50.

602 67 20
                                    

"Il corvo gracchiante torna a Yokohama"

8 anni prima,Port Mafia

Dazai stava seduto sulla sedia girevole,dondolando i piedi avanti e indietro e divertendosi a girare prima in una direzione e poi in un altra. Era passato poco tempo da quando il Boss della Port Mafia era stato ucciso da Mori Ōgai,che aveva preso il suo posto con Dazai come unico testimone dell'atroce successione.
Come a desiderare di testare le abilità strategiche del nuovo Boss,si era presentata già una nuova situazione inconveniente,un attacco da parte di una crescente organizzazione nemica che però possedeva dei talentuosi dotati di poteri e che quindi aveva costretto la Port Mafia a ripiegare in ritirata.

<<Dazai,mi farai venire il mal di testa>> si lamentò Ōgai con il ragazzo sulla sedia girevole.
<<Mi scusi,Boss. Speravo che magari girando abbastanza velocemente il mio cervello si sarebbe spappolato~>>
L'uomo emise un forte sospiro.
<<Sei incorreggibile..>>
Dazai si sistemò la benda sull'occhio,prima che Mori tornasse a parlare.
<<A proposito,tra poco dovrebbero arrivare due persone: il capo di un'organizzazione inglese con cui dovremmo stringere un accordo e suo figlio,il suo allievo migliore>>
<<E io cosa c'entro?>> mugugnò il moro.
<<Beh,tu sei il mio allievo migliore,quindi vorrei che presenziassi con me>>
Dazai roteò gli occhi.
<<Tutto tempo tolto ad un possibile suicidio>>
<<Ne avrai altro di tempo,per ammazzarti>>

Alla fine Dazai non si era effettivamente presentato,era semplicemente passato all'incontro porgendo i suoi ossequi e inventandosi una scusa su qualche missione urgente per andarsene.
Non avendo nulla di reale da fare,prese a camminare per i corridoi del grande edificio,fin quando non passò davanti alla cucina e sentì un rumore metallico e chiassoso di pentole che cadevano.
Incuriosito,buttò l'occhio e vide un ragazzo che non aveva mai visto.
Era poco più alto di lui e aveva lunghi capelli corvini che gli ricadevano su una spalla,raccolti in una treccia,mentre una ciocca ribelle gli copriva l'occhio sinistro. Si guardava intorno impacciato,completamente rosso in viso mentre cercava di raccogliere le pentole che aveva fatto cadere sperando che nessuno lo avesse visto.
<<È normale che tu faccia cadere tutto>> Dazai parlò,avvicinandosi ad aiutarlo,cosa che gli provocò un verso imbarazzato simile ad uno squittio <<con un occhio coperto ti manca le percezione della profondità>>
<<M-mi dispiace!>> urlò il ragazzo,abbozzando una specie di inchino che fece scoppiare a ridere Dazai.
Finito di sistemare,il moro gli parlò nuovamente.
<<Non ti ho mai visto qui,chi sei?>>
Il ragazzo sconosciuto si mangiava le unghie con nervosismo.
<<Il mio nome è Oscar... Oscar Wilde.. Mio padre sta tenendo una riunione con il Boss della Port Mafia..>> parlava ma molto spesso balbettando,aveva un'espressione nervosa <<l-lei deve essere Dazai-san.. Ho sentito molto parlare di lei!>> si inchinò nuovamente,senza un reale motivo,mentre un rumore simile ad un "Grgnn" proveniva dal suo stomaco.
Dazai dovette trattenere una risata.
<<Hai fame? Ti va se andiamo a prendere qualcosa da mangiare?>> chiese e il ragazzo con la treccia arrossì annuendo piano.

[...]

<<Sei un tipo piuttosto emotivo,Wilde-san>> commentò Dazai con la bocca piena di biscotti. Erano seduti su un muretto non molto lontano dall'edificio dalla Mafia dopo essere passati al supermercato a comprare dolciumi e schifezze varie.
Oscar mangiava silenziosamente,inchinandosi a ringraziare ogni volta che prendeva un biscotto.
<<Lo so..>> balbettò <<invece lei.. Dazai-san.. Lei sembra così gentile. Sorride sempre,eppure ha compiuto omicidi e torture di tutti i tipi. Se qualcuno non la conoscesse e passasse del tempo con lei,sicuramente non si azzarderebbe mai a pensare che sia un assassino!>> i suoi occhi brillarono e Dazai per un attimo si sentì a disagio.
<<Lo pensi sul serio? Quanti anni hai?>> chiese il moro.
Oscar annuì.
<<Ne ho 17>>
<<Oh,sei anche più grande di me. Beh,spero che un giorno potremo incontrarci di nuovo,Wilde-san>>
Quella frase sembrò riempire di gioia il corvino.
<<Oscar! Mi chiami Oscar!>> disse,entusiasta <<Un giorno io diventerò un famoso consulente criminale. Voglio essere come lei,Dazai-san,voglio sembrare gentile e affidabile,ed essere silenzioso e letale! Vedrà,diventerò professionale come lei..>> sembrava davvero credere nel suo sogno,un po' di quell'energia contagiò Dazai.
<<Un consulente criminale dici? Posso essere il tuo primo cliente?>>
Oscar sembrava star per esplodere dalla troppa gioia.
<<Si! Si,si! Qual è la sua richiesta,signore?>> domandò,avvicinandosi di più al moro che stava trattenendo le risate.
<<Vediamooo>> Dazai finse di pensarci su <<voglio che mi trovi un modo non doloroso per morire>> sorrise.
Il suo interlocutore sembrò sorpreso.
<<Quindi..>> sussurrò <<anche tu vuoi morire..?>> quella frase fece sgranare gli occhi a Dazai. Non aveva proprio notato negli occhi del ragazzo una sensazione di disagio interiore che adesso invece appariva chiara e trasparente. Anche Oscar voleva suicidarsi.

La voce di quest'ultimo richiamò il bendato all'attenzione.
<<Accetto la sua richiesta! Ma deve sapere che io sono un consulente particolare...Non voglio pagamenti in denaro,voglio una delle cose più preziose che ha>> spiegò.
Il moro alzò un sopracciglio.
<<Non in denaro? Come pensi di guadagnarti da vivere?>>
<<Col part-time,naturalmente. Bene,qual è il suo pagamento?>> ma alzando lo sguardo,Oscar sgranò gli occhi. Il ragazzo con la benda lo guardava con espressione più che colpevole,e lui si rese conto che non avrebbe mai potuto pagare. Quel ragazzo non era legato a niente: non gli importava della sua vita,nè del suo lavoro,nè di qualcuno in particolare. Avrebbero potuto togliergli tutto e nulla sarebbe mai stato importante. Era inattaccabile.
Cadde sulle ginocchia scoppiando a piangere e Dazai si domandò cosa avesse fatto di male.
<<Dazai-san!>> urlò tra un singhiozzo e l'altro e Dazai si mise in ginocchio per tentare di capire cosa avesse.
<<Che succede?>> chiese.
<<Un giorno..>> il più grande si asciugò le lacrime con la manica della camicia <<un giorno le prometto che farò qualcosa per lei,gratis. Le devo un favore. Ora so cosa e chi voglio diventare grazie a lei..>> gli brillarono nuovamente gli occhi <<un giorno mi chieda qualcosa,qualsiasi cosa ed io l'aiuterò senza chiedere nulla in cambio. La mia parola d'onore>>
Il bendato accennò un sorriso.
<<Va bene,Oscar>>
Anche l'altro sorrise.
<<Grazie,Osamu>>
Così,quel giorno,Dazai fece la breve ma piacevole conoscenza di un ragazzo strano e particolare di nome Oscar Wilde.
Non lo avrebbe mai più rivisto per otto lunghi anni.

8 anni dopo,al Lupin

Dazai se ne stava seduto al bancone come al solito,con una sigaretta in bocca e le pupille dilatate a causa del Whiskey. Tra un mese ci sarebbe stato il matrimonio dell'unico uomo che avesse mai amato in vita sua con un'altra donna,doveva festeggiare no?
Quel posto era sempre vuoto ultimamente,ma quella sera qualcosa lo fece scattare sull'attenti: il suono della campanella che indicava l'ingresso di qualcuno.
"Chi verrà mai in questo posto desolato..?" si domandò il moro.
Dalle scale scese un uomo alto,che a Dazai ricordò qualcuno a stento solo per i capelli di un colore corvino particolare. Era composto,col sorriso sulle labbra e aveva un'aria tranquilla.
<<Oh,ti ho trovato,Osamu>> non balbettava,la sua voce era chiara e limpida e suonava di casa,come se invitasse a parlargli. Lo riconobbe da quell' "Osamu" pronunciato con accento Inglese,particolare.
Sorrise.
<<Ciao,Oscar>> disse soltanto.
L'uomo si sedette accanto a lui,sullo sgabello dove solitamente sedeva Ango.
<<Ti dovevo un favore,ricordi?>> disse il nuovo arrivato,guadagnandosi uno sguardo dal Dazai ubriaco che c'era e non c'era.
Il corvino sospirò.
<<Credo che sia arrivato il momento>>

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now