4.0

1K 51 8
                                    

---

< Scusami? > < Ho detto, che puoi invitare il tuo amico e io rimango a riva.> Jimin aveva capito perfettamente di che cosa parlava, ma di certo non si sarebbe mai aspettato una scenata di gelosia. < Perché dovrei mai? Sono venuto con te.> < come ti pare.>

< Ma che hai Yoongi? > < niente. Saliamo. > sospirò per poi andare verso lo Yot e guardare il corvino stendersi sul telo di fronte alla prua. Decise di sedersi di fianco a lui < yoon..> < dimmi > < per favore dimmi che hai fatto.. ho fatto qualcos-> < dopo tutto quello che faccio per te tu prendi il numero del primo che passa?>

< ma sei geloso? > < si cazzo.> < perché? > < Jimin ma non ci arrivi? > scosse la testa e Yoongi si girò verso il sole per rilassarsi e ignorarlo, il capo lo scosse un po' visibilmente triste chiamandolo ma proprio non decideva di degnarlo in uno sguardo.

Decise di stendersi anche lui accanto all'assistente e di guardarlo, no ancora non apriva gli occhi o lo degnava di un'attenzione, e Jimin era un ragazzo che aveva bisogno di attenzioni sempre. Si stese più vicino a lui e lo abbraccio a koala attaccandosi come una cozza.

Vide il ragazzo sorridere un po' e il rosa appoggiò la guancia sul suo petto < mi dispiace... anche se non ho ancora capito la tua reazione > sentì il braccio dell'assistente muoversi fino a cingergli le spalle e attirarlo a sé. < ne parliamo sta sera > < promesso? > < promesso > Jimin annuì e si appoggiò più vicino a Yoongi per rilassarsi e aspettare di arrivare al largo per godersi il panorama.

Dopo circa un'ora erano finalmente arrivati in mezzo all'oceano in un punto dove malapena si intravedeva la costa di Miami, circondati da acqua azzurrina. Yoongi si alzò per poi fare qualche foto al paesaggio mentre il rosa le faceva al ragazzo nascosto, perché in fondo lui era il suo miglior paesaggio.

La gita terminò e i due ragazzi salirono in macchina per il viaggio di ritorno verso il loro appartamento a New York. Arrivati si fecero la doccia a turno, e decisero di non cenare fuori come il giorno precedente ma di mangiare qualcosa davanti a un bel film.

Mentre Yoongi si asciugava i capelli Jimin cominciava a cucinare una pizza fatta in casa, come gli aveva insegnato sua mamma quando era piccolo. Quando l'assistente ebbe finito di asciugarsi arrivò in cucina con la felpa del rosa addosso e dei pantaloni comodi.

Mangiarono entrambi in silenzio a contemplare bene le parole che avrebbero usato dopo per parlare ed aprirsi l'uno con l'altro.

Yoongi avrebbe mentito se dicesse che non aveva girato la testa per guardare il capo dall'altra parte del divano più di una volta. Si fermava ad osservare i suoi lineamenti dolci, gli occhi, il naso leggermente schiacciato, le labbra piene e i capelli rosa che cadevano delicatamente sugli occhi del ragazzo intento a guardare un film che avevano scelto.

E Jimin non era da meno, si sentiva spesso bruciare la pelle allo sguardo del suo assistente che lo stava chiaramente fissando e appena si girava come da copione si girava e lo guardava ammiratore della sua bellezza.

Era finito proprio sotto per il suo assistente e non glielo avrebbe negato facilmente se mai glielo avesse domandato, tanto palese era. E sicuramente stare a fissare la televisione senza risolvere i loro problemi era inutile.

Jimin sospirò e decise di sedersi dritto con la schiena ruotato leggermente verso l'assistente per far intendere di dover incominciare a risolvere qualcosa o non sarebbero andati da nessuna parte. Yoongi lo guardò dritto negli occhi per poi annuire alla domanda silenziosa e sedersi a sua volta verso il rosa mettendo in pausa il film con il telecomando.

Yoongi aveva notato il suo aspetto triste e malinconico quindi suppose di dover iniziare lui a parlare.

< Jimin... > < sto bene sto bene.. > < inizio io così ti sciogli un po' ok? > il ragazzo annuì silenziosamente, grato di avere iniziato per primo l'argomento, decisamente non facile per entrambi.

< Beh.. Cosa dire.. La mia infanzia è stata un po'.. Trasandata. Ero un ragazzo che amava tutto e tutti, amavo la musica come la amo ora, amavo i vestiti, amavo uscire e farmi molti amici e amavo i miei genitori.> Jimin annuì facendogli segno di continuare.

< Il problema purtroppo sono sempre Stati loro. Non mi hanno mai supportato in niente come dei bravi genitori dovessero fare. Odiavano la mia musica prendendo gli spartiti che creavo e bruciandoli nel Camino di fronte ai miei occhi-> Jimin lo fermò < aspetta aspetta. Produci musica? >.

Yoongi gli sorrise annuendo facendo intendere di dover parlarne più avanti e Jimin si scusò per poi farlo continuare.

< dicevo che odiavano la mia musica, pensavano e pensano tutt'oggi che sia inutile e che non crei soldi. Ho abbandonato la scuola a sedici anni per scappare dalla mia famiglia. Ero esausto. Mi hanno fatto diventare freddo, cattivo e scorbutico al primo impatto, per il mio aspetto e volevano che io fossi più cazzuto e non così... Fragile. >

< Sono sempre stato molto fragile per via dei miei genitori, e giorno dopo giorno avevo sempre più paura di loro. Tanto appunto da farmi scappare da Dageu a soli sedici anni. L'ultimo messaggio che ho ricevuto è stato ai miei diciotto anni dicendo che si erano trasferiti dalla Corea chissà dove e di non cercarli mai più, che sono inutile e uno sfigato e che si pentivano di avermi cresciuto così male. >

Sospirò un ultima volta < lo so che posso sembrare, scorbutico, maleducato oppure sempre incazzato o arrabbiato. Ma dentro sono buono, voglio bene a tutti e amo la musica. Ma sono diventato diffidente con la gente nuova per paura di rivivere l'incubo della falsità dei miei genitori. Quindi creo questa maschera di falsità con tutti e solo se mi conosci potrai scoprire che in realtà sono buono. >

Jimin ripensò a tutte le sua parole, la sua storia era davvero simile a quella di Yoongi. Anche lui aveva una costante maschera di falsità e anche lui aveva dei genitori che lo odiavano fino a tal punto. Ma non si sentiva pronto di dire lo stesso con lui se doveva essere sincero. Lui lo capiva ma non era sicuro di voler essere capito a sua volta.

Decise di alzarsi senza dire niente e di andare a pulire le stoviglie mentre Yoongi aspettava che Jimin dicesse qualcosa riguardo al suo argomento oppure che iniziasse a parlare di lui per poterlo finalmente capire.

Ma nulla, zero completo, ignorato dopo che  lui aveva finalmente aperto il suo cuore ritrovandosi a rimanere ferito da quella sua mossa.

< Jimin. > nessuna risposta < JIMIN. > nessuna risposta < cazzo me lo dovevo aspettare da te, e pensare che ti ho trovato carino e simpatico per un'ora ma no. Mi sbagliavo. >.

Si alzò dal divano incazzato nero prendendo il telefono e le cose per il servizio del giorno dopo < sei esattamente come tutti pensano. Uno stronzo, senza cuore egoista che pensa solo a se stesso. E un dolce bugiardo. >

Uscì di casa sbattendo la porta. Mentre Jimin era rimasto a bocca aperta con le lacrime agli occhi, era tutta colpa sua, aveva pensato di poter far finta di niente mentendo e nascondendosi come niente fosse. Ma Yoongi  lo aveva definito carino e simpatico, e lo vedeva che ricambiava il pensiero del capo.

Yoongi aveva ragione non era altro che un dolce bugiardo.

---

-MinjieCake

Sweet Liar • YoonminOnde as histórias ganham vida. Descobre agora