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"Non fidarti mai di chi vola da Londra a Yokohama"

<<You can't do a double suicide alone~>>
Chuuya non sapeva se essere contento di quella musichetta così familiare o essere scocciato perchè lo aveva svegliato. Tuttavia qualcosa sembrava diverso,la voce non era la stessa che sentiva di solito.
<<But with two people,you can!>>
<<Double suicide..>>
<<...Double suicide>>
Era una specie di duetto. Le due voci provenivano dal lato opposto dell'appartamento,questo era poco ma sicuro. Il ragazzo dai capelli rossi si stropicciò gli occhi e sbadigliò,mettendo poco a poco a fuoco la stanza intorno a lui.
Ancora stentava a crederci di non vedere più la lussuosa quanto enorme stanza da letto in cui alloggiava a casa di Faith,a Londra,ma di trovarsi nella piccola e sgangherata camera da letto di Dazai. Si girò su un fianco,notando che il moro non era a letto. Ormai era una settimana che era tornato,sfuggito al suo stesso matrimonio,e da allora la convivenza con quei due si era fatta complicata.
Oscar era un tipo affabile,non eccentrico ma gentile,senza dubbio. Eppure qualcosa di lui gli faceva provare un sentimento negativo,lo metteva sull'attenti e non riusciva proprio a spiegarsene il motivo.
Tra lui e Dazai le cose erano tornate normali,con l'unica differenza che proprio a causa di quell'ospite avevano molta meno privacy,cosa che irritava leggermente Chuuya ma che non sembrava dar fastidio a Dazai.

Il ragazzo si alzò,si sciacquò il viso con acqua fredda e si recò in cucina.
<<YOU CAN'T DO A DOUBLE SUICIDE ALONE~>>
<<Wowo,but with two people,you can!>>
Lo spettacolo che si trovò davanti fu a dir poco traumatico: Dazai era in piedi sul tavolo con una scopa in mano che teneva a mo' di microfono,cantando a squarciagola mentre Oscar canticchiava la stessa canzoncina mentre preparava la colazione. La cosa spaventosa era che erano anche perfettamente coordinati.
Chuuya tossì,richiamando la loro attenzione.
<<Buongiorno Chuuya~>> il moro saltò giù dal tavolo.
<<Buongiorno Nakahara-san>> salutò il corvino.
<<Buongiorno..>> biscicò l'altro,stropicciandosi ancora gli occhi e pregando che le situazioni bizzarre che occorrevano in quella casa da una settimana finissero.
Un giorno li aveva trovati insieme ad affilare coltelli,un altro si era svegliato con loro due che discutevano aspramente di filosofia,un altro ancora una banda di motociclisti aveva assalito la casa per riscuotere un debito da Dazai e adesso cantavano insieme.
Era la normalità,certo,ma era come avere due Dazai contemporaneamente in casa.
<<Chuuya>> lo richiamò il moro,mentre facevano colazione <<Fukuzawa ci ha chiesto di fare alcune ricerche su un caso di furti,stamattina>>
Chuuya si mise in bocca una forchettata di pancakes.
<<Furti? Di che tipo>>
<<Ho sentito che ci sono stati alcuni furti di sostanze chimiche in un laboratorio farmaceutico qui vicino>> intervenne Oscar,con un mezzo sorriso.
"Grazie Oscar,Dazai poteva rispondermi benissimo anche da solo" borbottò Chuuya nella sua testa,ma rispose diversamente.
<<Ci sono sospetti?>>
Dazai finì la sua colazione e si alzò.
<<Attualmente solo i dipendenti,ma non è da escludere nessuna pista>> si stiracchiò <<vado a prepararmi,cerca di essere pronto tra mezz'ora>> ammiccò al rosso e se ne andò.
<<Razza di bastardo..>> sbottò il ragazzo più basso <<sa benissimo che quello perennemente ritardatario è lui!>>
Oscar ridacchiò.

[...]

Un'ora e mezza dopo riuscirono ad uscire di casa e presero la macchina per recarsi al centro di Yokohama. Il primo posto dove si sarebbero recati era il bar sotto l'Agenzia,dove avrebbero incontrato un uomo che si era detto disponibile a dar loro informazioni.
Entrarono e si sedettero,visto che ancora non c'era traccia dell'informatore e decisero di ordinare qualcosa: Chuuya prese un caffè e Dazai solo una bottiglietta d'acqua.
<<Sei sicuro che questo tizio verrà?>> domandò il rosso,dopo mezz'ora,quando improvvisamente notarono un uomo entrare dalla porta e guardarsi intorno con circospezione: aveva addosso un tipico camice da medico e dei capelli castani tirati all'indietro con le basette molto lunghe. Dopo che li ebbe notati si avvicinò al tavolo e sussurrò.
<<Siete Dazai e Nakahara?>>
I due annuirono.
<<Si,siamo noi. Tu sei?>> domandò il moro,accavallando le gambe.
L'uomo si sedette sulla poltroncina opposta alla loro e quando la cameriera si avvicinò per chiedergli cosa volesse lui ordinò due bottiglie d'acqua.
<<Il mio nome è Graham. Graham Frederick Young,sono un dottore e scienziato britannico,ma sono recentemente stato in Giappone per un viaggio di lavoro>> si presentò.
<<Quali informazioni voleva riferirci,signor Young?>> domandò Dazai,mangiandosi le unghie come al solito.
<<Recentemente l'azienda per cui lavoro ha avuto contatti con la Philia Farmaceutics,l'azienda a cui sono stati sottratti i farmaci. Io e miei colleghi abbiamo notato che alcuni dipendenti si assentano periodicamente,in giorni diversi la nello stesso ordine. Non potrebbe esserci un collegamento?>> bevve un bicchiere d'acqua.
<<Potrebbe>> sospirò Chuuya <<Oppure potrebbe essere solo un caso,ci servirebbe il documento di presenze dei dipendenti nell'ultimo mese>>
L'uomo frugò nella sua cartella e ne trasse un paio di fogli che poggiò sul tavolo.
<<Spero di essere utile in qualche modo>> disse.

Dazai esaminò i tabulati per un paio di secondi,poi sorrise.
<<È molto sem->> iniziò,ma scoppiò in una violenta tosse subito dopo.
<<Tutto bene,Dazai?>> Chuuya lo guardò preoccupato.
Il medico gli porse una delle due bottiglie d'acqua che aveva ordinato.
<<Credo abbia bisogno di bere>>
Il moro la afferrò e in pochi secondi bevve tutto il contenuto.
Una volta che si fu ripreso si asciugò le labbra col dorso della mano.
<<Chiedo scusa>> biascicò <<un'improvvisa secchezza alla gola..>>
I due si congedarono dall'uomo per tornare a casa e lungo la via Dazai spiegò che si,effettivamente c'era uno schema,ma era "troppo semplice" per essere il vero scopo dell'operazione.
Il rosso scrollò le spalle.
<<Magari non sono criminali esperti>> ipotizzò.
<<Se non fossi un criminale esperto o un bioterrorista non mi metterei a rubare farmaci>> gli rispose,bevendo da una bottiglia d'acqua che aveva preso al bar.
<<Sicuro di star bene?>> lo guardò sospettoso Chuuya <<è già la quarta bottiglia d'acqua che bevi,per te è strano>>
Dazai annuì,ma scrollò le spalle.
<<Sarà il caldo>>

[...]

Stessa ora,due giorni prima

Faith era lì,in chiesa,seduta al primo banco come fosse un'ospite d'onore.
E loro due,l'uomo che amava e l'uomo che le aveva rovinato la vita erano all'altare,vestiti elegantemente e con sguardo sereno e sincero.
Quella volta Chuuya non era scappato,quella volta c'era andato sorridendo davanti all'altare,perchè sapeva che ad aspettarlo non c'era una giovane ragazzina inglese ma uno stupido spilungone maniaco dei suicidi. Davvero gli andava bene così? Che ci faceva lì lei,ad osservare la sua vita perdere pezzi poco a poco?
Chuuya lo avrebbe fatto se fosse stato nei suoi panni,allora perchè il suo cuore batteva così forte che sembrava volesse uscirle dal petto?
Senza sapere come si ritrovò a tenere in mano una pistola. Cacciò un grido,si alzò e sparò verso i due ragazzi,fissando bene nella sua testa l'immagine dei proiettili che trapassavano il loro corpo e del sangue che si spargeva per terra.
Era una sensazione decisamente appagante,eppure il suo respiro continuava ad accelerare,i battiti del suo cuore sembravano il suono di una batteria ad un concerto rock e la sua vista si annebbiava sempre di più.

Riaprí gli occhi,la chiesa non c'era,nemmeno Chuuya e Dazai. Era su un aereo,un aereo diretto in Giappone.
Ma anche se lo scenario era cambiato non lo erano le sue sensazioni.
Tutti i suoni le giungevano ovattati,ma vedeva i vari passeggeri allarmarsi e chiederle se stesse bene. La vista era appannata e ormai non riusciva quasi più a respirare.
<<Fate largo! Sono un dottore!>>
Fu l'unico suono che le giunse ben distinto,mentre un uomo sulla trentina le si avvicinava e le diceva cosa fare.
<<Signorina,non si preoccupi,è solo un attacco di panico>> disse,guardandola negli occhi.
Aveva gli occhi di un castano molto scuro,che quasi si confondeva con le pupille. In un certo senso le trasmettevano sicurezza.

Dopo un paio di minuti,seguendo le indicazione del dottore,Faith riprese a respirare regolarmente e a sentire e vedere normalmente.
I passeggeri si tranquillizzarono e tornarono ai loro posti,mentre il dottore rimase sulla poltrona accanto a lei per precauzione.
<<La ringrazio del suo aiuto,mi ha salvata>> sospirò la giovane e il medico le rivolse un sorrisetto imbarazzato.
<<Si figuri,è il mio lavoro>> rispose.
Faith guardò fuori dal finestrino le nuvole bianche che impedivano di vedere la terra sotto di esse.
<<Anche lei è diretto in Giappone?>> domandò la mora all'uomo,che annuì.
<<Lavori,conferenze... La vita di un medico è questa. E lei? Come mai diretta lì?>>
Ci fu un istante di silenzio.
<<C'è stato un piccolo problema col mio matrimonio>> ammise e l'uomo accanto a lei si affrettò a scusarsi per essere stato indiscreto.
Quando le hostess annunciarono che l'aereo stava per atterrare il signore si alzò per tornare al suo posto,ma prima si girò verso la ragazza.
<<Mi scusi,lei sembra una ragazza molto simpatica,sembro disperato se la invito a prendere un caffè al bar dell'aeroporto?>> chiese.
Faith ci pensò: normalmente avrebbe rifiutato,ma in quel momento aveva davvero bisogno di distrarsi e pensare ad altro. Se quell'uomo avesse avuto cattive intenzioni l'avrebbe ucciso con la sua abilità.
<<Va bene>> rispose,poi le venne in mente che non si erano nemmeno presentati <<mi scusi,io sono Faith. Faith Foster>>
Lui sorrise,avviandosi al suo posto.
<<Il mio nome è Graham Young>>

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now