Il mio regalo di Natale

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La neve continuava a cadere incessantemente. A quel ritmo ci saremmo presto ritrovati sotto a un paio di metri di coltre candida e gelata.
Papà passò metà pomeriggio a spalare la discesa e a liberare il cancello, io lo aiutai ripulendo il vialetto pedonale e gettando il sale. Quando finii di dare una mano, corsi alla mia pineta... la voglia di vedere se il mio "angolino" fosse pulito o inagibile, era tanta.
Giunta lì, la sorpresa fu grande: i bassi rami che abitualmente rasentavano il suolo, appesantiti dalla neve, avevano creato una piccola caverna e dentro la piccola radura era rimasta immutata, anzi, era resa ancor più luminosa dal forte riverbero.
Senza esitazione vi entrai e subito mi sembrò di essere in un grande tepee indiano.
Il silenzio là dentro era surreale, quasi assordante.
Mi accomodai sulla mia solita lastra di pietra e iniziai a meditare. Ascoltai profondamente tutto quello che mi circondava e per un po' mi scordai persino del freddo.
Rimasi così a lungo, poi, improvvisamente il suono di un battito mi fece saltare il cuore in gola.

È qui!  Pensai subito incredula.

Spalancai gli occhi meravigliata.

Dinnanzi a me il mio angelo si mostrava in tutta la sua bellezza.
La pelle sembrava risplendere di una luce interna, come la fiamma che arde attraverso la cera semitrasparente di una candela. Non esitai nemmeno un attimo di più, mi alzai e corsi ad abbracciarlo. Daniel sorrise sereno.
L'aura azzurra intorno a lui svanì e il suo corpo prese la consistenza a me familiare.
Dopo quasi due mesi che non lo abbracciavo l'emozione mi colse alla sprovvista, e per poco non gli svenni tra le braccia, Daniel mi strinse forte, carezzandomi i capelli e baciandomi la testa. Non resistetti più e appena mi trovai il suo viso di fronte, gli diedi un bacio sulle labbra. Lui non si ritrasse, ma contraccambiò alla stessa maniera. Rimanemmo in quello stato idilliaco per qualche minuto, poi ripresici dall'emozione di esserci ritrovati, riuscimmo finalmente a scambiare qualche parola.

«Mi sei mancato!» dissi sincera, poggiandogli la testa sul petto e continuando a stringerlo forte.

«Anche tu!» disse con voce armoniosa, baciandomi ancora la testa.
Avrei tanto voluto che quel momento non finisse più, ma in cuor mio sapevo bene che non era ancora giunta l'ora del nostro ricongiungimento.
Alzai di nuovo lo sguardo e rimasi a contemplarlo.
Lui mi guardò dritto negli occhi.
Era bellissimo, il mio sole in inverno.
Il blu dei suoi occhi era scintillante come mai. Tutto quel tempo lontano da me lo aveva rafforzato, aveva poco dell'umano, era un angelo nel senso pieno della parola.

«Sei bellissimo!» dissi spontanea con le lacrime agli occhi.
Mi accarezzò le labbra con un dito e le baciò di nuovo. Rimasi senza fiato, come la prima volta che mi aveva baciata. Avevo quasi dimenticato l'effetto che mi faceva quando era in veste angelica... Tutto quello che provavo si amplificava mille volte!
Si staccò appena in tempo, prima che gli svenissi tra le braccia, poi mi aiutò a sedere per farmi riprendere fiato. Non staccai gli occhi dal suo dolce viso nemmeno per un attimo.
«Dimmi, perché sei tornato?» chiesi con un filo di voce.
Avevo paura in quel momento perché pensavo che se avessi alzato il tono della voce sarebbe svanito, come quando si fa un bel sogno.

«È il mio regalo di Natale! Visto l'ottimo lavoro che stai svolgendo, lassù hanno deciso di darti un premio.»
Lo guardai felice, sentivo il cuore gonfio di gioia. Non importava se fosse rimasto con me per qualche ora o anche solo per pochi minuti, ora quello che importava era che lui era lì con me e che non era stato tutto un sogno.

Mi raccontò cos'aveva fatto nell'ultimo periodo, lassù. Io gli chiesi ancora scusa per il momento di debolezza avuto con Alex e lui mi perdonò senza rimproverarmi nulla.
Gli raccontai del funerale di Eleonora, delle voci che erano corse a scuola sulla sua improvvisa partenza per gli USA e delle ultime novità sul fronte delle amicizie. Fu contento nel sentire che avevo dei compagni di viaggio con cui ridere e scherzare.

GUARDIANA DEL DESTINO - La pergamena del destinoWhere stories live. Discover now