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"Ora cosa farai?"

Due anni dopo

<<Dovresti smetterla,Mukami-san>> una voce gutturale proveniva dal fondo della stanza umida. Un uomo grosso,alto,abbronzato,pieno di tagli e cicatrici se ne stava seduto accanto ai binari di una metropolitana sotterranea,insieme ad un altro,più giovane di lui di molti anni,che invece stava tranquillamente tentando di mantenere l'equilibrio camminando sulle aste metalliche a terra.
<<Sei un guastafeste,Komone. Non vedi che sto diventando bravo~?>>

Alcune goccioline cadevano dal soffitto in pietra,si trovavano tre piani sotto terra. L'uomo più grande,chiamato Komone,si passò una mano sul viso,frustrato. Era vestito con una canotta a stampe militari e dei jeans marroni logorati dal troppo uso. Aveva solo uno zaino sulle spalle,ma sembrava praticamente vuoto.
L'altro,invece,era più giovane ed indossava una camicia bianca un po' usurata, insieme ad un paio di jeans neri ed era ricoperto di bende da capo a piedi. Una in particolare,gli copriva l'occhio destro.

<<Lo vedi come siamo messi? Siamo spacciati.. Moriremo qui,ci troveranno!>> Komone fu preso dalla disperazione,guardandosi intorno e prendendo per il colletto della camicia quello che aveva davanti,chiamato Mukami. Quest'ultimo sorrideva,per niente spaventato dalle previsioni catastrofiche del compagno.
<<Hai proprio ragione,Komone>> finalmente si decise a parlare seriamente <<ormai siamo rimasti solo noi due della squadra,no? Se anche solo uno di noi due morisse qui,tutte le prove dei nostri reati scomparirebbero per sempre,non trovi?>> nei suoi occhi brillò una strana luce,accompagnata da un sorrisetto sulle sue labbra,fece irrigidire il partner.
<<Che stai dicendo..?>>

Due anni prima,ultimo scontro tra l'Agenzia e i membri della commissione di Hanko Samako

Dazai non sapeva cosa si provasse a morire,sicuramente il trapasso sarebbe stato meno straziante che vedere il suo unico amore in lacrime,venire allontanato a forza dal suo quasi-cadavere. Lo avevano lasciato lì,ma non li biasimava. Dopotutto non potevano rischiare di morire solo per salvare un compagno che sarebbe comunque morto di lì a poco,era la procedura.

Si mise in una posizione in cui,secondo lui,sarebbe stato dignitoso morire e aspettò,ripensando alla sua vita.
Aveva quello che tanto aveva desiderato,no? La morte. Ma che senso aveva morire,proprio ora che desiderava vivere? L'universo lo prendeva in giro.
<<Chuuya..ora cosa farai?>> furono le ultime parole che pronunciò,prima di perdere conoscenza.

Quel che non si aspettava era di risvegliarsi in una specie di Bunker,su un lettino d'ospedale,con le ferite fasciate e due flebo attaccate al braccio. Inizialmente credette fosse solo una delle allucinazioni che si manifestavano prima della morte cerebrale,ma poi si vide arrivare davanti tutti i membri rimasti della commissione di spacciatori di Hanko e si rese conto che era terribilmente reale. Era ancora vivo. Loro erano rimasti in quattro,sembravano feriti molto male anche loro.

<<Mi avete salvato per torturarmi ed estorcermi informazioni~?>> cantilenò il bendato <<perchè se è così potete ammazzarmi anche ora>>
<<Detto fatto>> sbottò,visibilmente irritato,il medico dell'Iran,Raul,puntandogli una pistola alla tempia,che fu però allontanata con la mano da  Gwen Moss.
<<Ti abbiamo salvato>> disse la donna,con tono risoluto,mentre Colt Tsukase tentava di calmare l'uomo che aveva puntato la pistola su Dazai <<perchè vogliamo che tu ti unisca a noi>>
<<Oh,oh~>> Dazai scoppiò in una fragorosa risata <<scordatevelo,uccidetemi pure>>

Ma la donna non aveva ancora terminato il suo discorso.
<<Se non lo farai,ti lasceremo in vita. Uccideremo uno per uno tutte le persone che hai conosciuto>> un ghigno sadico si formò sul suo viso  <<iniziando dai membri di quell'Agenzia e finendo con quel ragazzo bassino dai capelli rossi,ti va?>>
Il moro,senza accorgersene,aveva iniziato a stringere i pugni così forte da far sbiancare le nocche.
<<Perchè dovresti farlo? E poi loro sono forti,se vi affrontassero nuovamente vi ucciderebbero~>>
<<Non ora>> Gwen si sedette su una sedia,accanto a lui <<non dopo uno scontro del genere,non dopo aver perso un compagno. Tu sei forte,ragazzo,come ti chiami? So che il nostro membro,Akuma,ti conosceva,ma non ci ha mai detto il tuo nome>>

Dazai non aveva altra scelta. Era questo o mettere a rischio la vita di quelli dell'Agenzia e Chuuya. L'idea non gli andava per niente a genio,ma avrebbe trovato il modo di uscirne e li avrebbe eliminati dall'interno una volta per tutte. Era un'occasione che non poteva non cogliere al volo. Avrebbe fatto in fretta e poi sarebbe tornato a casa,da Chuuya; poteva immaginare come si stava sentendo il suo partner.
<<Sono Mukami. Kotamo Mukami. Sarà un piacere unirmi a voi>> sorrise.

Nel frattempo erano passati due anni,Dazai aveva poco a poco scalato la vetta sociale della piccola setta e si era ritrovato ad essere il loro capo senza aver mai acconsentito ad una cosa del genere. Molti dei membri erano morti quasi subito,ma Dazai scoprì che vi era un collegamento con molte altre piccole associazioni. Non fece lo stesso errore che al tempo aveva fatto con Hanko,ed eliminò in maniera indiretta anche coloro che sembravano non rappresentare una minaccia seria.

Il suo gioco sembrò riuscire,tanto che,scoperti dalla polizia,furono uccisi tutti tranne lui e una matricola,Komone, riuscendo a scappare e vagare in giro per l'Europa per altri tre mesi,tentando di ristabilire contatti con altre società,ma senza successo.

Fine flashback

Con un movimento molto rapido,senza neanche che se ne accorgesse,Mukami estrasse la pistola e sparò al suo compagno nella tempia,facendogli esplodere il cranio.
<<Così eri l'ultimo,no?>> tirò un lungo sospiro. Si rese conto per la prima volta di quanto tempo fosse davvero passato.
Certo,aveva continuato a monitorare la situazione all'Agenzia in maniera discreta,per non farsi scoprire, così da sapere come andavano le cose.
Aveva perfino visitato la sua tomba, dove c'era scritto a caratteri cubitali il suo nome e vicino ad esso la sua foto.
Moriva dalla voglia di rivedere Chuuya,si era dovuto aggrappare alla più incompresa determinazione per non mandare tutto all'aria e correre da lui il giorno dopo essere stato salvato. Ma non poteva dire a nessuno che era vivo,dovevano crederlo morto,o sarebbero stati uccisi loro.
Ma adesso non era più un problema,ce l'aveva fatta.

<<Bene,bene>> infilò le mani nelle tasche,camminando verso l'uscita della metropolitana <<ho un bel po' di lavoro da fare,ora. Si torna a casa>>
Nel silenzio di quel posto,si sentivano solo i suoi passi e la sua voce che canticchiava.

<<You can't do a double suicide alone~>>

‧͙⁺˚*・༓☾ Gli Immortali [Soukoku]Where stories live. Discover now