Arkadiusz Milik;

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Arek Milik, Napoli

Avevi formato anche tu un cuore con le mani, e gli avevi sorriso, anche se da lontano. In quel momento eri super felice e saltellavi da un piede all'altro, euforica per il gol, per la rivincita, per il gesto che ti aveva dedicato.

In quel momento, soltanto un'ora dopo, ci stavi ripensando, e lo stesso sorriso stava solcando il tuo viso. Avevi ancora in mente la sua maglia con scritto a caratteri cubitali Grazie kochanie, ovvero amore in polacco, la sua lingua natale. A tutti potevano sembrare due semplici parole, invece tu sapevi cosa era nascosto dietro a quella dedica. C'erano dietro mesi di malumori, di distrazioni, di litigate, di incomprensioni, di paure, ma insieme a tanto ma tanto amore, che vi aveva aiutato a superare la situazione che si era venuta a creare dopo lo spiacevole infortunio, che lo aveva colpito quasi sette mesi prima.

Arek la prese veramente male, perchè la sua carriera era in un momento meraviglioso. Era la prima punta del Napoli, faceva tanti gol e era felice di ave trovato finalmente uno squadra dove poteva esprimersi al massimo. Poi d'improvviso il ginocchio aveva ceduto e lui si era ritrovato in campo dolorante. Lui non mollava mai e quando lo vedesti, che usciva dal campo con l'aiuto dei medici, zoppicando, capisti che la cosa era grave. Ti chiamò per andarlo a prendere al centro sportivo e durante il viaggio in auto non ti fece dire una parola. Avrebbe voluto spaccare tutto, aveva bisogno di sfogarsi e piangere, perchè sapevi che davanti ai dottori non lo aveva fatto di certo. Era stata una sera difficile, la prima di molte altre. Arek non accettava l'infortunio e sfogava a sua rabbia su di te, trattandoti male.

Non diceste una parola, quando i vostri occhi si incontrarono. Vi avvicinaste soltanto e vi abbracciaste forte, qualunque parola in quel momento sarebbe risultata superflua. Ce l'avevate fatta, avevate superato il vostro momento di crisi, uscendone ancor più forti di prima.

"Grazie, grazie." Sussurrò, staccandosi leggermente da te, ma stringendo le mani dietro la tua schiena. Sorridesti addolcita.

"Era mio dovere, non devi ingraziarmi." Scuotesti il capo, portando una mano sul suo petto, muovendo piano le dita.

"Non lo avrebbe fatto chiunque." Continuò, baciandoti la fronte. Quello era sempre stato uno dei vostri baci preferiti. Poteva sembrare banale, ma era invece simbolo di protezione. Vi sareste protetti e avreste protetto il vostro amore, ad ogni costo.

"Lo fa solo chi ti ama." Mormorasti, mentre le sue labbra indugiavano sulla tua pelle. Lui sorrise e poi iniziaste a camminare verso l'auto, mano nella mano.

Da quanto tempo non ti diceva ti amo? Troppo tempo, probabilmente. E quanto ti mancava vedere le sue labbra fini muoversi per pronunciare quelle due semplici paroline, sentire il suono nella sua voce, il respiro al tuo orecchio, lo schiocco di un bacio dopo avertelo detto. Non tutte le ragazze sarebbero riuscite a superare una crisi come la vostra. Non avevate fatto l'amore per tre mesi e lui non ti diceva ti amo da tanto. Quando tutto sembrava iniziare a risollevarsi e andare per il verso giusto, il vostro rapporto aveva iniziato a migliorare, tempo per tempo. Ma i primi mesi erano stati orribili ed era proprio da lì che Arek non diceva più di amarti. Infatti ti mancava, moltissimo, avere le sicurezze che quella semplice dichiarazione riusciva a darti, però lo capivi. Lo capivi dai suoi occhi, dal suo tocco e dal fatto che eravate riusciti a superare la crisi. Sapevi che ti amava, ma non vedevi l'ora di sentirtelo dire di nuovo.

"Kochanie, vieni qua un attimo?" Ti chiese, mentre tu stavi riordinando i fogli dell'università. Eravate arrivati a casa da circa dieci minuti e tu eri intenta a riordinare. Siccome eri sempre molto sbadata, prima i recarti al San Paolo non ti eri accorta che era così tardi e quindi non potesti riordinare il casino creato.

Lo raggiungesti sul divano e ti sedesti di fianco a lui, attendendo le sue parole. Ti prese dalle gambe e ti fece sedere il braccio a lui, dandoti un lungo bacio passionale, inaspettato, da lasciarti letteralmente senza fiato. Le sue mani scorrevano sotto la tua maglia, accarezzandoti ogni centimetro di pelle e le tue erano strette al suo collo, come a portarlo ancora più vicino a te, come a non averne mai abbastanza.

"Hai avuto così tanta pazienza, persino quando non mi sopportavo nemmeno io. Non ti ho trattato come  la mia fidanzata non so per quanti giorni, ti ho riposto male, ero scorbutico, tutto perchè non potevo fare la cosa che amavo, ma così facendo ho trascurato chi amo. Sinceramente pensavo ci saremmo lasciati, invece tu hai sopportato tutto e quando ti ho lasciato, tu mi hai urlato che io avevo lasciato te, ma tu non avevi lasciato me perchè nonostante tutta la merda, mi ami troppo. E dopo essermi reso conto di tutto questo, ho constatato che ho proprio scelto la persona giusta da amare, amore." Non ti lasciò neppure il tempo di dire qualcosa dopo il bacio, perchè aveva subito iniziato a dire quelle parole, facendoti emozionare ogni secondo un po' di più. Ti aveva implicitamente detto quel ti amo che aspettavi e non potevi esserne più entusiasta.

"È vero, ti amo da morire e sono fiera di essere restata e di aver tenuto in piedi quello che con un semplice soffio sarebbe potuto volare via." Sorridesti mentre le lacrime erano sull'orlo delle palpebre.

"Su, non voglio vederti piangere." Disse sorridente, tirandoti su con gli indici gli angoli della bocca. Ridacchiasti, abbracciandolo per un attimo. Mandasti giù le lacrime, in quei mesi avevi pianto anche troppo, non volevi piangere anche quel giorno, benché si trattasse di felicità.

"Allora, come va questo ginocchio dopo la prima partita?" Chiedesti, scostandoti leggermente per vedere la cicatrice che era rimasta dall'operazione.

"Bene, benissimo. Mi sentivo rinato in campo." Rise, sfiorandosi la pelle. Eri felice per lui, si meritava tutto quello che gli stava accadendo dopo i mesi di buio vissuti.

"Comunque, amore, io ti amo." Voltasti il viso verso di lui, che ti guardava come se ti stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo. Mordesti il labbro e piegasti la testa di lato, annuendo, per fargli capire che nonostante tutto, lo sapevi. E poi vi baciaste di nuovo e ancora. Altre mille baci che vi avrebbero lasciato senza fiato.

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Dedicato a giulia9castellazzi

Spero ti piaccia!

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