Sergio Ramos García;

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Sergio Ramos, Real Madrid

Seguisti con un dito il contorno del tatuaggio sul braccio di Ser, molto lentamente per non svegliarlo. Ti venne da sorridere quando lo guardasti in viso. Aveva un'espressione tranquilla e il capelli castani si erano scombinati durante la notte. Le tue gambe erano incastrate in mezzo alle sue e il braccio cingeva il tuo bacino. Erano pochi centimetri quelli che dividevano il tuo seno nudo e il suo addome. Annullasti quella distanza e ti stringesti di più a lui baciandogli più volte la spalla, dovevi alzarti e andare con la tua amica a cercare un vestito adatto per la prima uscita con un ragazzo importante. Gli baciasti le labbra, senza premere, e ti alzasti per infilare l'intimo. Mettesti la sua maglia, come facevi anni prima. Profumava di lui e valutasti l'idea di tenerla addosso anche per l'uscita programmata. Infilata dei tuoi skinny sarebbe andata bene.

"Mh." Sentisti, mentre si voltò. Allungò la mano sul tuo posto, sbuffò e non aprì nemmeno gli occhi. "Dove vai?" Borbottò con la voce assonnata e il viso sprofondato nel cuscino.

"Ser devo andare con Isabel in centro." Mormorasti molto dolcemente, mentre per guadagnare tempo pettinavi i capelli con le dita, molto distrattamente. Lui aprì gli occhi e sbuffò, poi mi mise a pancia insù e portò le mani dietro la nuca. Non ti guardava.

"Ti sei pentita, vero?" Domandò serio. Certamente se lo avessi fatto non gli avresti parlato in quel modo e non ti saresti messa la sua maglia. Ripercorresti la serata precedente per sapere se c'era stato un momento di cui avresti potuto pentirti.

Stavate litigando come dei ragazzini. Invece lui aveva trent'anni e tu ventisei, non eravate più dei ragazzini, dovevate affrontare le cose come delle persone mature, ma tutto questo non riusciva. Tu e i tuoi ex compagni di uni avevate organizzato una vacanza di quattro giorni, tutti insieme, a Malaga. Lui pensava che tu non te ne fossi accorta, ma da quando glielo avevi riferito, era diventato più stronzo e acido. Non sapevi neppure come eravate arrivati a litigare, forse per una cazzata, ma poi il soggetto della discussione era diventata questa vacanza.

"Guarda che la vita non è solo divertimento! Non puoi mancare dal lavoro quando vuoi, non sei una bambina. Non è perchè hai voglia di andare a pomiciare con un ragazzetto con gli ormoni a palla su una spiaggia, che puoi prenderti la libertà di mancare!" Disse ad un certo punto, con voce tagliente. Strabuzzasti gli occhi e ti cadde la mascella. Non potevi crederci, era proprio un cretino. Incredibile che pensasse quelle cose di te, quasi rimanesti senza parole. Però non eri una che rimaneva zitta e specialmente in casi come quello.

"Io non voglio andare a pomiciare con nessuno, voglio solo rivedere e divertirmi di nuovo con i miei compagni di università. Poi proprio tu parli di queste cose! Quante sere io ti curo Marco e Sergio perchè tu esci con qualcuna?" Sputasti acida. Che faccia tosta. Mettesti nervosamente alcune ciocche dietro l'orecchio.

One shots; immagina » Footballers'Where stories live. Discover now