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"Tutte le strade portano ad uno scontro armato,basta essere preparati!"

<<"Di tutte le cose è misura l'uomo; di quelle che esistono per ciò che sono,di quelle che non esistono per ciò che non sono">>
<<E questo chi lo ha detto?>>
<<Protagora di Abdera>>
<<Pro...>>
<<Protagora>>
Era una serata mite,il cielo era di un blu spento,come se avessero mischiato un tubetto di tempera di quel colore con la cenere di una sigaretta e ci avessero dipinto il cielo. Era la classica serata da mal di testa leggero,di quella sensazione di appagamento interrotta da una punta di angoscia,senza sapere chi o cosa la provochi. Si sentivano i grilli sussurrare la loro canzone in lontananza,mentre i corpi dei due ragazzi se ne stavano abbandonati su una panchina al parco di Yokohama.
I lampioni riflettevano la loro pallida luce sullo scivolo e sull'altalena ma non c'era nessuno a farne uso,evidentemente per l'ora tarda.
<<Dimmi qualcos'altro>> incitò Chuuya,volgendo lo sguardo alla figura del partner,solo parzialmente illuminato dal vago riflesso della luce bianca del lampione.
<<Cosa vuoi sapere?>> chiese quello,ricambiando lo sguardo.
Non c'era vento,solo una lieve brezza che ogni tanto provocava i brividi sulla pelle,non tanto fredda da giustificare ulteriori capi di abbigliamento ma che non permetteva di apprezzare particolarmente il clima di metà febbraio.
<<Insomma,queste cose filosofiche che ogni tanto inserisci a caso nei discorsi..Mi piacciono>> ammise il rosso,sistemandosi il cappello.
<<Protagora non era esattamente un filosofo. Era un sofista>> lo sguardo di Dazai si perse,forse a rammentare qualche altra citazione.
<<C'è differenza?>> chiese l'altro,incuriosito.
Il moro scoppiò a ridere.
<<No,hai ragione,scusami. Nella tua ingenuità mi hai fatto notare un mio errore>>
Rimasero su quella panchina ancora un po',poi si alzarono decidendo di passeggiare fino a casa. Chuuya sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne accese una con nonchalance,avvicinando il pacchetto al partner che però rifiutò con un gesto della mano.
Il fumo usciva dalla sigaretta e dalle labbra del più basso come mescolandosi ancor di più al colore del cielo,rendendolo sempre più spento.
Camminarono così per un po',di tanto in tanto le loro spalle o le mani so sfioravano e loro si stupivano di quanto poco familiare gli risultasse quel contatto dopo il tempo che non avevano trascorso insieme.
<<C'è una frase di uno scrittore>> Dazai ruppe il silenzio <<"Credo che la vita sia come un autobus: un giorno ti siedi perchè sei stanco di stare in piedi,l'altro stai in piedi perchè sai quanto sia bello sedersi">>
Chuuya rimase un po' a rifletterci,poi annuì.
<<E questa frase di chi è?>> chiese.
Il moro scrollò le spalle con un sorrisetto in volto.
<<È mia,ovviamente>>
<<Così non vale. Volevo frasi di gente di cultura>> si lamentò il rosso.
Il partner gli riservò un'occhiataccia.
<<Cosa stai insinuando?>>
Chuuya non riuscì a trattenere una risata.
<<Che tu non sei gente di cultura>>
<<Non lo sono,eh?>>

Continuarono a parlare,mentre Dazai regalava al partner assaggi di volumi di filosofia che era solito leggere nel suo primo periodo alla Mafia e osservava l'altro ascoltare con faccia curiosa ma piuttosto confusa.
Alla fine si ritrovarono a parlare del più e del meno nella strada deserta, l'unico rumore udibile era quello delle loro voci e dei loro passi sull'asfalto.
<<Dazai>> lo chiamò improvvisamente il rosso,quando ormai erano arrivati in prossimità del suo appartamento <<esattamente cosa fa Oscar?>>
Il moro inclinò la testa,interrogativo.
<<Come mai questa domanda?>>
<<È che non lo vedo quasi mai lavorare,sicuro che non ci sta solo scroccando l'alloggio?>>
Dazai ridacchiò.
<<In realtà lavora,sai? Oscar è un consulente criminale: aiuta le persone a realizzare i loro desideri con metodi molto poco ortodossi dietro pagamento~>>
Chuuya fece una smorfia.
<<Se lo sarà inventato lui questo lavoro..>>
<<No,ad inventarselo fu un certo Moriarty.. Ma lascia perdere,è un'altra storia>>
Ormai arrivati davanti alla porta di casa,il moro frugò nelle tasche alla ricerca delle chiavi quando improvvisamente iniziò a tossire.
<<Tutto okay?>> chiese l'altro,con disappunto.
Quando si fu ripreso il ragazzo annuì,infilando le chiavi nella toppa della porta e fiondandosi in camera da letto,chiudendosi dentro.

[...]

<<Ho la sensazione di non piacergli più,capisci?>>
Sbottò Chuuya,seduto al tavolo della cucina.
Da quando,due giorni prima,erano tornati a casa e Dazai si era chiuso in camera non lo aveva quasi più visto. Passava tutto il suo tempo lì dentro,usciva solo per lavorare ma si teneva a distanza dal partner e questo provocava non poca ansia in quest'ultimo,tanto che in preda alla disperazione si stava confidando con il loro coinquilino che preparava la colazione con la solita maestria.
<<Non pensarlo,Nakahara,sarà solo un brutto periodo per lui>> scrollò le spalle Oscar,mettendo a tavola dei piatti con i soliti pancakes dentro.
Dopo aver augurato "Buon appettito",cosa molto insolita per Chuuya,si fiondò sul cibo forse per la fame,forse per cercare conforto.
<<Intendo,non mi bacia neanche più! Io sono io,non prenderei mai l'iniziativa.. Non in queste circostanze>> parlava con la bocca piena e Oscar alzò un sopracciglio come per dire "Allora cosa ti aspetti?".
<<Credo tu debba lasciargli il suo spazio,non devi ignorarlo ma cerca di non fargli pressioni. Vedrai che tutto si aggiusterà da solo>>
In quelle due settimane di convivenza il più basso aveva maturato pareri contrastanti nei confronti di Oscar Wilde: inizialmente lo aveva trovato seccante,poi professionale,poi strano,adesso empatico. Eppure c'era qualcosa di lui che non riusciva ad ispirargli sentimenti positivi,la sensazione che fosse dannatamente falso non lo abbandonava mai.
C'era qualcosa di strano nell'improvvisa comparsa di quell'uomo nelle loro vite e Chuuya aveva la strana sensazione che il loro desiderio di prendersi una pausa da tutto e vivere una vita normale per un po' avrebbe dovuto attendere ulteriormente.
<<Va tutto bene,Nakahara?>> domandò Oscar muovendo la mano davanti agli occhi azzurri di quello,che annuì.
<<Tutto bene,stavo solo ripensando a..>>
La porta della cucina fu spalancata con la delicatezza di un rinoceronte rabbioso.
Dazai presenziava sull'uscio e Chuuya dovette trattenere una risata: era vestito normalmente,se non fosse per una mascherina e un paio di occhiali da sole.
<<Mi dispiace interrompere la vostra riunione alla Gossip Girl~>> disse <<ma mi servirebbe Chuuya per il lavoro. Vieni,facciamo colazione fuori>> lo incitò.
Oscar assunse un'espressione indecifrabile per un secondo.
<<Andate pure,nessun problema>> disse infine,con un mezzo sorriso.
Chuuya lo guardò alzando un sopracciglio.
<<Che diamine è idiota,una missione in incognito?>>
Ma Dazai non rispose,si limitò a punzecchiarlo e a dargli fastidio per incitarlo a muoversi e continuò fin quando il ragazzo non ebbe acceso la macchina urlandogli di tacere.
Chuuya iniziò a guidare verso il centro città,la destinazione era la sede centrale della Philia Farmaceutics,che a quanto pare aveva tentato di inviare all'Agenzia un segnale di emergenza in codice morse,che però si era interrotto a metà e quindi non erano stati  in grado  di identificare con esattezza il pericolo.
<<Dazai,non riesco a prenderti sul serio conciato in quel modo>> sbottò il partner,ormai erano quasi arrivati.
<<Cosa? Non ti piace il mio look?>> rispose quello muovendo i capelli.
<<Non scherzare,secondo me tu mi nascondi qualcosa>>
<<Assolutamente no>>
Il rosso alzò la voce.
<<Perchè ti comporti in maniera così strana allora?!>>
Il moro si schiarì la voce,poi urlò.
<<Chuuya,sono incinto!>>
Il ragazzo più basso spinse così forte  sul freno accostando che per poco non innescò un tamponamento a catena.
<<COSA?>> si girò verso il moro sgranando gli occhi.
Quest'ultimo picchiettò sul vetro,indicando la casa farmaceutica che stanziava alla loro destra proprio davanti a dove avevano accostato.
<<Era più facile questo che tentare di farti notare che la stavi superando~>>
Chuuya era rosso di rabbia e dovette raccogliere tutto il suo autocontrollo per non  afferrare il collo del suo partner e stringerlo forte.

Ad un tratto,però,un forte boato scosse l'aria e una parte del tetto e tutte le finestre crollarono al suolo tra le fiamme: era una bomba. I civili che si trovavano lì in quel momento iniziarono a correre e a cercare riparo mentre una seconda bomba esplodeva dentro al palazzo.
I due partner scesero in fretta dall'auto.
<<Dobbiamo entrare!>> gli urlò il rosso,per farsi sentire.
<<Scommettiamo che sono bioterroristi>> rispose l'altro,calmo <<se sono bioterroristi mi offri la cena>>
<<Dazai! Concentrati!>>
<<Va bene,va bene... Però se vinco la cena me la offri lo stesso>>

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now