Un posto sicuro

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Ottobre 2000

Claude era l'uomo più buono che avessi mai conosciuto. Non che ne avessi conosciuti molti altri dopo Adrian e il dottor Edwards, ma era l'unico che si curasse di me.

Avevo solo sette anni quando Adrian aveva cominciato ad essere violento con mia madre. Capitava di frequente che lei urlasse e piangesse durante la notte o avesse grossi lividi viola sul viso il mattino dopo, e nonostante fossi ancora una bambina, capivo perfettamente non fosse normale. 
Credevo comunque che fosse un gioco che facevano fra loro, una cosa da adulti. Claude aveva sempre cercato di tenermi al sicuro. Forse aveva paura che Adrian giocasse con me come giocava con la mamma.

In quel periodo infatti mi nascondevo spesso nell'armadio con mio fratello Valerian, per sfuggire alla furia dell'uomo. Era un nascondiglio poco sicuro, ma non potevamo fare altrimenti.

Quando mi svegliai, una mattina, non mi accorsi del maggiordomo finché completamente lucida, lo vidi. Claude era seduto al mio capezzale.

"Buongiorno Signorina, mi dispiace di averla svegliata presto ma abbiamo un lavoro urgente da fare prima che i suoi genitori rientrino a casa."

"Cosa succede?" Domandai confusa.

L'uomo non rispose, al contrario si allontanò dirigendosi alla porta della camera, invitando ad entrare un paio di muratori. Non capivo cosa stesse succedendo, cosa ci facevano quei tizi nella mia stanza e perché avevano degli strani attrezzi?

"Venga andiamo a fare colazione mentre loro lavorano" esclamò il maggiordomo scortandomi verso il corridoio.

Al piano inferiore una grossa coppa di frutta fresca mi attendeva sul bancone della cucina, accompagnata da una tazza di latte e del pane tostato. Mangiai la mia colazione in silenzio. Tralasciando per un momento ciò che avevo appena visto, ancora stordita dal sonno.

"Dove sono Valerian e la mamma?" Chiesi innocentemente.

"Avevano una visita medica, torneranno presto" disse Claude sorridendo. Io mi limitai ad annuire reputando a scusa plausibile.

Poco più di un'ora dopo mi fu permesso di entrare nella mia stanza, rimasi sbalordita ma anche molto confusa da quello che vidi: cera un grosso buco sulla parete, dove prima era appeso uno specchio a figura intera. Perché?

"Sarà il tuo nuovo nascondiglio, ti piace?" Chiese Claude impaziente di sentire una risposta.

Avanzai timorosa verso l'apertura. Poi sbirciai all'interno sgranando gli occhi dallo stupore.

"Wow un corridoio!" Esclamai su di giri. L'uomo sorrise soddisfatto.

"Si chiama intercapedine, potrai nasconderti lì quando vorrai, ma devi promettermi una cosa."

"Che cosa?" Domandai curiosa.

"Che rimarrà un segreto fra noi due. Puoi mostrarlo a tuo fratello, ma nessun altro dovrà saperlo, altrimenti non potrete più usarlo"

Pensai che sarebbe stato divertente avere un posto segreto in cui potevamo stare solo io e Valerian, così promisi di mantenere la confidenza.  

Con il passare degli anni divenne essenziale. Quello che ormai per me era diventata la Bestia aveva cominciato a sfogare la sua rabbia anche su di me e mio fratello, e in seguito a un paio di notti in cui il nostro sonno era stato interrotto da un'ingiustificabile violenza, l'intercapedine era diventata il nostro posto sicuro. Lì potevamo sparire, sentirci liberi, normali.

Claude ci aveva salvato la vita, più di tutti.

Insieme a lui anche il dottor Edwards, o come ci costringevano a chiamarlo, lo zio Phil. Che veniva spesso a trovarci per aiutare la mamma con le brutte ferite che si procurava.

Ma il suo aiuto si limitava al parlare con Adrian, che portava soltanto ad una soluzione temporanea, perché in qualche modo, le cose tornavano sempre come prima.

Repulisti - La ragazza senza nomeWhere stories live. Discover now