José María Callejón Bueno;

2.1K 66 2
                                    

José Callejón, Napoli

La musica rimbombava alta nelle tue orecchie, mentre ascoltavi Beliver degli Imagine Dragons. Non ti spaventasti quando le ruote dell'aereo toccarono terra, eri abituata a volare e amavi farlo. Facesti affluire un po' di gente prima di alzarti e scendere, quando si trattava di toccare di nuovo terra, le persone sembravano delle bestie pronte a saltarsi una addosso all'altra.

Stringesti la coda che raccoglieva i tuoi capelli, durante quel grande caldo di giugno, e poi ti alzasti. Sistemasti i tuoi vestiti - per quel viaggio avevi optato per qualcosa di semplice, una paio di pantaloncini larghi a vita alta e un top crop - e raggiungesti il bus che vi avrebbe portato a ritirare le valigie.

Guardasti il cellulare, c'erano alcuni messaggi di tua mamma, un paio dalle tue amiche ma nessuno da parte sua. Forse non ti avrebbe fatto storcere il naso un messaggio, ma i maschi non capivano nulla e tu non potevi farci nulla. Sospirasti, chiudendo per qualche secondo gli occhi e ripercorresti la vostra serata prima della partenza. Okay, forse tu non avresti dovuto dirgli 'è solo una partita, non puoi incazzarti così', ma non eri abituata al calcio e a tutti suoi meccanismi, tu prima di conoscerlo manco conoscevi la forma del pallone! E in qualunque caso, l'ultima volta che avevate litigato per colpa di entrambi, gli avevi scritto prima tu quindi quella volta ti avrebbe dovuto per forza scrivere lui per primo. Sono le basi.

Il tempo per l'attesa delle valigie sembrava interminabile, così decidesti di sederti su una seggiola e scorrere il rullino foto, perché sui social eri giá passata due volte. Scorresti le foto nella galleria e ti fermasti nel periodo di aprile. Il tuo sguardo fu subito catturato da una foto di te e José. Eravate molto carini. Tu gli stringevi le braccia al collo ed eravate guancia contro guancia. Lui aveva una smorfia divertita in viso, mentre tu avevi il sorriso di chi scoppia a ridere per il troppo divertimento: occhi come due linee e un sorrisone.

Quella foto l'aveva scattava Lorenzo, una volta che eri rimasta a mangiare a Castelvolturno con Jenny, sua moglie, dato che avevate guardato gli allenamenti insieme. Le tue labbra si piegarono in un sorrisino malinconico, non sapendo quando saresti tornata a sorridere così con lui. Ti era mancato molto quelle due settimane e sicuramente il fatto di essere in litigio non aiutava per niente.

Vedesti un'altra volta la gente accalcarsi tutta insieme, mentre tu rimanevi seduta tranquillamente ad aspettare che tutti si fossero presi la loro valigia. Quando la ressa se ne era andata, pure tu andasti a recuperare il tuo bagaglio e ti dirigesti verso le porte scorrevoli. Non avevi chiamato nessuno per venirti a prendere, i mezzi esistevano per qualcosa. Poi probabilmente i ragazzi si stavano allenando e le tue amiche o lavoravano o avevano lezione. Camminasti per l'aeroporto, avevi una certa fame e volevi prendere qualcosa di dolce. Di solito i tuoi viaggi erano sempre accompagnati da una buona dose di zuccheri, ma quella volta non avevi fatto in tempo a fare la spesa prima di partire.

D'un tratto vedesti tutto buio: un paio di mani si erano appoggiare sul tuo viso. Portasti una mano al petto, trattenendo il fiato, capendo che era qualcuno che conoscevi. Ci mettesti pochi secondi a capire chi fosse, il profumo di José era inconfondibile, soprattuto per te. Non ti eri nemmeno girata e tuo cuore già stava battendo più forte. Afferrasti il suo pollice a abbassasti la mano, pronunciando il suo nome con voce felice, in quel momento non riuscivi a pensare a cos'altro era successo.

Ti voltasti e lo trovasti sorridente. Lui con una spintarella di fece cadere tra le sue braccia e ti abbracciò, senza dire neppure una parola. Il tuo viso era contro il suo petto, da dove sentivi anche il suo cuore battere un po' più forte del normale. Ti lasciò qualche bacio sulla guancia, prima di salutarti.

"Hola chica." Ti sorrise, non allontanando il tuo corpo dal suo. Il suo accento spagnolo era un bellissimo suono melodioso alle tue orecchie.

"Hola." Dicesti, mentre i tuoi occhi curiosi si abbassarono per vedere cosa ci fosse nel sacchetto che teneva in mano. Lui per farti un dispetto lo nascose, ma poi te lo mostrò subito.

"Ti ho comprato un sacco di schifezze, così puoi mangiarle mentre torniamo a casa." Spiegò, prendendo la tua valigia con una mano e circondando le tue spalle con il braccio libero. Tu lo ringraziasti, sorridendo sorniona lasciandogli un bacio sulla guancia. 

Richiuse il baule e ti raggiunse in auto, dove tu mangiavi un cubetto del tuo delizioso kinder bueno. Lui ti guardò sorridendo e prendendoti in giro, lo faceva sempre e tu rispondevi sempre a tono.

"Io comunque volevo dirti che mi dispiace per l'altro giorno. Non volevo fare così, solo che era davvero una cosa importante e non sono riuscito a trattenere il nervosismo." Disse ad un certo punto, accarezzandoti la mano appoggiata sulla gamba.

"Guarda che ho sbagliato anche io, questo è il tuo lavoro, chi mi permette di dire che è solo una partita?" Anche tu muovesti le dita con le sue, guardandolo mentre scuotevi la testa.

"Abbiamo sbagliato entrambi." Constatò, continuando a guardarti negli occhi. Era così attraente che non riuscisti ad evitare di guardarlo negli occhi.

"Vero." Annuisti lentamente. Il suo sorriso di ampliò e mise in moto, senza però partire ancora.

"Tu un po' di più però." Ti fece l'occhiolino, facendoti alzare le sopracciglia.

"No, tu un po' di più." Rispondesti a tono, quasi scoppiando a ridere. 

"Mi riprendo i dolci." Ti minacciò, con la fronte corrucciata e la mano ancora unita alla tua.

"Ma sta zitto." Sbuffasti, catturando di nuovo il suo sguardo su di te.

"Fammi stare zitto." E il suo sguardo tutt'altro che innocente ti fece perdere completamente la testa. Le sue mani erano sulle tue guance e le tue sul suo collo, in un bacio lento e pieno di passione. Un bacio senza fretta, con le sue mani che tentavano di avvicinarti - per quanto possibile - sempre di più e i tuoi capelli che ricadevano sui vostri visi, dandovi un tremendo fastidio, ma di cui in quel momento non eravate interessati.

---

Dedicato a fangirl_psicopatica

Spero ti piaccia!

One shots; immagina » Footballers'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora