8.

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"Forse avremmo dovuto"

<<Scopa!>>
<<Eh?? Ancora?>>
Il cappotto di Dazai ondeggiava al vento a causa della brezza proveniente dal mare. Lui e Atsushi erano seduti su alcuni scogli piuttosto levigati con un mazzo di carte,aspettando che Kunikida arrivasse per far loro rapporto sul clan Kō.

<<Neh,Atsushi?>> disse Dazai,mescolando le carte <<da dove dovrei saltare secondo te,per rompermi il collo cadendo in mare?>>
Atsushi ridacchiò nervosamente.
<<Credo tu non dabba saltare affatto..>>
<<Uh? Esiste un altro modo per rompersi il collo senza saltare?>>
<<Non era quello che..>>

I due furono interrotti dall'arrivo di Kunikida,con il suo taccuino in mano.
<<Cosa state facendo voi due?>> li guardava contrariato.
<<Ti va di unirti per il giro di Briscola,Kunikida-kun~?>> lo invitò Dazai con un sorrisetto,beccandosi solo un cazzotto in testa.
<<Piuttosto>> brontolò il biondo <<dov'è l'altro nano?>>
Dazai distolse lo sguardo.
<<Intendi Chuuya..>> fece una pausa per un secondo,guardando il mare <<ha detto che mi avrebbe raggiunto,ecco>>

In realtà,da quando i due si erano svegliati quella mattina,l'unica cosa che erano riusciti a dirsi senza tossicchiare o distogliere lo sguardo era stata "Buongiorno".
Erano entrambi imbarazzati,entrambi non sapevano o non volevano giustificare ciò che era successo la sera prima. Chuuya era andato a farsi una doccia di prima mattina e al suo ritorno aveva trovato un biglietto in cui Dazai gli spiegava di avere appuntamento con Atsushi e Kunikida.

<<Ohi,pazzo bendato>> quest'ultimo richiamò la sua attenzione <<a quanto pare usando il microchip come ci hai detto tu e confrontando ciò con i loro precedenti scambi...Il loro prossimo incontro dovrebbe essere dopodomani al porto>>
<<Scambiano anche di Domenica? Che noia>>
<<Fai il serio per una volta!>>
Atsushi ridacchiava guardandoli,ma tornò improvvisamente serio.
<<Ma loro non lo sanno>>
<<Manderemo un biglietto anonimo,loro penseranno che sia stata l'organizzazione con cui dovevano scambiare,venuta a conoscenza del furto del chip>>

Dazai aveva la testa altrove,precisamente in quella camera d'hotel,alla sera prima. Non riusciva a dimenticarsi di quel bacio. In tutta la sua vita non ricordava di essersi mai sentito così vivo,così desideroso di fermare il tempo.
"Una vita così" pensava "la vivrei volentieri"

Dall'altra parte, Chuuya a ripensarci diventava dello stesso colore dei suoi capelli. Si sentiva una ragazzina adolescente alla sua prima cotta,ma aveva imparato a non fidarsi di Dazai. E se fosse stato solo un momento di debolezza? E se avesse solo voluto prendersi gioco di lui?

<<Arghhh,io lo ammazzo!>> urlò il ragazzo,stesso sul letto fissando la finestra aperta <<forse dovrei andare a cercarlo,non so..>> pensava ad alta voce.
Alla fine si decise a vestirsi e uscire.
Camminando per la città,alla fine intravide i tre nei pressi della scogliera,la Tigre Mannara e il biondo che discutevano,mentre Dazai tirava sassi nell'acqua. Il rosso sospirò,in quel momento,l'imbarazzo andava messo da parte,avevano una missione. Si avvicinò alzando una mano in segno di saluto e subito fu sommerso da Kunikida che lo inondava di informazioni che non si sarebbe ricordato. Dazai non sembrava averlo notato,immerso nei suoi pensieri,quindi,liberatosi da Kunikida che parlava con Atsushi,si avvicinò e preso un sasso dalla scogliera,lo tirò in acqua.

<<Sembra che tu possa vedere dove finisce>> disse sottovoce Dazai,fissando le onde <<ma non puoi vederlo tutto>>
<<Il mare?>> chiese Chuuya,sedendosi e godendosi il venticello che proveniva dalla distesa d'acqua.
Dazai sembrò rendersi conto solo allora di chi fosse il suo interlocutore e distolse lo sguardo.
<<Come vanno le ferite?>>
<<Bene..Non saranno certo un paio di proiettili a fermarmi>>
<<Eppure sembra che tu venga bucato molto spesso,ultimamente>>
I due scoppiarono a ridere guardandosi.

Quando furono richiamati da Kunikida la tensione tra loro si era sciolta almeno un po' e i due si recarono al Porto per ispezionare il luogo dove sarebbe avvenuto lo scontro.

Dazai si occupò di chiedere i registri delle navi che attraccavano lì abitualmente,Atsushi e Chuuya ispezionarono quelle che già erano presenti e Kunikida ipotizzava diversi modi in cui sarebbe potuto avvenire lo scontro.

Dalle varie ricerche sulle barche non emerse nulla di strano,ma Dazai evidenziò tre diverse compagnie logistiche che ogni settimana,in giorni diversi,ormeggiavano lì le loro barche e si fermavano per un certo periodo di tempo. Ora dovevano solo controllarle in modo da sapere quali compagnie tenere maggiormente sott'occhio il giorno dello scambio.

A pranzo si erano fermati in un certo ristorante di Ramen poco lontano e si erano ritrovati a chiacchierare di politica,sport e altro,con puntuali interventi di Dazai che faceva qualche battuta squallida o tentava di soffocarsi col cibo.

A Chuuya non dispiaceva molto quell'ambiente,anzi,doveva ammettere che si stava divertendo.
<<Dazai lascia sempre ovunque in disordine>> sbottò Kunikida.
<<Lo pensi anche tu? È vero!>> gridò il rosso in risposta.
Dazai si portò una mano al cuore.
<<Mi ferite>>
<<Beh,Dazai-san..La tua scrivania è sempre in disordine..>> intervenne Atsushi.
<<Guardatevi le vostre cose!>>

Al momento di pagare,si erano guardati tutti in faccia e alla fine avevano deciso di fare ognuno per sè.
<<Cameriera,metta tutto sul mio conto!>> aveva urlato Dazai,guadagnandosi un'occhiataccia dalla signorina.
<<Quale? Quello in rosso o quello di un certo Banzai Okamu venuto qui qualche giorno fa?>>
Tutti erano scoppiati a ridere e alla fine Kunikida aveva pagato per tutti.

Dopo essersi divisi, Chuuya e Dazai tornarono all'hotel,con l'unica conseguenza che la tensione stava cominciando a risalire. Chuuya pensava disperatamente ad un modo per evitare che ciò accadesse.
<<Neh,Dazai>> lo chiamò,ad un tratto, mentre leggeva.
<<Mh?>>
<<Ti va di venire in un locale con me,stasera?>>
<<Ma Chuuya...Lo sai che->>
<<Pago io>>
<<...va bene>>

La sera,Dazai seguì Chuuya nello stesso locale in cui la Port Mafia si era riunita nel giorno in cui si erano rincontrati. Era un locale dove spesso suonavano musica jazz,come in questa occasione.
I due si accomodarono al banco e Chuuya ordinò del vino per sè,mentre Dazai chiese al barista un drink che Chuuya non aveva mai sentito.
<<Cos'hai ordinato?>> glielo chiese.
Dazai rise scrollando le spalle.
<<L'ha ordinato poco fa il tizio al tavolo davanti alla porta,sembra sofisticato>>
La musica risuonava nelle loro orecchie,insieme all'atmosfera allegra e al suono dei bicchieri che si scontravano l'uno contro l'altro.
Le luci soffuse rendevano l'atmosfera più leggera e,un bicchiere dopo l'altro,Chuuya e Dazai iniziarono a ridere soltanto guardandosi.

Quando il barista si rifiutò di servirli ancora,poichè erano troppo ubriachi,i due lo mandarono a quel paese e si alzarono,uscendo dal locale. Cantavano canzoni diverse ma si divertivano a farlo insieme,si indicavano e ridevano appoggiandosi l'uno all'altro. Ad un tratto Chuuya cadde a terra,e il moro rise a crepapelle cadendo anche lui.

<<Sai,mi mancava tutto questo>> disse il più basso.
<<Quando ero nella Port Mafia non facevamo queste cose>> gli rispose il moro,rialzandosi e appoggiandosi al muro con una mano,che teneva poco sopra la testa del rosso.
<<Forse avremmo dovuto>>
<<Forse..>>

Era un circolo vizioso. Si respingevano,si ritrovavano e si attiravano di nuovo. In un certo senso erano stanchi delle formalità.
Si fiondarono uno sulle labbra dell'altro,senza pensarci.

Non gli importava nemmeno di chi avrebbe potuto vederli e cosa avrebbe potuto pensare la gente. Al diavolo loro e le loro etichette,i loro stupidi canoni.

C'erano solo loro due,incapaci di staccarsi,presi da una necessità che andava oltre qualsiasi impedimento.
Quando si staccarono,entrambi senza fiato,Chuuya chiamò un taxi perchè li riportasse in Hotel,ma finita la chiamata alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono quelli di Dazai,illuminati da una luce che non aveva mai visto, come se avesse imparato a respirare per la prima volta.
<<Abbiamo finito?>> si limitò a chiedere,con una flebile voce roca.
Chuuya accennò un sorriso,rimettendo il cellulare in tasca. In quel momento non pensava né all'imbarazzo, né a tutto il resto.
Ci avrebbero pensato il giorno dopo.
<<Certo che no>>

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now