3.

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"È perchè voglio ucciderti"

La mattina del giorno seguente si presentava più o meno così: Dazai si era addormentato al tavolo della cucina,con la testa appoggiata su un braccio in una posizione che sembrava piuttosto scomoda,mentre Chuuya era crollato sul divano qualche ora prima,stanco dopo tutte le ore di veglia passate a sorvegliare Dazai ancora incosciente.

La sera prima,quest ultimo si era messo ad esaminare il microchip di cui aveva parlato al compagno,annotando qualcosa su un quadernino di tanto in tanto,ma rimanendo in un silenzio di tomba per tutta la durata dell'operazione. D'altra parte nemmeno il rosso se l'era sentito di interromperlo e si era limitato ad osservarlo fino a cadere in un sonno profondo.

Erano circa le 7.00 quando un'irritante canzoncina ruppe il sonno di entrambi.

"It's a little sudden but I think I will hang my neck now~"

Chuuya borbottò,per nulla contento <<Dazai,ci scommetto che è roba tua! Fallo smettere!>>

"I think I want to say farewell because of this miserable world~"

<<Mhhh>> fu l'unica risposta che ricevette dal moro.
La musica proveniva da una sveglia sul ripiano della cucina,che accanto all'orario aveva una piccola scritta "Suicide time~"
La musichetta continuò fin quando Chuuya non si alzò e,con un colpo ben assestato,la mise a tacere.

<<Come sei violento..>> disse l'altro ragazzo osservandolo con un occhio chiuso e uno aperto e un sorrisetto beffardo in viso.

<<Taci e alzati>> gli rispose il rosso tirandogli un colpetto sulla testa <<se davvero ti cercano,dobbiamo andarcene di qui il prima possibile>>

I due raccattarono le cose che avevano e iniziarono a pensare ad un luogo in cui sarebbe stato difficile trovare Dazai.

Era probabile che il cecchino si fosse mosso fin da subito per accertarsi che il suo bersaglio fosse morto e per recuperare il microchip,ma non potevano essere sicuri che si fosse accorto del fatto che era stato proprio il rosso a metterlo in salvo.

Inizialmente avevano pensato alla Port Mafia,o all'Agenzia di Detective Armati,ma entrambi convennero che mettere in mezzo i loro capi avrebbe potuto scatenare un'altra faida tra organizzazioni. Dovevano cavarsela da soli.

Il che era più facile a dirsi che a farsi,visto che Dazai sembrava puntare ad un obiettivo tutt'altro che di basso livello.

<<Sono giunto alla conclusione>> disse quest'ultimo,mentre camminavano per strada <<che il microchip può essere letto solo dal computer speciale che si trova nei sotterranei della sede del governo di Yokohama>>

<<E come ci saresti arrivato?>> chiese Chuuya.

<<La forma,la disposizione dei componenti,il materiale,il fatto che non fosse leggibile dal mio computer...Ah e,che sul retro ci fosse scritto "Yokohama-P59" che sarebbe il nome del suddetto computer>> sorrise.

<<Pff,facile così>> il rosso si infilò le mani in tasca <<ma perchè un'organizzazione illegale creerebbe un chip che può essere letto solo dal governo?>>

<<Può darsi che uno di loro sia un funzionario corrotto e che quindi abbia creato il chip per poterlo leggere comodamente da casa..>>

Chuuya annuì. Alla fine i due optarono per fermarsi ad un Motel distante,ma non troppo,dalla sede del governo,per non destare sospetti.
Il piano era quello di infiltrarsi durante la notte e leggere il contenuto del chip dal computer,per poi scappare.

I due ragazzi si fecero dare una delle stanze ai piani più alti e iniziarono a preparare eventuali piani di riserva,nel caso le cose fossero andate storte per qualche motivo,fin quando non si fece ora di pranzo.

<<Dazai>> lo chiamò il rosso,mentre entrambi mangiavano del cibo da asporto in silenzio.
<<Mh?>> rispose quello.
<<Perchè non ne parli con i tuoi amici,quelli di quella stupida agenzia?>>
Ci fu un attimo di silenzio.
<<Loro rischiano la vita praticamente ogni giorno,per i vari compiti che ci assegnano. Se gli chiedessi di aiutarmi,loro lo farebbero>>
<<E non è una cosa buona?>>
<<No,perchè si farebbero male>>

Chuuya non rispose,si limitò a riflettere sulle parole di Dazai in silenzio. Fin da quando lo conosceva,Dazai gli era sembrata sempre una persona silenziosamente spietata,capace di sacrificare tutto e tutti per giungere ai suoi scopi. Era così che appariva il più giovane dirigente della Port Mafia a tutti gli altri che facevano parte dell'organizzazione.
Ma,forse,si diceva il ragazzo,nessuno era mai andato più in là di "Dazai il Dirigente"
Forse nessuno aveva mai davvero conosciuto Dazai Osamu.

<<Chuuya>> stavolta fu il moro a parlare,con grande sorpresa del più basso <<Perchè sei ancora qui? Tu mi odi>>
<<Perchè voglio ucciderti>> rispose,senza esitazione <<e non me lo perdonerei mai se fossi tu o qualcun altro a farlo>>
Nonostante sembrasse impossibile,il rosso giurò di aver visto Dazai sorridere impercettibilmente per un istante.

Il resto del pranzo seguì nel silenzio più totale,e verso le 17.00 i due avevano terminato di pensare a tutti i possibili ripieghi dell'operazione che stavano per compiere.

Dazai andò a farsi una doccia mentre Chuuya telefonava alla Port Mafia per far sapere che si sarebbe assentato per alcuni giorni e di mandare a dire a Mori-san che andava tutto bene.

Quando il moro,dopo una mezz'oretta buona,si decise ad uscire dal bagno con addosso un asciugamano legato in vita,non si accorse che difronte a lui Chuuya lo fissava con aria strana.

<<Perchè continui a riempirti di bende se non hai ferite addosso? O almeno,non ne hai quante fai credere che tu ne abbia..>>
Una luce strana si accese negli occhi di Dazai,il quale si avvicinò lentamente al rosso,che rimaneva fermo al suo posto,fin quando non furono uno davanti all'altro.

<<Forse,semplicemente mi piacciono le bende>> scrollò le spalle Dazai,sorridendo.
Chuuya,che non si era accorto di star trattenendo il respiro,cacciò fuori l'aria tirando un leggero pugno sul braccio di Dazai.
<<Sai,in effetti mi erano mancate le tue stranezze>> disse,ridacchiando.
<<Anche tu mi sei mancato,Chuuya>> disse il più alto,sorridendo.

I due rimasero a fissarsi per un po',senza neanche accorgersene.
Solo una frase di Dazai,sussurrata,li riscosse leggermente.
<<Anche stavolta rischiamo di morire>>
Il rosso annuì,impercettibilmente.

Dicono che se due persone che stanno a contatto per lungo tempo finiscano sicuramente per innamorarsi,ma si sbagliano. È la distanza,il nutrimento dell'amore. Fin quando due persone avranno la certezza di potersi toccare,guardare,parlare...Non si daranno mai la giusta importanza,ma provate a separarli,guardate cosa succede se questa certezza viene meno. Si attireranno a vicenda,come due calamite. Scopriranno cos'è la paura di non potersi rivedere,capiranno cos'è che nella loro vita manca e perchè.

E proprio in questo modo si attiravano,loro due. Incapaci di ammettere di avere bisogno l'uno dell'altro. Uno,che portava distruzione ovunque passasse ma incapace di fermarsi,l'altro,l'unica cosa che fosse in grado di fermarlo e che allo stesso tempo trovava,in quel compito bizzarro,una ragione per non smettere di respirare.
Avevano bisogno di stare insieme come l'aria,e proprio come respiri e non te ne accorgi,lo avevano capito solo dopo anni di apnea.

Forse,per una volta,si poteva fare uno strappo alla regola. Forse,solo perchè non sapevano se sarebbero tornati vivi,come ogni volta che andavano in missione,si potevano calare per un attimo le difese.

Cinque minuti,a loro bastavano cinque minuti. Cinque minuti e poi chissà se ne avrebbero riparlato.

Quei due,in piedi in una stanza di un Motel,si baciavano con lo sguardo. Ma a entrambi non bastava con lo sguardo.
E non gli bastavano neanche cinque minuti.

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now