21.

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"Gli Immortali"

Nel frattempo,ai piani superiori,Akutagawa aveva deciso di disobbedire agli ordini di Mori ed era corso ad aiutare Atsushi. Erano riusciti ad uccidere "La Monaca" ma erano tutti stanchi e feriti.
<<Dove credete sia Dazai?>> chiese Chuuya.
<<Non abbiamo tempo ora>> incalzò Kunikida,ma non vide che il medico Iraniano gli andava contro a velocità incredibile.
<<Spostati!>> il rosso spintonò Kunikida,ma così facendo uno dei coltelli dell'uomo si conficcò proprio nello stomaco del ragazzo,che cadde a terra dolorante. Fu subbito soccorso dalla dottoressa Yosano,ma gli altri Quattro rimasti sembravano essere per nulla stanchi. Le cose si mettevano male. Chuuya tentava disperatamente di non perdere conoscenza,mentre il coltello veniva estratto e la ferita bendata alla meglio,anche se il ragazzo sapeva che non avrebbe più potuto dare il massimo da quel momento in poi. Gli sembrava di sentire la voce di Dazai che lo chiamava,da qualche parte,forse se lo stava solo immaginando.
<<Vado a cercarlo>> disse,alzandosi a fatica e uscendo dalla stanza.

Nel seminterrato,una lotta senza esclusione di colpi avrebbe decretato la vittoria di una o dell'altra parte. Akuma tirò un gancio al ragazzo davanti a lui facendolo finire sulla tavola,mandando in pezzi i piatti che vi erano sopra.
Tentò di stordire l'uomo colpendolo con la bottiglia d'acqua fatta di vetro,che si ruppe sulla sua testa,ma questo non sembrò avere alcun effetto.
Tuttavia l'uomo perse un paio di secondi che per Dazai furono preziosi. Prese il telecomando dalla tasca dell'uomo e lo frantumò in mille pezzi. Indietreggiò.

Akuma prese a ridere in maniera psicopatica.
<<Davvero credi che quel telecomandino avrebbe attivato le bombe? Non sono vecchia scuola!>> si avvicinò al quadro elettrico e lo aprì,rivelando una leva su cui mise la mano,poi con l'altra si girò e la puntò contro Dazai,all'altezza del suo petto.
<<Peccato che il vero interruttore sia questo>>
Il moro teneva la sua pistola all'altezza dell'uomo. Rise. Rise di gusto.
<<Peccato che per colpa dell'acqua che ti ho tirato addosso tu ora sia tutto bagnato~>>
Akuma sgranò gli occhi,poi si sentì solo un rumore. Due spari,perfettamente sincronizzati.

L'uomo,con la mano attaccato alla leva,venne percosso da violenti scosse elettriche. Dazai aveva sparato al quadro elettrico,che subito aveva cacciato scintille che avevano folgorato l'uomo,caduto in terra preso da violenti convulsioni e con la bava alla bocca.
Il moro sorrise amaramente e cadde al suolo,il sangue sgorgava a fiotti dal suo petto,dove il proiettile era entrato senza uscire.
Sentiva che le forze lo stavano abbandonando,la sua vista si faceva scarsa e il respiro difficile. Ma lui non voleva morire,diamine no,non voleva.

Improvvisamente sopra di lui vide il viso del suo amato partner in lacrime,non sapeva se era un'allucinazione dovuta alla mancanza di ossigeno o se era reale. Gli mise una mano sulla guancia,accarezzandolo e asciugandogli le lacrime che sgorgavano dai suoi bellissimi occhi blu.
<<A-andrà tutto bene..>> lo disse lui,anche se non ne era certo,dopotutto stava morendo.
<<Dazai,Dazai no.. Ti prego.. Non puoi lasciarmi da solo,non dopo quello che mi hai detto prima..>>
Il bendato vedeva il terrore negli occhi del compagno. Passò un dito,tremante,sulle sue labbra,come tentando disperatamente di rievocare ogni bacio che si erano dati,ogni volta che le loro mani si erano sfiorate tra loro e avevano sfiorato parti del loro corpo inesplorate a chiunque altro. Ogni battuta,ogni scherzo,ogni secondo di quell'amore d'altri tempi,come era solita dire Tamako.
Dazai non voleva morire. Avrebbe voluto passare la sua vita a fianco dell'unico uomo che a suo parere si meritasse tutto il mondo.

Kunikida e gli altri arrivarono nello scantinato,tirando via Chuuya,a cui i suoni giungevano tutti ovattati e le immagini sembravano susseguirsi al rallentatore.
<<Nahara,ci sono delle bombe nell'edificio,dobbiamo andarcene!>> urlò Kunikida,prendendo Chuuya per la manica del cappotto,ma lui faceva resistenza.
<<NO!>>
Dazai lasciò cadere la mano dalla guancia di Chuuya,ormai senza più forze.
<<Va' via.. T-ti prego..>> biascicò e Chuuya sembrò morire dentro.
Il moro fece un ultimo sforzo e fissò quei bellissimi occhi blu,ricordandosi delle parole che Oda gli aveva detto in punto di morte.
"Passa dalla parte di chi fa del bene. Per te non sarà diverso,ma migliorerai almeno un pochino"
<<Dimmi Chuuya...Sono migliorato almeno un po'..?>> abbozzò un sorriso,tossendo sangue.
Chuuya gli strinse la mano,incapace di trattenere pesanti singhiozzi,mentre resisteva alla presa di Kunikida.
<<Sei stato fantastico...Partner..>>
Dazai chiuse gli occhi.
<<Ti amo,Chuuya>>

Prima che potesse dire qualsiasi altra cosa,Akutagawa e Kunikida tirarono via il rosso,trascinandolo fuori dallo scantinato e riportandolo nel furgone insieme agli altri. Chuuya resisteva passivamente,gli occhi vuoti. Ripensava alle parole che Dazai gli aveva detto all'entrata del cancello. Due parole che lo avevano fatto tremare.
"Sposami,Chuuya"

Due settimane dopo

L'aria era fresca,le finestre spalancate. Sul tavolo una bottiglia di buon vino francese finita da un pezzo. Un ticchettio fastidioso disturbava Chuuya,che seduto alla scrivania,scarabocchiava su un foglio di carta scritto a penna.
Ad un tratto non ce la fece più e si girò,sbottando.
<<Mi fai il piacere di smetterla,Dazai??>>
Il gatto marroncino che stava cercando di salire su un mobile aggrappandosi al legno con le unghie soffiò contro il suo padrone e si girò indispettito.
<<Stupido gatto..>> sbuffò quello,poi prese il plico di fogli che c'erano sulla scrivania e uscì dalla camera d'hotel dove viveva.

Dopo una mezz'oretta in macchina,giunse ad un piccolo cimitero vicino ai bassifondi. Non aveva portato fiori,come tutti gli altri che venivano in quel posto. Si fermò davanti a due tombe in particolare,vicine.
Prese un grosso respiro.
<<Tamako-san,Dazai,buongiorno>> mise le mani nelle tasche,dondolando da un piede all'altro <<nulla di significativo questa settimana.. Ho ripreso il lavoro. Dazai,il tuo omonimo è davvero un arrogante,ho fatto proprio bene a chiamarlo in quel modo,ti somiglia>> dovette reprimere un singhiozzo con tutte le sue forze.
<<Tamako-san,ti ricordi quel progetto di cui ti parlavo? L'ho finito>>
Il giovane estrasse il plico di fogli scritti a mano dal suo zaino.
<<Dazai,mi hai detto che scrivere rende immortale una persona. Che le consente di vivere per sempre,no?>> ovviamente,non ci fu nessuna risposta.
<<Ecco,tu mi stai antipatico,davvero tanto. E tu volevi morire,quindi...>> ormai le lacrime sgorgavano sul suo volto come un fiume in piena <<quindi..Ho scritto di me e te. Delle nostre avventure,del nostro amore.. Di tutto,da quella sera all'uscita del pub,quando ci siamo rivisti per la prima volta>>
Si inginocchiò davanti alla tomba dove era scritto "Osamu Dazai" e tirò un pugno all'erba <<quindi ben ti sta,stronzo! Volevi morire? Ora non potrai farlo mai più>> gli sventolò il manoscritto davanti,come se potesse vederlo <<non potrai morire mai più. Vivrai per sempre. Ti ho fatto un gran bel dispetto...Eh?>>
Alla fine si tirò su,asciugandosi le lacrime e dando un'ultima occhiata al manoscritto.
<<Ben ti sta>> ripetè,a sè stesso.
<<Benvenuto tra gli Immortali,Dazai>>

Fine

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now