagare da bere a quattro ragazze." Melissa, l'unica tra di voi che seguiva il calcio, parlò, anche lei avvicinandosi al bancone.

"Stiamo parlando con dei calciatori, wow!" Si giunse la tua ultima amica, appoggiandosi a te.

"Dovreste essere onorate." Commentò un ragazzo con una voce autoritaria e una cresta ben sistemata.

"Ma se non sappiamo neppure come vi chiamate, eccetto Mel." La indicasti, facendo spallucce. Era divertente la situazione che si era creata.

"Dai, sedetevi cheti offriamo da bere." Disse uno, consapevole del fatto che non ve ne sareste andate. Iniziò una chiacchierata tutti insieme ed erano simpatici, tutto sommato.

"Cosa vuoi da bere?" Ti chiese cortesemente il ragazzo di fianco a te. Osservasti quello stava bevendo lui, con il gioco di luci però non ne riconoscevi il colore, allora prendesti il suo bicchiere e ne provasti un po'. Il suo sguardo ti scrutava attento, mentre le vostre spalle si sfioravano: la gente era davvero molta.

"Quello è rum, è troppo forte per una bambina." Commentò. Ogni volta che ti guardava aveva quell'espressione che gli avresti cacciato dal viso molto volentieri.

"Però questa bambina ti piace." No, non eri una che se ne restava zitta, lo aveva capito anche lui in quei dieci minuti di conoscenza. Lui non si scompose, continuò a guardarti negli occhi.

"Cosa te lo fa pensare?" Domandò, avvicinandosi al tuo orecchio. Sentivi il suo fiato caldo sul tuo collo e le sue labbra sfiorare il tuo lobo.

"Sesto senso." Ti limitasti a rispondere, rimanendo immobile. Lui annuii, assottigliando ancor di più i suoi occhi già piccoli.

"Come ti chiami?" Domandò poi, facendo roteare in senso antiorario il bicchiere sul tavolo.

"y/n. E tu?" Chiedesti sorseggiando con la cannuccia il tuo mojito alla fragola, precedentemente ordinato.

"Alessio." Ti diede la mano e tu gliela stringesti.

"Allora sabato mi accompagni a fare shopping?" Gli chiedesti sbattendo ripetutamente gli occhi. Tentare non costava nulla, magari poi si offriva anche di pagare tutto lui. Certamente, pensasti.

"Cosa ricevo in cambio?" Ci ragionò un po' e poi ti diede questa risposta, per niente innocente, dalla sua espressione e dal tono di voce. Alzasti un sopracciglio contrariata.

"Una sberla." Asseristi seria.

"Proposta interessante." Ridacchiò lui e fece divertire un po' anche te, così gli sorridesti.

"Allora mi accompagni o no? Vincerai una cena la stessa sera, che ovviamente pagherai tu."

"Non so perché tutti i propositi mi spingono a dirti di no, ma ho voglia di dirti si." Mormorò avvicinandoti a te, ancor di più. La discoteca era un posto che generalmente racchiudeva un grande caldo, ma essere vicino contribuiva a farti sentire come un fuoco. La sua mano finì tra i tuoi capelli lunghi e prese ad accarezzarli lentamente, mentre tu avvicinavi il viso al suo orecchio.

"Davvero non sai il motivo?" Domandasti con voce bassa. In quel momento sentisti la sua mano fermarsi sulla tua schiena nuda. Lasciasti una scia di baci sulla sua guancia, fino ad arrivare all'angolo delle labbra. Le sfiorasti un po' con le sue e quando tentò di baciarti, ti allontanasti. Ti stupisti di te stessa per il tuo autocontrollo.

"Avevo ragione, sei una bambina." Ridacchiò mordendosi il labbro.

"Questa bambina però ti piace.." Ripetesti le stesse parole di prima.

".. E pure parecchio." Disse prima di avvicinarsi e baciarti. Non era stato neppure necessario andare in pista per far scattare quel bacio, l'attrazione era bastata. La sua mano andò a finire nella tasca dei tuoi jeans e tu gli tirasti le punte dei capelli, mentre lui con un braccio ti stringeva sempre di più a sè. Ti morsicò il labbro e tornò a baciarti, mentre le tue dita fredde accarezzavano il suo collo. La passione di quel bacio si percepiva solo a guardavi

Ma infondo in discoteca quale bacio sarebbe mai stato innocente?

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Dedicato a AleedEfe

Spero ti piaccia!

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