42.

686 77 94
                                    

"Un ritorno a casa frenetico,un ospite e una domanda retorica"

Il sangue dal colore rosso intenso delle mele colava dalla ferita macchiando il pugnale argentato,che premeva sulla pelle con delicatezza forzata.
<<Su,fallo. Continua Faith>> i suoi occhi azzurri non perdevano di forza e sicurezza nemmeno in quel momento,la ragazza doveva ammettere che si era innamorata di lui anche per quello. Teneva il pugnale stretto in mano,puntato contro la sua gola,una leggera pressione e sarebbe sicuramente morto dissanguato nel giro di pochi minuti.
Voleva godersi il momento o era solo mera e vigliacca esitazione? Lei che aveva ucciso a sangue freddo tante altre persone,i suoi sentimenti erano stati la sua rovina.
La vita non era stata per niente clemente con lei,stava solo cercando di sopravvivere e di non annegare in quel mare di disperazione,di non soffocare nel fumo della società,che colpa aveva?
Con un movimento secco squarciò la pelle dove sapeva esserci la vena aorta,mentre con un sorriso beffardo ancora in viso, Chuuya si accasciava a terra in un lago di sangue.
Lanciò il coltello lontano,il suo ex non smetteva di sorridere. Le sembrava di impazzire a quella visione.
<<Mi vendicherò..>> biascicò,faticando per rimanere in piedi,non sapeva perchè le gambe le stavano cedendo e la vista si stava annebbiando,come se fosse lei quella che stava morendo. Non era lei,vero? Non era lei che stava morendo. Giusto?

<<Faith>>
Un suono,il suo nome.
La giovane dai capelli castani,adesso corti quasi fino alle spalle,era in piedi nel bel mezzo dell'Aereoporto di Londra. Davanti a lei,con le mani in tasca ed uno sguardo freddo che lasciava trapelare un misto di malinconia e preoccupazione,c'era Chuuya. La gola non era tagliata,era vivo e vegeto. Eppure lei lo aveva...
<<Mi vendicherò>> sibilò contro colui che aveva davanti <<non aspettarti nulla da me. Perchè proprio quando meno te lo aspetti..>>
Ma quando riuscì ad alzare lo sguardo non vide nessuno davanti a lei. Si era sognata anche quello o il ragazzo se n'era semplicemente andato?
Probabilmente la seconda,almeno di quello era abbastanza sicura.
Si sedette e prese uno specchietto dalla borsa. Le occhiaie erano evidenti,ma non ancora pronunciate.
Dopo aver passato un filo di correttore prese il suo cellulare,che vibrava furiosamente.
<<Alison,stavo per chiamarti>> rispose,tenendo l'apparecchio tra la spalla e il viso <<si,prepara il pranzo. Sto tornando a casa>>

Ore dopo,in Giappone

Chuuya si massaggiava le tempie con una mano mentre con l'altra trascinava il trolley per l'aeroporto.
<<Sei un disastro>> sbottò al ragazzo affianco lui.
<<È la cosa meno offensiva che mi hai detto da quando siamo partiti~>> sorrise Dazai.
<<Ma insomma!>> alzò la voce,evidentemente esaurito <<Spiegami come,come diavolo hai fatto a non accorgerti che il volo che hai visto faceva scalo in Norvegia..>>
<<Semplicemente sul sito era scritto minuscolo>> si giustificò con un sorriso colpevole.
<<Dazai,le tappe erano scritte con un carattere enorme. In stampato maiuscolo. In grassetto. Dopo due asterisch->>
<<Si,si ho capito>> sospirò il moro <<dai,almeno abbiamo visto un posto nuovo~>>
<<Quante diavolo di ore abbiamo viaggiato...?>>
Mentre parlavano uscirono dall'aeroporto,chiamarono un taxi e senza smettere di bisiticciare nemmeno per un metro non si accorsero di essere praticamente arrivati a Yokohama.
Il taxi si fermò in centro città ed entrambi si presero un momento per osservare intorno a loro.
A Chuuya era mancata,davvero tanto,ma soprattutto gli era mancato essere lì con Dazai. Per quanto ne sapeva adesso il grosso era fatto.
"Mi vendicherò.." una cosa del genere se l'aspettava da Faith,dopotutto era una donna fatta e indipendente,si sarebbe vendicata eccome a modo suo. Ma senza il suo esercito per adesso era soltanto capace di seguirlo e attaccare lui e il suo partner.
<<Se togli i combattimenti a questa storia sembra la versione scrausa di Beautiful>> ridacchiò Dazai sotto i baffi.
<<Cosa?>>
<<Niente,niente,vai avanti su>>

[...]

Casa di Dazai era rimasta esattamente identica a come se la ricordava,anche se i due mesi passati in terra straniera gli erano sembrati un'eternità.
<<Prima di entrare>> evidentemente il rosso si era incantato,perchè il più alto gli sventolò le chiavi davanti <<devo avvertirti che non vivo più da solo>>
<<Mh? E con chi vivi?>> Chuuya lo guardò con aria interrogativa.
Sapeva che Dazai,in fondo,non amava davvero la solitudine ma non gli veniva in mente nessuno che si sarebbe mai imboscato in un'avventura come quella di vivere con una macchina da suicidio ambulante.
Dazai infilò le chiavi nella toppa ed aprì la porta.
<<Sono a casa!>> urlò,sorridendo <<e ho fame! Cioè- e non sono solo!>>
Una testa si affacciò dalla cucina con aria impassibile per poi uscire dalla stanza.
Era un uomo alto,dai capelli corvini mossi che gli arrivavano alle spalle. Era vestito piuttosto all'antica e nonostante l'espressione non dimostrasse particolare vivacità emanava un'aura affabile ed empatica.
Chuuya ci mise un po' prima di collegare quel volto ad un nome.
<<Ma quello è...>> indicò con aria sorpresa.
L'uomo si avvicinò,inchinandosi prima di presentarsi.
<<Il mio nome è Oscar. Oscar Wilde>>
<<È il ricercato a cui davamo la caccia!>> esclamò Chuuya.
Che diavolo ci faceva un ricercato in casa di Dazai?
Anche se effettivamente Dazai doveva essere ancora nella Mafia,quindi non era completamente insensata come scelta per una convivenza.
<<Avevo previsto il vostro arrivo un'ora fa,ho preparato il pranzo>> annunciò il corvino,con espressione serena.
<<Ooh,si~ ho fame>> esclamò il moro sfilandosi il cappotto <<sistemati pure nella solita camera,Chuuya>>
Ancora scosso,al rosso servirono una manciata di secondi prima di ricevere ed elaborare il messaggio e dirigersi verso la camera matrimoniale. Quando entrò,lo spettacolo che si trovò fu completamente inaspettato.

<<Dazai!>> chiamò,urlando.
<<Dimmi pure>> rispose quello,sorridendo e raggiungendolo.
Chuuya indicò un punto in mezzo alla stanza.
<<Ci sono due cappi che pendono dal soffitto,Dazai. Ed è la cosa che mi preoccupa di meno,visto che ci sono anche bende sparse ovunque,una botte,dei pugnali e alcuni marchingegni che non voglio sapere cosa siano>>
Lo guardò con sguardo inquisitore.
Aveva promesso di smetterla con i suicidi.
Dazai si affrettò a raccogliere le prove e riporle in alcuni cassetti e armadi con aria colpevole.
<<Si,ecco..>> iniziò,notando gli occhi infuocati del partner <<vedi,solo alcuni sono miei... Anche Oscar è un maniaco suicida~>>

No. Non poteva reggerlo.
Uno forse si,ma due? Lo avrebbero lasciato solo a cena guardandosi con intesa per provare ad affogarsi con l'acqua del cesso? Non poteva vivere in quel modo.
<<Ed esattamente>> posò la valigia in un punto <<come mai vivi con Oscar?>> chiese,mentre il moro staccava i cappi dal soffitto.
<<Beh,ti ho detto che a lui non piace essere etichettato.. Comunque è lui che mi ha aiutato ad ammazzare Isoka e Murakami>>

<<Nakahara-san,Osamu,è pronto>> la voce di Oscar risuonò dalla cucina.
"Osamu"?
Chuuya strinse i pugni così forte da far sbiancare le nocche.
<<Non penso proprio che questa cosa finirà bene>> borbottò,ma Dazai gli mise un braccio intorno al collo.
<<Stai tranquillo~>> gli sussurrò e il più basso potè sentire i suoi occhi color caramello adesso.
Ma Chuuya non era per niente convinto.

Il moro si avviò verso la cucina.
<<Insomma,ora sei qui>> disse infine,girandosi verso il ragazzo appena tornato,dall'espressione per niente convinta.
<<Insomma Chuuya,cosa potrebbe mai andare storto?>>

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now