Federico Bernardeschi {2};

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Federico Bernardeschi, Juventus

Non era un bel momento per te come tifosa della Viola, ma lo era come fidanzata di Federico. Erano ormai cinque giorni che lo sapevi e ieri lui lo aveva reso ufficiale. Federico due gironi prima si era recato a Torino per firmare un contratto con la Juventus. Non neghi che all'inizio ci eri rimasta parecchio male. Ovviamente come fidanzata eri orgogliosa e fiera del percorso calcistico del tuo ragazzo, ma come tifosa era difficile veder andare via dalla propria squadra il ragazzino che da qualche anno vi faceva battere il cuore con i suoi gol. In cuor tuo speravi sarebbe rimasto per sempre, come Totti. Ma il calcio era anche questo e lo avevi accettato, supportando Fede in questa decisione. Glielo avevi detto però, che secondo te il viola gli sarebbe stato sempre meglio del bianco e del nero.

Anche Fede aveva avuto paura della tua reazione, sapeva quanto tenessi alla maglia, ai colori della Fiorentina e quindi era spaventato da una tua possibile reazione. E aveva fatto bene a preoccuparsi, perché la tua prima reazione non era stata molto pacata. Ti erano bastati dieci minuti di calma però, per capirlo. Quando tu ti calmasti, ti spiegò i motivi della sua scelta e ti invitò a partire con lui. Stavate insieme da un anno e tu ti eri laureata l'estate prima, ma ancora non avevi trovato lavoro. Magari a Torino avresti avuto qualche possibilità in più, anche se ti costava tanto lasciare la tua splendida Firenze.

Così vi trovavate all'aeroporto insieme, in attesa dell'apertura del Gate. Era avvenuto tutto così velocemente e non te ne eri resa nemmeno conto. Una ditta di traslochi aveva portato quasi tutte le vostre cose all'attico scelto da Fede, proposto dalla società bianconera. Voi invece eravate tornarti a Firenze, dati gli ultimi giorni pausa estiva disponibili per lui. Avevate salutato i vostri parenti e le vostre mamme si erano raccomandate, come al solito. A entrambe era scesa anche qualche lacrima, ma era anche normale.

Intanto vi eravate seduti ad un bar per fare colazione. Lui un caffè amaro con una brioche all'albicocca e tu un cappuccino con una brioche alla Nutella, decisamente più calorica. Gli rubasti un pezzo di dolce e lui si lamentò come al solito. Tu ti avvicinasti al tavolo per riuscire a baciare quell'espressione tanto imbronciata quanto divertente e lui, prima di posare le labbra sulle tue, aveva preso il lembo della tua maglia e l'aveva alzata, per coprire maggiormente il tuo petto. Ridesti nel bacio, accarezzandogli una guancia.

"Sei incorreggibile." Mormorasti divertita, quando ti rimettesti seduta. Anche lui lo era, lo capivi dal sorrisetto furbo che aveva sul viso.

"Non è vero, semplicemente proteggo da occhi indiscreti ciò che è mio." Spiegò, facendoti scoppiare a ridere. "Ti vesti troppo scollata." Commentò giocando con la tua mano.

"Scusa ma non mi faccio dare consigli di stile da uno che si veste come te." Gli facesti la linguaccia, mentre lui si accigliò.

"Sei tu che non segui la moda, sfigatella." Ti disse sistemandosi il ciuffo. Amavi questi momenti della vostra relazione.

"Non ti conviene prendermi in giro perché sono ancora in tempo a bidonarti e lasciarti andare a Torino da solo." Lo minacciasti prima di alzarti dalla sedia e sistemarti la tua maglia azzurra.

"E poi chi le caccia tutte le ragazze che ci proveranno?" Ti chiese, prendendoti sotto braccio e portando l'unico trolley che avevate avuto con voi durante quei due giorni.

"Tanto non ci prova nessuno." Facesti spallucce, dandogli un colpo con l'anca. Lui puntò gli occhi nei tuoi e si passò la lingua sul labbro inferiore.

"Sei una bugiarda." Borbottò, facendoti un buffetto sulla guancia. Sospirasti e passasti una mano sul suo viso.

"La verità è che ti amo troppo per lasciarti andare da solo." Mormorasti avvicinandoti al lui, facendo si che i vostri nasi si sfiorassero. Sorridesti a quella vicinanza tanto intima.

"E io sono troppo innamorato per lasciarti da sola a Firenze." Ammise anche lui, baciandoti più volte a stampo. Eri proprio innamorata persa.

Una volta sull'aereo, Federico non ci mise due minuti a prendere sonno. In quei giorni era stato molto sotto stress e aveva anche dormito poco a causa dei numerosi viaggi che avevano comportato quel suo nuovo impegno in una nuova città.

Federico era bellissimo, i suoi occhi azzurri erano il tuo punto debole e anche le sue braccia tatuate lo erano, anche perché un piccolo spazio in queste era dedicato a te, o meglio, a voi. Sul lembo di pelle laterale al polso, scritto in orizzontale, aveva scritto la vostra data.

25 maggio 2016, io e te

E dire che quando lo aveva fatto stavate insieme da quattro mesi soltanto, ma dio solo sapeva quanto eravate innamorati. Era stato un colpo di fulmine. A quella festa la musica si era fermata e non sentivi nemmeno più le voci delle tue amiche. C'eravate solo tu e lui, in piedi vicino ad un orchidea rosa, mentre parlava con un compagno di nazionale. Vi eravate guardati negli occhi con una tale intensità da farti trattenere il fiato.

Gli accarezzasti la base del collo, proprio come piaceva a lui, perché sentivi che si stava svegliando, lo guardavi sorridendo e se la gente ti avesse beccato, saresti sembrata una stupida. Intanto i suoi occhi si aprirono ed era tanto dolce appena sveglio. Gli baciasti la fronte e lui ti diede un bacio a stampo e poi si mise seduto più civilmente.

"Buongiorno!" Lo salutasti.

"Sai cosa ho sognato?" Non ricambiò il saluto, ma ti guardò in attesa di dirti qualcosa.

"Il nostro primo incontro." Ti si illuminano gli occhi. Sorridesti e ti voltasti maggiormente verso di lui.

"Anche io ci ho pensato, amore." Annuisti accarezzando il braccio sulla quale era inciso il tatuaggio.

"Ti ho fatto cadere ai miei piedi con un solo sguardo." Alzò un sopracciglio, con sguardo malizioso.

"Peccato che io inizialmente non ti davo molta corda." Gli desti una spallata, lasciando che poi ti intrappolasse tra le sue braccia.

"Sicuramente pensavi 'è impossibile che un figo del genere mi consideri'." Alzasti gli occhi al cielo, facendo una smorfia.

"Secondo me quello lo pensavi tu." Ribattesti, mettendo i capelli dietro all'orecchio. Vi guardaste per qualche secondo e scoppiaste entrambi a ridere come due cretini.

"Ti amo." Mormorasti sul suo collo, lasciandovi un bacio.

"Anche io." E poi ti baciò dolcemente.

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Dedicato a KatyaHemmo

Spero ti piaccia!

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