Leandro Daniel Paredes;

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Leandro Paredes, Zenit San Pietroburgo

"Che hai?" Ti chiese, mentre mettevi velocemente in ordine i fogli sul suo tavolo della cucina, era un casinista. Lo sapeva benissimo che cosa avevi, era proprio per quello che te eri da lui. Volevate passare l'ultima serata insieme. Senza amici tuoi, senza amici di lui, solo tu e lui.

"Leo, domani te ne vai. E non vai a Milano, o a qualche ora da qui. Vai in Russia. Sinceramente, quante volte all'anno potremmo vederci?" Appoggiasti la testa sulla sua spalla, mentre lui prese ad accarezzarti il braccio. Lo sentisti sbuffare contro la tua pelle.

"Tu mi raggiungerai quando potrai pulce, anche per me è difficile, ma non renderlo ancora di più." Commentò, spostandoti il capelli e lasciandoti un bacio sul collo, tanto intenso da parti alzare in piedi. Ti voltasti verso di lui con un'espressione seria e sospirasti. Dovevi farlo. Quel bacio ti aveva fatto partire l'impulso. Sarebbe stata una cosa corretta per entrambi. Per questo non gli lasciasti il tempo di parlare, iniziasti tu.

"È inutile che ci giro intorno, come da un anno a questa parte. Leo io sono follemente innamorata di te. Forse come non lo sono mai stata di nessuno. Siamo migliori amici da quattro anni e so che non avrei dovuto, ma è successo. Però a dirla tutta è anche un po' colpa tu. Mica mi sono innamorata da sola di te. Sei stato tu, con i tuoi modi, con il tuo continuo prendermi in giro, con i baci sulla guancia, con gli abbracci, oppure quando mi porti a letto mentre stiamo guardando un film insieme, perché io mi sono addormentata sul divano, quando mi accompagni a fare qualunque cosa preveda una puntura perché ho paura degli aghi. Dio Leo... Quasi non mi sembra vero che ti vedrò davvero pochissimo. Ma forse sarà un bene e riuscirò a smetterla di pensarti in questo modo. Non lo so, sono così confusa e probabilmente lo sarai anche tu dopo questo flusso di pensieri. Solo che dovevo dirtelo. Tu domani parti, ma sappi che ti amo." Ti sfogasti, ti sentivi più libera e le lacrime erano lì, pronte ad uscire. Era quella tutta la verità. Lui aveva la bocca socchiusa, gli occhi che emanavano la solita luce e in viso la sorpresa per la notizia che gli avevi appena dato. Eravate tu e lui in quella stanza, vi guardavate profondamente, come non avevate mai fatto. Forse perchè quando tu lo guardavi in quel modo, lui non se ne rendeva conto. Si poteva udire solamente il ticchettio delle lancette.

"Dici sul serio?" Boccheggiò, senza levare gli occhi dalla tua figura.

"Non so se ti sembra che io abbia la faccia di una che scherza." Sorridesti amaramente, scostando la sedia e sedendoti vicino a lui.

"Io non me ne ero mai accorto..." Si fissò le mani, che torturava insistentemente.

"Se ne sono accorti tutti tranne te, perchè dicono che ti guardo con gli occhi dell'amore." Passasti una mano tra i suoi capelli, ti alzasti, mentre lui ancora non alzava lo sguardo.

Eri consapevole che da quel momento non avresti più avuto un migliore amico.

Ti chinasti e gli baciasti la tempia, indugiasti un po', perchè sapevi che quella era l'ultima volta per molto tempo. Ti voltasti per andare, ma venisti fermata dalla sua voce.

"Aspetta, sono confuso. Cosa dovrei provare in questo momento? Perchè se dovessi provare compassione, tristezza, voglia di scappare, beh, no. Sono felice, felice perchè mi hai detto che mi ami." Cosa voleva dire? Se lui era confuso, tu ora lo eri più di lui. La tua confessione gli aveva reso limpido un pensiero nascosto fino a quel momento? Oppure era solo un momento di smarrimento? Sospirasti.

"Dai Leo, non facciamo casini. Io ora torno a casa." Gli sorridesti, mettendoti la giacchetta di jeans. Era meglio così, per entrambi.

"No, resta qui. Parti con me domani. Lo so che sembra assurdo, ma ti prego. Gli studi li hai finiti, non hai un lavoro, vieni e iniziamo insieme. Non sopporterei il saperti qua innamorata di me, mentre anche io forse provo qualcosa." Arrossisti all'istante e mille preoccupazioni ti pervasero la mente. Quelle parole viaggiavano imperterrite per il tuo cervello e te ne sfuggiva il significato.

"Leo io non voglio illudermi." Mormorasti, scuotendo il capo decisa.

"Ti giuro che non ti voglio illudere." Si avvicinó piano a te, prendendoti poi una mano e mettendotela sul tuo cuore, batteva forte, come mai avresti immaginato.

I vostri occhi erano incatenati, ti tremavano le gambe e il tuo, di cuore, aveva iniziato a battere ancor più forte quando avevi sentito come il suo batteva per te.

Le vostre labbra si scontrarono con tanta passione quanta voglia uno dell'altro. Quante volte avevi immaginato quel bacio? Pensando anche a quanto sarebbe stato impossibile? Invece eravate stretti uno all'altro, a scambiarvi un bacio così profondo da farti mancare il fiato e le forze. Ti prese per le gambe e ti fece sedere sul tavolo, e in questo frangente vi guardaste per la prima volta negli occhi.

"Come ho fatto a non capirlo prima?" Ti chiese sottovoce, toccandoti le labbra con un dito. Il tuo cuore era pieno d'amore. Gli lasciasti diversi baci a stampo, fino a che lui non incastrò il tuo labbro tra le dita e lo le morsicò.

Le tue mani si fecero spazio sotto la sua maglia, accarezzandogli la schiena e alzandola leggermente. Lui si staccò per qualche secondo, giusto il tempo di levarla.

"Parti con me domani, vero?" Ti chiese con il respiro affannato, stringendo le braccia intorno alla tua vita.

"Si Leo, si." Rispondesti sulle sue labbra, bisognosa di altri baci. Stavi per fare l'amore con Leo e non ci credevi. Lui inizió a sbottonare la tua camicetta bianca in seta, baciandoti il collo mentre tu passavi un dito sui suoi addominali scolpiti, quando il tuo iPhone si mise a squillare.

Vi staccaste contemporaneamente, sbuffando entrambi. Lui ti lasciò lo spazio per scendere dal tavolo, dopo un altro bacio, e ti seguì fino all'entrata, come un ombra.
"Non rispondere, dai." Sbuffó contro il tuo collo, dove lasció un bacio. Sorridesti, strofinando il naso sulla sua guancia. Prendesti il telefono dalla borsa e guardasti il mittente.

"È Simone." Il tuo coinquilino per tre mesi, che Leandro non aveva mai trovato particolarmente simpatico.

"Digli di andare a fanculo a Simone." Ti baciò di nuovo, irruentemente, questa volta portandoti direttamente in camera, dove già sapevi avresti passato la notte più bella della tua vita.

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Dedicato a avesvaleeh

Spero ti piaccia bella 💗

(come ho fatto a scrivere con la tristezza, disperazione e delusione che ho addosso io non lo so, per fortuna il capitolo era a più di metà)

One shots; immagina » Footballers'Where stories live. Discover now