5.

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"Credi che tornerà?"

<<Nessun problema>> l'uomo seduto dietro la scrivania dell'enorme stanza buia,poggiava i gomiti sulla superficie piana e,con un mezzo sorrisetto,fissava il ragazzo che aveva davanti <<se avessi accettato credo che ti avrei fatto ammazzare nel sonno,oltre al fatto che non sarebbe per niente da te farlo>>

Il ragazzo emise una risatina <<Sono consapevole del fatto che questo è più un controllo che una vera e propria richiesta d'ospitalità,Mori-san>>
<<Sempre perspicace,Dazai>>

Subito dopo essere uscito dalla sede del Governo,anche dovendo spintonare un bel po' di curiosi che si erano recati lì a vedere cosa fosse successo,Dazai aveva pensato di ritornare in hotel,ma aveva subito scacciato quell'idea,non volendo essere rintracciabile da nessuno in nessun modo.

Nella sua testa non faceva altro che proiettarsi ancora e ancora lo sguardo colpevole di Chuuya,che suonava come mille parole non dette. Continuava a farsi la stessa domanda,perchè? Perchè chiamare i suoi compagni pur sapendo che l'ultima cosa che lui avrebbe voluto era coinvolgerli?

Se proprio era convinto che l'operazione sarebbe andata male,perchè non chiamare la Port Mafia allora? O perchè non parlargliene semplicemente?

Alla fine il moro scosse la testa e decise di non pensarci,fin quando,camminando,una figura esile ma molto agile si parò davanti a lui puntandogli un pugnale alla gola e minacciando di ucciderlo se non l'avesse seguito. Dazai riconobbe subito nella figura l'assassina della Port Mafia,Gin,ma decise di tacere e assecondare la richiesta.

Mori-san aveva avuto notizia dello scalpore alla sede del Governo e,come Dazai aveva subito capito,voleva soltanto accertarsi che la Port Mafia non avesse nulla a che fare con quel trambusto. Aveva anche offerto al ragazzo la possibilità di restare per qualche giorno,ma lui aveva intelligentemente rifiutato.

<<Ho saputo che con te c'è anche Nakahara>> disse il Boss della Port Mafia,dondolando sulla sedia girevole.

Dazai annuì.
<<Credo che le nostre strade si siano separate ora. Non ho più notizie di Chuuya e non saprei come ottenerle. Conoscendolo tornerà qui>> disse,solo.
<<Capisco. Non punirò Nakahara,visto che il lavoro che stavate facendo non aveva nulla a che fare con le due organizzazioni a cui appartenete>>
<<Suppongo sia così>>

Il moro fece per congedarsi,quando l'uomo lo fermò per fargli un ultima domanda.
<<Alla fine siete riusciti a leggere cosa c'era in quel dannato chip?>>
Dazai fece un mezzo sorrisetto <<Beh,a proposito di questo...>>

Nel frattempo,all'Agenzia dei Detective Armati,il silenzio più assoluto regnava dentro l'ufficio,quando ad un tratto Atsushi entrò dalla porta sbattendola con violenza.
<<Abbiamo cercato ovunque>>
<<E dunque?>> chiese Kunikida.
<<Niente. Dazai-san deve aver preso il microchip mentre se ne andava>>
Kunikida tirò un sospiro pesante.
<<Accidenti..Almeno con quello avremmo potuto capire di cosa si trattava>>

La dottoressa Yosano,che era entrata subito dopo Atsushi,guardò i presenti in quella stanza
<<Il ragazzetto con i capelli rossi sta bene,sta riposando>> disse,riferendosi a Chuuya.
<<Sicuri non sia pericoloso tenerlo qui?>> chiese la Tigre Mannara.
<<Ho la sensazione che se l'avessimo lasciato morire dissanguato...>> sospirò Kunikida <<Dazai non sarebbe tornato mai più>>

In una stanza dell'edificio,Chuuya aveva appena riaperto gli occhi,cercando di mettere a fuoco la stanza intorno a lui e capire dove si trovasse. Si accorse di essere su un lettino,in una specie di infermeria,che riconobbe come quella dell'Agenzia dei Detective Armati,visto che c'era già stato.

Ripensò agli eventi della sera prima e subito la speranza che Dazai potesse essere lì lo fece alzare di scatto,ma un dolore lancinante alla spalla lo costrinse a tornare alla posizione di prima.

<<Non credo sia il caso di muoverti adesso,Nakahara-san>>
Kyouka era in piedi affianco a lui.
Doveva aspettarselo,era comunque un membro della Port Mafia,andava sorvegliato.
<<Dazai è qui?>> chiese il rosso,dolorante,ma Kyouka scosse la testa.
<<Avete fatto una gran bella scenata,voi due>>
<<Sta' zitta!>>
<<Credi che tornerà?>>

Quella era la vera domanda che Chuuya non voleva ammettere di essersi posto. Si sentiva in colpa,in fondo. Non si era sentito all'altezza della situazione e aveva ripiegato cercando aiuto da qualche parte,senza tener conto delle parole di Dazai. Ora cosa sarebbe successo? Sarebbe mai tornato? E poi perchè proprio lui,Chuuya Nakahara,si stava penando per la persona che odiava di più al mondo?

<<Devo andare>> disse il rosso,fissando negli occhi la ragazzina che aveva davanti.
<<Non posso lasciartelo fare>>
<<Devo. Andare.>>

<<Lascia che vada,Kyouka>> disse il Presidente,comparso sulla soglia della porta chissà quando.
<<Ma Presidente..>>
<<Nakahara-san>> disse l'uomo al ragazzo seduto sul lettino <<confido che ritrovi Dazai-san>>
Chuuya distolse lo sguardo <<Ringraziate quella dottoressa pazza da parte mia per avermi salvato...>>

Uscito dall'Agenzia dei Detective Armati,Chuuya aveva solo due posti in cui credeva Dazai potesse essere. Mentre camminava verso l'hotel pensava a cosa dirgli. Chiedergli scusa? Chiedergli di ritornare alla sua organizzazione?
Mentre queste e molte altre domande lo assillavano,arrivò all'hotel. Come si aspettava la camera era vuota,esattamente come l'avevano lasciata. Il ragazzo perse un po' di tempo a guardarsi intorno. La camera in disordine,i vestiti buttati per terra e le lenzuola del letto ancora sgualcite.

Un indumento a terra era una delle stravaganti felpe di Dazai,che il rosso raccolse. Chuuya si stava rendendo poco a poco conto di quanto quello spilungone antipatico fosse importante per lui. Era davvero disposto a chiedere scusa a una persona,specialmente a "quella" persona,per qualcosa che aveva fatto?

Ripensò a quando si era trovato Dazai appena uscito dalla doccia davanti. Si era chiesto "perchè sembra più debole di quel che è?"
Forse voleva che i suoi nemici li sottovalutassero,forse neanche lui conosceva il suo vero potenziale. Lo sguardo di lui in quel momento, incastrato negli occhi azzurri del più basso,era a dir poco magnetico. Faceva venir voglia di tuffarsi dentro quegli occhi,di scoprire ogni segreto celato dietro quel sorrisetto da ebete che ogni tanto compariva sul volto del moro. Quello sguardo,che era diventato talmente tanto magnetico che Chuuya era sicuro che non si sarebbe mai più mosso da quella posizione,se solo ad un tratto il telefono di questo non avesse squillato,riportando i due alla normalità dopo alcuni colpetti di tosse,piuttosto forzati,da parte di entrambi.

<<Stupido idiota spilungone!>> urlò Chuuya,scagliando la felpa di Dazai contro il muro e uscendo fuori dalla stanza di corsa.

E se l'idiota avesse tentato nuovamente il suicidio,non sapendo come impiegare il tempo? Se l'altra organizzazione Mafiosa lo avesse trovato e ucciso?

Nemmeno si accorse di aver corso fino a casa di Dazai,aprendo la porta con una violenza inaudita. Ma dentro non c'era nessuno. Col fiatone e stremato,con la ferita che riprendeva a fargli male,il rosso si stese sul divano dove due giorni prima aveva posato Dazai in fin di vita e si addormentò subito. Pregò che,se mai esistesse un Dio,proteggesse il moro almeno fin quando lui non lo avesse trovato.

"Solo io posso ucciderti,Dazai" si disse.

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu